(O ) La verità definitivamente acclarata è che i sogni valgono più dei numeri, dei soldi, dei calcoli di qualsiasi genere. I Greci hanno clamorosamente votato no, contro il loro interesse, per dimostrare che vale più una gioiosa dignità che una mesta rassegnazione.
(S ) Ma va là! È uno sberleffo, ma che cosa vale, quanto dura, quanto costruisce uno sberleffo? Anzi è una truffa! Facciamo un referendum per decidere se si devono pagare i debiti oppure no. Secondo voi chi vince? Masaniello non ci ha insegnato niente? Nemmeno Manzoni e il forno delle grucce?
(C ) Ma in una cosa Onirio ha assolutamente ragione: chi fa i calcoli, prima o poi li sbaglia. Merkel, Juncker, tutta l’UE, ma soprattutto i nemici interni di Tzipras hanno fatto i loro calcoli, li hanno sbagliati e hanno perso. Se tutti costoro hanno accettato il gioco di Tzipras è perché speravano di vincere e con questo di cacciarlo; Samaras per tornare al governo, gli europei per disturbarsi meno nella trattativa. Ho però il dubbio che ci troviamo di fronte ad un gioco in cui tutti possono perdere, c’è una quarta possibilità, non solo 1, 2, X, chiamiamola 0 (zero), è quando tutti perdono. E’ l’esito di qualsiasi guerra, militare o economica o solo politica.
(O) C’è una quinta possibilità, che tutti vincano, ma non si chiama guerra, si chiama pace, si chiama fiducia, dono, reciprocità. Non dite che non l’abbiamo mai vista, proprio perché per accadere non deve essere visibile agli occhi rapaci del possesso. Sottolineo possesso, non potere. Vogliamo dire che se questa crisi greca solo facesse credere che l’unità dell’Europa sia non il possesso di qualcuno, ma il frutto della collaborazione di tutti, avremmo fatto un passo avanti gigantesco rispetto agli scopi e ai limiti di un governo puramente dedito al risanamento finanziario? La legge della vita è: se non cresci muori.
(S ) Certo che mi piacerebbe, ma nemmeno capisco di che cosa parli.
(O) Ti faccio un esempio. La legge più indiscussa dell’universo è l’entropia, il progressivo degrado dell’universo da ordinato a disordinato, il passaggio dell’energia in esso contenuta da una qualità più alta ad una più bassa, fino a ridursi, tendenzialmente a puro calore. In un certo senso, il contrario del caos primordiale, meglio il suo reciproco speculare; eppure tra questi due estremi, la Natura ha costruito un cosmo immenso, differenziato ed organizzato, capace di sviluppo fino a produrre un essere pensante. Non voglio qui parlare di creazione o meno, osservo solo che se la natura o il caso sono stati capaci di aprire questa imprevedibile e meravigliosa parentesi tra due stati amorfi e bassi, vuoi che gli uomini non siano capaci di …
(S ) Antropomorfismo! Il tuo è un pensiero antropomorfico. Attribuisci ai fatti, alle cose della natura un riferimento ai fini umani, non diversamente da come i miti greci facevano presidiare le attività umane da un dio o da una dea. Ecco, torniamo ai greci. Né la Natura, né il Fato, né Dio ha ordinato loro di indebitarsi, tanto meno di entrare nell’euro barando sui bilanci. I polacchi sono rimasti allo zloty e stanno benissimo e hanno anche un ruolo di rilievo nell’Unione. Se non vuoi che l’entropia sociale (chiamiamola così) ti riporti al caos, non basta la buona intenzione di fare il bene di tutti, occorre programmazione, rispetto delle regole, impegno nel lavoro, sacrificio di interessi particolari, anche consolidati. Parlo per la Grecia, ma parlo per l’Italia.
(C ) L’entropia sociale e pure l’entropia politica sono rischi reali, per l’Europa intera. Per entropia sociale intendo in primo luogo la disoccupazione, specie quella giovanile. E’ impossibile che non se ne faccia carico l’Unione come tale, proporzionando gli interventi al bisogno: più risorse dove ci sono più giovani disoccupati. Per entropia politica intendo la mancanza di vera rappresentatività delle istituzioni europee, è questo quello che porta al populismo antieuropeo, al ripiegamento del consenso e della fiducia. Per non ridurre la Commissione ad un appendice di due governi, o meglio dei due maggiori partiti di Germania e Francia, occorre rischiare l’elezione diretta a suffragio universale del suo Presidente, che avrebbe quindi un’investitura sufficiente a reggere l’inevitabile frammentazione del Parlamento e, magari anche, l’elezione diretta, Stato per Stato, del rappresentante dello stesso nella Commissione, per ottenere un discreto bilanciamento di poteri.
(S ) Adesso mi sembri più utopista di Onirio, che è il massimo. Lui si appella alla buona volontà, che è imprevedibile, tu vai a proporre una revisione dei trattati così avanzata, proprio mentre lo spirito europeo sta arretrando. Ma ci credi?
(C ) Proprio così, il caos, come la crisi, è un’opportunità, non un ostacolo. Fermare la scivolata indietro dell’Europa sarà una scelta difficile e costosa. Ma è ineluttabile, non possiamo stare a rimorchio di Usa e Cina, che rischiano di toglierci altro spazio. Ci sono poi, oltre all’economia, le sfide politiche globali, anche se non volete chiamarle scontri di civiltà. Non possiamo non fronteggiare l’islamismo radicale e le sue ambizioni totalizzanti, come non possiamo ridurre il problema dell’immigrazione alla questione di chi paga le navi di salvataggio o i campi di prima accoglienza. L’Europa ci è indispensabile, ma coesa e attiva, umile e generosa. Se non risolve il problema della piccola Grecia, come potrà affrontare le sfide planetarie? E quelli che dicono:’facciamo da soli’, sanno quello che dicono? Non potremo continuare a vendere all’estero solo moda e cibo di nicchia, magari un madeinItaly che di italiano ha la progettazione e poco altro, perché lavorato in India o non so dove. Lasciare l’euro significa svalutazione dei nostri risparmi, diciamo pure dei nostri capitali, ma soprattutto del valore del lavoro, che se dà alle imprese una boccata di momentaneo sollievo, danneggia principalmente pensionati e lavoratori e già nel breve periodo indebolisce il sistema-Paese.
(S ) Ma ci credi veramente?
(O ) Anch’io dico che il peggiore consigliere economico è l’egoismo, quello di tutti, ma proprio di tutti.
Legenda: (O ) Onirio Desti. (S ) Sebastiano Conformi, (C ) Costante
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