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Cara Varese

LA SALUTE ROTTAMATA

PIERFAUSTO VEDANI - 19/06/2015

ospedaleNon si sa sino a quando la classe politica nazionale potrà abusare della pazienza di noi cittadini. Traducendo in lingua una azzeccata sintesi del mio amico Piantanida, antico cultore di studi, riti e comportamenti d’epoca staliniana, non abbiamo più natiche per ciapà pedate. Le ultimissime sono poi di marca francese e particolarmente umilianti, ma un pregio alla fine l’hanno: ci ricordano che da sempre all’estero non godiamo di un minimo di considerazione. Anche se, come convinti fondatori dell’Europa dei popoli, abbiamo messo alle spalle la notte della dittatura.

Da rottamati dell’Europa non possiamo sentirci meglio come cittadini spremuti da tutti i governi che si alternano a Roma e nelle regioni, da una classe politica che ti spiega come si fa, che parla di riforme, tagli e risparmi mai però cominciando dalle istituzioni in cui essa agisce percependo stipendi e bonus di dimensioni ignobili, se pensiamo alle pensioni di chi ha lavorato duramente una vita.

Non parlo delle Regioni a caso: una forma di decentramento amministrativo che dopo mezzo secolo si è confermato un penoso duplicato del potere centrale, almeno qui da noi a Varese.

In diversi settori abbiamo toccato con mano quanto fosse più lucido, organizzato, rapido ed efficace il collegamento con la stanza dei bottoni romana. Dove c’era un sistema collaudato, stabile, non necessariamente legato ai mutamenti politici ma a più vaste esperienze di governo, dovute anche ad apporti personali di politici non alle prime armi. Roma inoltre si faceva carico dell’impegno coinvolgendo a livello locale anche la società civile, la migliore guardiana possibile in alcuni settori della vita pubblica.

Potremmo parlare di economia, trasporti, collegamenti, viabilità, turismo, cultura, ma la parcellizzazione regionale ha davvero devastato la sanità, oggi costosissima e spesso inefficiente.

È in atto una revisione delle spese, era necessaria, ma a casa nostra, qui al Nord Ovest, viene attuata con criteri fuorvianti, inaccettabili, ingiusti. La questione è nota: Varese non aveva “speculato”, aveva addirittura posti letto ospedalieri in numero inferiore rispetto a quanti la legge le riconosceva. All’inizio degli anni 2000 parte il progetto del nuovo monoblocco, viene accreditato da Milano per 758 posti letto: Varese prepara un eccellente e innovativo piano, totale 757 posti. In questi anni al massimo ne sono stati attivati 560, i cittadini hanno vissuto tempi di sofferenze, disagi, polemiche nel totale silenzio della politica, tutta, e delle istituzioni in particolare dei sindaci. Milano da parte sua non ha mai detto “cari giornalisti vi sbagliate”. In Regione tacciono, vergognosamente, anche le opposizioni. Credo che si abbia tutti il diritto di sapere se la salute dei varesini è stata ed è tutelata come prevede la legge.

I varesini devono essere in grado di valutare se è giunto il momento di cercare qualche spicchio ancora libero dei ciapp indicate dal Piantanida.

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