Insistono, per bocca del volonteroso Riccardo Santinon assessore new entry del declinante esecutivo Fontana, nell’annunciare la “riqualificazione temporanea” di piazza Repubblica, il tumore urbano che da fine anni Ottanta deturpa il cuore di Varese. L’intervento prevede l’eliminazione del pergolato inserito durante la prima Giunta Fontana lungo il perimetro dell’ex piazza d’armi e l’abbattimento dei gradoni infelicemente costruiti quando venne costruito il parcheggio il cui abnorme scavo inghiottì la vecchia piazza mercato, compreso il decorosissimo mercato coperto di fattezze liberty.
Nessuno ha ancora precisato quale sarà il costo dell’ intervento destinato a essere cancellato quanto prima dall’attuazione del primo pezzo di masterplan che prevede, attraverso un concorso di idee in pieno e affrettato svolgimento, il recupero, assai problematico, della caserma Garibaldi, la cancellazione di via Spinelli e la sistemazione del sedime da sempre incriminato. Delle due l’una, o si hanno in cassa soldi da gettare alle ortiche oppure si teme che il grande progetto di sistemazione della piazza che, sia detto per inciso, molti varesini, già a livello di masterplan non condividono, possa slittare a data da destinarsi.
Quindi temendo di non poter mettere sul prossimo tavolo elettorale un tacchino arrosto ripieno di prugne e castagne si prepara quanto meno un piatto di lenticchie, tanto per non lasciare a bocca asciutta i commensali – elettori. Solo che a tutt’oggi neppure del piatto di lenticchie si conoscono gli ingredienti e tanto meno i costi mentre si conoscono benissimo quelli sostenuti nel 2007 per “un intervento che andrà a migliorare la vivibilità della piazza e a renderla più armoniosa e accogliente “ come affermava l’ineffabile Gladiseo Zagatto, allora assessore ai lavori pubblici, tra l’altro padre della brutta, costosa e inutile fontana posta davanti alla sede della Questura a Casbeno.
Quel primo abbellimento di Piazza Repubblica costò la bellezza di 86 mila euro più Iva, come su queste stesse colonne ha ricordato Daniele Zanzi il 10 aprile scorso. Con quella somma venne finanziato: “…l’impianto di un pergolato in ferro zincato nell’area centrale, con la posa del falso gelsomino sempreverde a copertura della struttura … il pergolato – recitava sempre Zagatto – sarà affiancato, nelle parti laterali, da due gazebo abbelliti da rose rampicanti rosse. Le piante attualmente presenti saranno spostate nel Parco di Villa Augusta”. “Dove – chiosava Zanzi – sono andate incontro tra l’altro a morte indecorosa”.
Insomma un fa e disfa che oggi troverebbe motivazioni in ragioni di sicurezza perché cespugli e gradoni sarebbero un riparo sicuro per gli sbandati da tempo ormai frequentatori abituali del non luogo per eccellenza del centro cittadino. Che la Piazza, con via Medaglie d’oro e l’intero comparto delle stazioni, siano zone degradate e a rischio nessuno lo nega. Gli episodi di violenza, di molestie e aggressioni ( clamorosa quella alle forze dell’ordine ai primi di aprile ) sono lì a dimostrarlo. Tuttavia appare legittimo chiedersi se sia il caso davvero di gettare nuove risorse per una piazza destinata ad essere comunque cancellata e rifatta a breve termine. Probabilmente sarebbero sufficienti maggiori controlli, magari anche facendo ricorso alla vigilanza privata, e più opportuno sarebbe dirottare invece i fondi verso interventi più urgenti. Quali? Dai tombini intasati – moltissimi – ai marciapiedi, dai graffiti al risanamento di via Como e Piazza Canonichetta. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
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