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Apologie Paradossali

IL BISOGNO AGUZZA L’INGEGNO

COSTANTE PORTATADINO - 17/07/2015

iran(S) Tanto per non impiccarci all’argomento Grecia e al pessimismo che ne deriva, partiamo dall’accordo sul nucleare iraniano. Che ne dici, davvero è stata evitata una guerra?

(C) Non rinuncio a quello che potresti chiamare pessimismo pregiudiziale, che ti riassumo così: in questo mondo c’è sempre una guerra; combattuta talvolta con i cannoni, talvolta con la finanza, talvolta con la scienza e la tecnologia, sempre con la propaganda. La posta in gioco sono i mercati e le risorse, come una volta, ma oggi più ancora il consenso. Accade quindi che Obama oggi sacrifichi il consenso di Israele a quello interno e a una speranza di alleanza anti Isis. L’accordo probabilmente lega le mani ad un attacco preventivo di Israele ai siti nucleari iraniani, allontana nel tempo la prospettiva della fabbricazione della bomba iraniana, ma non può escluderla totalmente, come avrebbe voluto Israele. Ma non credo che tu volessi da me un’analisi dettagliata di questo problema, non ne sarei comunque capace.

(S) Intendi dire che ci si accontenta di soluzioni parziali, di rinvii, un po’ come scopare la sporcizia sotto il tappeto?

(C) Certo! Forse peggio, perché in questo caso il male fermenta, la piaga nascosta penetra nel profondo. Così è da sempre per la questione israelo-palestinese, per la non-proliferazione nucleare, per l’indebitamento degli stati, vedi Grecia, inevitabilmente ci ritorniamo. I tedeschi non hanno tutti i torti a voler portare alla luce il disastro greco, per curarlo davvero. Se ne è accorto anche Tsipras e rendendosi conto dell’impossibilità di negarlo ha vestito i panni del chirurgo e si è messo ad incidere il bubbone. E il paradosso (scovarli è la mia specialità), è che la sua popolarità è aumentata.

(S) Ma come mai?

(C) Ricordandomi di avere fatto il classico, mi sembra di vedere che il premier abbia composto e recitato una bella tragedia greca, con tanto di catastrofe (intesa come scena in cui si rovesciano i presupposti iniziali della tragedia e si scioglie l’intreccio) e di catarsi, la separazione tra il bene e il male, con la purificazione del protagonista e la sconfitta dell’antagonista, in questo caso il povero Varoufakis, che deve aver fatto invece scuole tecnico-economiche e non ha pensato di poter fare quella fine. Però Tsipras, che ha posto fine alla guerra economica e pure mediatica e ha firmato un vero e duro trattato di pace, ottenendo in cambio una specie di piano Marshall, ora deve lavorare per la ricostruzione. Ha bisogno di denaro e di tempo, perciò di simpatia e di consenso interno e internazionale. L’accettazione dei sacrifici gliene daranno più che la retorica populista.

(S ) Questo esempio fermerà il populismo nel resto d’Europa?

(C ) Indovinala Grillo! (nel senso del proverbio): tutti pensano di essere diversi anche di fronte ad un esempio chiarissimo. La durezza della contrapposizione tra rigore senza sviluppo e spesa senza costrutto ci metterà un po’ ad attenuarsi.

(S) Quelli che in tutta Europa votano contro, mica hanno fatto il classico e leggono la catastrofe nel denso che dici tu. Pensano che se sono nella me..lma è colpa di qualcun altro!

(C) A proposito di me..lma, non disprezziamola del tutto. Ho partecipato ad un convegno di studio sulle bioenergie ed ho imparato quanto valore possono trarre le aziende agricole dalla gassificazione delle deiezioni animali, usandole per produrre energia. Il bisogno aguzza l’ingegno, così ti fornisco un altro proverbio.

( S = Sebastiano Conformi, C = Costante)

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