Il territorio della Terra Santa comprende i sette paesi del Medio Oriente: Israele e Palestina e anche Libano, Egitto, Giordania, Siria, Rodi e Cipro. Sono luoghi santificati dal passaggio di Cristo, degli apostoli e di San Paolo. Perché, come diceva Paolo VI, il primo pontefice pellegrino in Terra Santa dopo Pietro, “c’è una storia della salvezza, ma c’è anche una geografia della salvezza”. È qui che opera l’associazione Pro Terra Sancta, attuando la sua “mission”: “Il sostegno delle comunità cristiane in Medio Oriente – poco meno di 200mila persone, circa il 2% dell’intera popolazione – e la conservazione e valorizzazione dei Luoghi Santi”.
Pro Terra Sancta persegue i suoi obiettivi in ogni angolo di questo ampio territorio grazie a tre uffici che si trovano a Gerusalemme, Betlemme e Milano. Il giornalista e scrittore Andrea Avveduto, per tre anni residente a Gerusalemme come collaboratore, tra l’altro, del canale televisivo della Custodia di Terra Santa – il Franciscan Media Center – è oggi impegnato a Milano. Lavora per la Custodia di Terra Santa, che è il nome dei Francescani dell’Ordine dei Frati Minori presenti nella parte orientale del Mar Mediterraneo fin dagli albori dell’Ordine, custodi dei Luoghi Santi per volontà e mandato della Chiesa universale e attivi in ambito educativo.
Nel 2002 la Custodia ha deciso di dar vita a Pro Terra Sancta. “L’associazione – spiega Avveduto – opera laddove è più importante la sua presenza. Il Medio Oriente vive oggi un conflitto atavico, caratterizzato da nuovi elementi che hanno messo in ginocchio le comunità locali. Non è un problema che riguarda solo i cristiani. Pro Terra Sancta, seguendo l’esempio di San Francesco, aiuta tutti quelli che ne hanno bisogno, senza nessuna distinzione di razza, cultura o religione.
“La Terra Santa mi ha affascinato – racconta ancora il giornalista –; dopo aver vissuto alcuni anni a Gerusalemme, sono tornato a Milano e ho scritto il libro “Aggrappati alle radici. Storie e volti dei cristiani in Terra Santa” per raccontare quello che è visibile a tutti, non solo dal punto di vista dei conflitti e della violenza testimoniati dai media, ma anche per la bellezza e la speranza che emergono da queste terre. Ho voluto parlare dell’opera quotidiana dei frati francescani che vivono nei luoghi santificati dal passaggio di Cristo e ho narrato le storie di speranza delle locali comunità cristiane che scelgono di restare, nonostante le difficoltà e in nome di tutti noi. Proprio “aggrappati alle radici”, perché in qualche modo, come diceva Benedetto XVI, tutti siamo nati in quella terra”.
Andrea Avveduto incontra l’associazione Pro Terra Sancta quando giunge a Gerusalemme e avvia quella collaborazione che continuerà anche dopo il suo rientro in Italia nel 2013. Oggi ne cura la comunicazione, finalizzata al fundraising. “Il nostro lavoro – spiega – è seguire i frati francescani nella loro missione quotidiana, che necessita di un sostegno economico per implementare i progetti di conservazione dei Luoghi Santi e quelli di carattere sociale per mantenere le comunità locali”.
I progetti di Pro Terra Sancta hanno come fine il sostegno e lo sviluppo delle fasce più deboli della popolazione, l’educazione e la formazione professionale, la conservazione e la valorizzazione di aree archeologiche e ancora, la tutela del patrimonio archivistico e museale. Sono oltre duecento gli specialisti e i volontari impegnati in questi progetti.
