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Apologie Paradossali

CI MANCANO DIGNITÀ E FIDUCIA

COSTANTE PORTATADINO - 05/06/2015

“Ci hai tagliati fuori da tre apologie consecutive”. Onirio Desti e Bastiano Conformi mi accerchiano, mentre sto per mettermi al computer. “Pazienza per i MiserAbili, era un tuo tesoretto personale, ma ci hai lasciati fuori dall’EXPO, tutto per dare spazio alle lagne e contro lagne di due cattedratici, per dire poi che hai ascoltato un premio Nobel e magari per ricordare che tu sognavi un’EXPO più bella e intelligente; ci hai pure scritto un libro”.

“Pubblicato, solo pubblicato, con non più di due pagine mie. In ogni caso non mi interessa tanto il fenomeno espositivo, era inevitabile, perfino desiderabile, che diventasse una fiera popolare e non un club di scienziati. Difatti ho seguito due eventi scientifici ‘fuorisalone’ e ancora non mi sono immerso nel gradevole carosello di profumi e sapori tra cardo e decumano”.

“Adesso lasciaci guidare il dialogo – insiste Bastiano – per una volta. Sono successe tante cose paradossali che te presentiamo una raffica: per prime le elezioni regionali, con Renzi che vince 5 a 2, ma pure perde almeno due milioni di voti, la Bindi che censura De Luca e lui che querela lei, lei che pretende scuse dal PD; Salvini che fa il leone con i temi anti immigrati e antieuro, con voti raccattati un po’ dappertutto e intanto dimentica la Lega originaria, quella che voleva la secessione; Berlusconi che sbaglia festa elettorale e incita a votare il candidato avversario, Blatter che si fa eleggere e si dimette dopo due giorni, Platini che candida un principe giordano quando sa che perderà e due giorni dopo, quando potrebbe vincere, si capisce che il candidato sarà lui e … non ti bastano?”.

“Ne crescono persino! Anzi, sono tutte contraddizioni, magari errori, pure strafalcioni pazzeschi, non paradossi. Il paradosso è una verità misconosciuta dalla maggioranza, qualcosa che troppo difficilmente si impone al pubblico, rimane nascosta dall’apparenza, dalla doxa, appunto. Dire ‘non di solo pane vive l’uomo’ è un paradosso, difficile ma vero; che Valjean, nei Miserabili, sconti diciotto anni di prigione e sia braccato per tutta la vita è una contraddizione alla giustizia. Semmai è un paradosso, per quel tempo che Victor Hugo sostenga, attraverso il romanzo, l’inutilità di pene sproporzionate ed è un paradosso che proprio in questi giorni di continui scandali e delitti il senatore Manconi riproponga l’inutilità del carcere e la sua abolizione, ma chi può negare almeno un fondo di verità?”.

“Ah – Onirio sembra risollevarsi da una specie di apatia – ecco un paradosso: proprio oggi ho sentito ad un convegno sull’Islam che i capi, sia politici sia militari del IS, lo Stato Islamico, si sono formati nelle carceri degli americani, alla scuola del rancore e della vendetta, dove erano stati buttati per la loro fedeltà a Saddam Hussein”.

“Qui è un po’ più evidente l’effetto inaspettato, quindi paradossale, di un’azione che mirava al suo opposto, si tratta piuttosto di un danno collaterale, di un effetto indesiderato, ma che era noto, almeno in teoria. Piuttosto ti sarai reso conto che i vari governi occidentali, che a turno hanno ficcato le mani nel nido di vipere mediorientale e nordafricano, hanno sempre rimediato morsi più che velenosi, tanto che ora, quando i nemici, sia Al-Qaeda sia IS, ben più temibili di quelli di vent’anni fa, minacciano di portare il terrorismo fin dentro le nostre case, la scelta dei governi occidentali è di fare il meno possibile, quel tanto che basta per anestetizzare l’opinione pubblica dei propri Paesi, sperando che alla fine la spuntino i meno peggiori. Il paradosso degli antichi era ‘se vuoi la pace, prepara la guerra’. Quello di oggi potrebbe essere: ‘se sei costretto a fare la guerra, devi sapere che pace vuoi fare’, altrimenti, come oggi in medio oriente, non saprai nemmeno chi sono i tuoi veri amici”.

“Proprio come Renzi! – ora è Bastiano che si agita – Chi sono gli amici e chi i nemici? Battuto in Liguria dai nemici-amici interni, trionfante in Puglia grazie agli amici-nemici altrettanto interni, salvato in Campania da amici esterni nonostante il tentato affossamento di amici-nemici interni. Ho capito bene?”.

“Mah! Temo di sì. Allora lasciatemi concludere con una piccola apologia paradossale per il nostro piccolo scrivano (di twitter) fiorentino. Certo, le sue amazzoni, lanciate alla conquista del Veneto e della Liguria sono state abbattute, mentre i vecchi cavalloni della ditta, grazie a qualche soccorso esterno, ce l’hanno fatta. Ma questo è esattamente quello che doveva fare, anzi, cominciare a fare. Ora deve capire che non può fermarsi sul più bello, deve costruire progetto e struttura del nuovo partito rendendo inoffensivi i nemici interni dichiarati e riconducendo al lavoro comune coloro che si differenziano senza essere dannosi. Non fece così anche De Gasperi e dopo di lui Fanfani e Moro? I transfughi verso sinistra potranno essere in numero anche maggiore, ma la conquista del centro ne ripaga ampiamente l’esodo, specialmente in tempi difficili per il centro destra, tentato ed eroso dal paralepenismo salviniano. Insomma, ha fatto il meglio possibile e può completare l’opera. Attenti però, qui il paradosso sta in agguato, che a quel punto anche il centro destra, necessariamente, prima o poi, troverà un vero leader, adeguato a programmi innovativi e capace di risvegliare l’elettorato moderato dormiente o scandalizzato e rassegnato”.

“Allora ne vedremo delle belle e magari tornerà il gusto di fare politica!”

“Spero di sì, ma non dimentichiamo fin d’ora che, come Stato e come realtà economica, siamo una parte nemmeno troppo grande di una gracile Europa, circondata da un arco di crisi geopolitica che va dai Balcani attraverso l’Ucraina fino al Pakistan e da lì attraversa il medio oriente fino all’Africa atlantica, in un mondo a sua volta sottoposto alla pressione economica della crescita cinese e indiana. Un politico italiano, per non essere ridotto al rango di piccolo vassallo, di esattore di tasse e dazi decisi altrove, dovrà aver prima ridato coesione nazionale e dignità morale a questo popolo, tanto simpatico, ma tanto sfiduciato. Un dovere che nessuno può pretendere di sapere compiere da solo”.

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