Quando Gesù è venuto sulla terra è come se si fosse risvegliata una nuova primavera: i malati erano guariti, i posseduti dal demonio venivano liberati, i morti restituiti alla vita, ai poveri venivano fatte promesse grandiose, agli sfiduciati era data una nuova speranza…
Ma il messaggio più bello e lieto, nuovo e straordinario, era la remissione da ogni colpa. Era l’inizio di una gioia sconosciuta: una liberazione radicale. In questo modo Dio, prendendone nuovamente possesso, rivoluzionava la terra.
Da allora questa buona novella ha incominciato a fare il giro del mondo, su esplicito comando del Signore Gesù. Prima di salire al cielo, a undici uomini impauriti e confusi, insieme a un piccolo nucleo di donne coraggiose e fedeli, che lo hanno seguito per tre anni, non hanno capito molto di lui, ma lo hanno molto amato e non lo dimenticheranno, affida la diffusione del suo Vangelo, nonostante che dubitino ancora…
Il Card. Carlo Maria Martini, da presidente dei Vescovi Europei, avvertendo la responsabilità che grava sui pastori e sui fedeli, faceva notare: “Solo un’Europa che non rimuova, ma riscopra le proprie radici cristiane potrà essere all’altezza delle grandi sfide del terzo millennio, la pace, il dialogo tra le culture e le religioni, la salvaguardia del creato. […] La Sacra Scrittura è allora anche il libro del futuro dell’Europa, perché nelle sue pagine riconosceremo sempre di più le nostre radici e vi potremo trovare le motivazioni per camminare insieme come grande popolo europeo”.
A dimostrazione di quanto Dio creda in noi, compie un atto di enorme fiducia: ci pone come luce del mondo e sale della terra, lievito nella massa e perfino fuoco, e ci esorta a pensare in grande, a guardare lontano, ad andare dappertutto.
“Andate, dunque”. Fa specie sentire questo linguaggio, di per sé illogico. È come se dicesse: “Io ho il potere e dunque voi fate…”. Tutto di lui è per noi: la sua vita, la sua morte, la sua forza, la sua parola sono a nostra disposizione. L’abbiamo forse meritato tutto questo? Non proprio…
Siamo destinatari di un amore senza ragione. Questa è la sintassi stramba dell’amore. Infatti non il peccato dell’uomo, ma l’amore per l’uomo motiva le parole e i gesti di Gesù.
“Fate discepoli tutti i popoli…”: non a scopo di arruolamento di nuovi adepti, ma per contagiare… un’epidemia d’amore in ogni angolo della terra. Va profumato di cielo questo mondo inquinato dal male, va acceso un fuoco d’amore dove i rapporti umani si sono raffreddati, vanno annunciate parole nuove in sostituzione di tante false, tendenziose, volgari, cattive.
Per questo è opportuno pregare – come faceva mons. Tonino Bello – chiedendo a Dio questa grazia: “Signore, salvami dalla presunzione di sapere tutto; dalla arroganza di chi non ammette dubbi; dalla durezza di chi non tollera ritardi; dal rigore di chi non perdona debolezze; dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone”.
“Sono con voi fino alla fine del mondo”: non va lontano il nostro Salvatore. Come ha fatto con l’incarnazione, ora per mezzo dello Spirito l’infinitamente oltre di Dio sceglie di abitare l’infinitamente piccolo. È in tutte le creature come pienezza di vita!
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