“La Terra Santa – dice il giornalista – ha visto la nascita del Cristianesimo e oggi rischia di vedere la sua scomparsa. Questi territori, in particolare Israele e la Palestina che sono al centro di un conflitto che ha radici antiche, anche se si è aggravato a partire dal 1948, sono teatro di guerra iniziata con le primavere arabe. Nel 2013 l’emergenza Siria irrompe nelle attività dell’associazione, che subito si impegna nel sostegno della popolazione civile stremata dalla lotta. Nel corso degli ultimi anni il conflitto siriano è diventato per Pro Terra Sancta un’emergenza prioritaria. Oggi in Siria cerchiamo di sopperire ai bisogni primari della popolazione: il cibo e le medicine. Negli ultimi mesi ci stiamo impegnando per far funzionare al meglio l’ospedale di Aleppo di proprietà della Custodia di Terra Santa, l’unico ancora attivo nella città, anche se tutte le strumentazioni sono andate distrutte. La situazione è davvero precaria e di emergenza, per cui l’associazione sta cercando di raccogliere fondi per permettere all’ospedale di curare le sempre più numerose vittime del conflitto. In Siria lo scontro è all’apice. Il parroco di Aleppo padre Ibrahim, di recente in visita in Italia, ha raccontato che mancano acqua e corrente elettrica, mancano le cose fondamentali che permettono alla gente di vivere”.
Pro Terra Sancta è impegnata anche in altre zone: è stato aperto un ufficio in Libano per aiutare i profughi iracheni in fuga da Mosul e dalle zone che oggi sono diventate proprietà del Califfo al-Baghdadi. L’associazione interviene laddove necessario e i donatori sono contenti di aiutare sia dal punto di vista delle emergenze sociali e dei conflitti che per quanto riguarda la conservazione dei luoghi santi. Perché in Terra Santa vivono ancora le prime comunità cristiane, nate intorno ai luoghi che sono il simbolo della speranza di ogni cristiano: il Santo Sepolcro, la Basilica della Natività, quella dell’Annunciazione a Nazareth.
“Uno dei principali impegni di Pro Terra Sancta è quello dell’educazione – dice Avveduto –, un aspetto decisivo per la formazione delle nuove generazioni, per avere una società consapevole della propria storia e del fatto che è possibile un modello di convivenza e di pace. Pro Terra Santa vuole anche instaurare un dialogo tra le diverse comunità. Ad esempio degli esperti musulmani hanno appena finito di restaurare i mosaici della Basilica dei Getsemani, dove è iniziata la Passione di Cristo: questi mosaici sono un patrimonio non solo cristiano, ma di tutta l’umanità. Anche questo dimostra che un modello di convivenza in Medio Oriente è possibile”.
E ancora nel 2011 l’associazione ha concluso la progettazione del Terra Sancta Museum, la cui prima pietra verrà posata il prossimo 25 giugno a Gerusalemme. “Sarà il primo museo sulle origini del cristianesimo – spiega Avveduto – e sorgerà proprio in Terra Santa. Sarà diviso in tre sezioni: una parte storica, una archeologica e una multimediale, per mostrare quello che i Francescani conservavano nei loro magazzini, dei reperti che annunciano una storia. Si potranno quindi vedere delle tombe che risalgono al primo secolo dopo Cristo e testimoniano una comunità cristiana viva e presente sin dai primi anni dopo la morte di Cristo. Nella sezione storica, invece, si parla della presenza francescana in Terra Santa a partire dal viaggio di San Francesco nel 1219, quando incontrò a Damietta, in Egitto, il sultano al-Malik al-Kamil. Da quel giorno i francescani si stabilirono in quei territori e custodirono i Luoghi Santi per tutta la Chiesa, come disse Clemente VI nella sua Bolla del 1342. Si potranno anche vedere i magnifici doni che i sovrani europei facevano ai francescani quando non potevano andare in pellegrinaggio, perché il viaggio era diventato troppo pericoloso. I potenti testimoniavano così il rapporto, il legame e l’affetto per quella Terra che rappresenta la Fede di tutti noi. Questo è l’obiettivo del Terra Santa Museum: raccogliere tutto questo e rileggere le ferite che hanno segnato la storia della Terra Santa in un modo più sereno, per far sapere che anche nella storia del rapporto tra cristianesimo, islam ed ebrei – una storia fatta di alti e bassi – ci sono dei momenti alti, dei modelli di convivenza che testimoniano la possibilità di una convivenza pacifica”. Ed è infine da segnalare la possibilità di scoprire i luoghi della nostra Fede con Pro Terra Sancta, che organizza visite, fine settimana e pellegrinaggi con il desiderio di far vivere ai viaggiatori un’esperienza unica, unendo la profonda dimensione spirituale alla visita di progetti a carattere sociale. La scoperta delle “pietre della memoria” e quella delle “pietre vive” rende il viaggio in Terra Santa un’esperienza unica e indimenticabile.
Per ogni domanda è possibile scrivere a: info@proterrasancta.org o telefonare al numero +39 377 4336744
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