La tradizionale rassegna di arte “Un borgo da riscoprire” che si apre a Penasca di San Fermo sabato 4 luglio e che dura l’intero week end, rappresenta una delle tante opportunità culturali offerte sul territorio dall’impegno di cittadini volontari. L’iniziativa che per due giorni porta in primo piano l’antico borgo sanfermino è ormai giunta alla sua trentaquattresima edizione. E da oltre tre decenni raccoglie un consistente numero di visitatori e una rilevante e qualificata presenza di artisti. L’esposizione di opere pittoriche, plastiche e di artigianato artistico è il cuore della rassegna, attorno alla quale ruotano eventi e momenti dedicati alle attrazioni per i più piccoli, alla riscoperta della tradizione e agli incontri culturali.
Il borgo di Penasca, di origine celtica, si è riappropriato del proprio nome originario grazie all’attività del Gruppo culturale Amici di San Fermo, che nel volume “Quel borgo di Varese chiamato Penasca” ha ricostruito la vicenda storica del sito, le influenze religiose e culturali che l’hanno caratterizzato nei secoli e che, grazie ai proventi dell’annuale rassegna, ha provveduto al restauro, alla manutenzione e alla salvaguardia delle preziosità artistiche e architettoniche in esso contenute. Per la città e il territorio, ciò ha significato potere mantenere in vita la memoria del passato, recuperando il ruolo che il borgo ha ricoperto nella diocesi di Milano, nel territorio provinciale e nella vicina Svizzera e, al tempo stesso, progettare ed alimentare una occasione di incontro con l’arte e i suoi sviluppi nel tempo.
Tanto che il Comune di Varese, una quindicina di anni fa, ha posto in essere un interessante progetto di trasformazione del borgo, annoverandolo tra i “paesi dipinti d’Italia”, posizionando sui muri delle abitazioni del nucleo storico dieci affreschi di pittori di fama internazionale, tra i quali De Maria e Pedretti, rinomati artisti della nostra provincia. La “galleria all’aperto”, stando al progetto, avrebbe dovuto ampliarsi con altri trenta dipinti, prevedendo altresì l’organizzazione di eventi culturali volti a valorizzare sia il sito, sia l’intera città. All’iniziale gemellaggio con Atri, altro comune italiano membro della ASSIPAD (Associazione paesi dipinti d’Italia, che ha avuto la propria sede nazionale proprio a Varese) in realtà nulla è seguito. O meglio, gli opuscoli informativi a scopo turistico della allora Provincia dedicati ad Arcumeggia e ai paesi dipinti del territorio, riportano S. Fermo come uno dei borghi dipinti, ma l’intervento delle istituzioni si è fermato lì. I volontari Amici di S. Fermo hanno allora provveduto ad arricchire Penasca con l’esposizione permanente di poesie di autori sia locali sia di fama nazionale ed internazionale.
Intanto, a causa degli agenti atmosferici, l’affresco del pittore Giovanni De Maria ha progressivamente iniziato a deteriorarsi e tutte le richieste da parte degli Amici di S. Fermo e di esponenti politici ed amministratori, per correre ai ripari fin che si era in tempo, sono cadute nel vuoto
Alcune promesse non sono mancate, come quella di garantire la risistemazione dell’affresco entro la primavera 2010. Ma nemmeno sono mancate alcune beffe, come la scoperta che il Comune di Varese, contrariamente a quanto indicato nel progetto, non aveva in realtà mai pagato la quota iniziale di associazione alla ASSIPAD e che non vi aveva provveduto nemmeno negli anni successivi. Pertanto tale associazione non è mai potuta intervenire, come invece in altre parti d’Italia, a tutela del patrimonio artistico collocato in Penasca.
A quel tempo stava terminando la presenza sul territorio delle Circoscrizioni e benché il parlamentino locale (Circoscrizione 5) si fosse reso disponibile alla copertura dei costi del restauro, era stata inoltrata richiesta di attivare contatti tra l’amministrazione provinciale e comunale per verificare la eventuale possibilità di un intervento sussidiario della Provincia, allo scopo di non perdere il patrimonio artistico sia dell’affresco di De Maria, sia delle altre opere pittoriche. Gli affreschi sono infatti proprietà del Comune di Varese che però non ha i fondi per intervenire. Ora intanto il bellissimo affresco “Natività” di De Maria è totalmente illeggibile, così che qualsiasi intervento di restauro diventa ben più difficoltoso e oneroso di quanto non sarebbe stato un recupero tempestivo. Né attenzione è stata data agli abitanti del luogo, coinvolti in una scelta amministrativa di valorizzazione del territorio poi in realtà abbandonata a se stessa.
Il volano di EXPO avrebbe sicuramente potuto rappresentare una opportunità di attenzione al piccolo gioiello del borgo cittadino, provvedendo alla sua rinascita artistica in funzione duratura e riavviando il circuito culturale ed artistico avviato dall’Amministrazione quindici anni fa.
Di EXPO comunque si parlerà nella rassegna di quest’anno: saranno infatti presenti oltre a quasi settanta artisti con alcune delle proprie opere, anche espositori con prodotti tipici e nel pomeriggio di domenica 5 luglio sarà possibile assistere a due conferenze (il Circolo Ra Ca dur Barlich proporrà “ la tradizione gastronomica padano alpina” e letture tratte da “Le vie del latte di P. Camporesi”; sarà invece a cura di Luisa Oprandi un incontro sul tema “ Il cibo nella letteratura”). Nel corso della rassegna saranno inoltre proposti la recentissima pubblicazione “S.Fermo e le sue chiese”, corredata da DVD a cura di Franco Binda e Sauro Martinelli, il volume “Quel borgo di Varese chiamato Penasca” prodotto dal Gruppo culturale Amici di S. Fermo, la raccolta di poesie di Natale Gorini “Vecc e giuin”, corredata da CD con lettura delle poesie ad opera del poeta bosino accompagnato alla chitarra da Simone Folador, piatti artistici dipinti da pittori locali, nonché la tradizionale “palla natalizia” per l’anno 2015.
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