Sabato 11 e domenica 12 luglio, approfittando di due giornate di riposo, ho potuto seguire alcuni momenti della visita di Papa Francesco in Paraguay attraverso la diretta di TV2000.
Una immagine mi è rimasta impressa nella memoria ed è quella di quel ragazzino, che mentre il Papa parlava alla gente radunata fuori dall’ospedale pediatrico Niños de Acosta Ñu di Asunción, si è avvicinato al Santo Padre insieme ad un altro compagno ed è rimasto vari minuti con la testa sul suo grembo ed il braccio intorno alla sua vita, ad ascoltarlo. Mi ha ricordato l’apostolo Giovanni, che ascoltava Gesù con la testa appoggiata sul suo petto durante l’ultima cena.
Quel ragazzino paraguayano esprimeva così davanti a tutti un bisogno fondamentale del cuore di tutti i ragazzi del mondo: essere accolti ed amati.
Mi è tornato alla mente un piccolo paziente, che, molti anni fa, ho curato nell’Ospedale di Villarrica in Paraguay e che si chiamava Egidio; era malato di aplasia midollare ed aveva bisogno di essere sottoposto ad un trapianto di midollo. Grazie all’interessamento dell’allora rettore dell’Università Statale di Milano, Paolo Mantegazza, Egidio con sua mamma venne in Italia per essere curato; poi vennero anche le sue due sorelline, come potenziali donatrici di midollo osseo. Il trapianto fu eseguito ed Egidio fu curato al meglio, ma purtroppo morì per delle complicazioni infettive.
Di Egidio, che ho accompagnato prima di persona nell’ospedale di Villarrica e poi a distanza quando è stato curato in Italia, ricordo la soddisfazione che il suo volto esprimeva per il fatto di sentirsi al centro di così tante attenzioni.
Accolto ed amato.
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