Difendere la legalità, combattere contro le ingiustizie, lottare strenuamente conto la criminalità in tutte le sue forme, anche quando la sfida può essere perdente. È nella convinzione di fare il proprio dovere che l’essere cittadini si realizza, è nella certezza di compiere il proprio dovere sempre, anche quando può costare il sacrificio della vita, che la vita stessa assume una valenza superiore, diventando riferimento per tutti coloro che credono nella forza della verità.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono un esempio da ricordare. Hanno offerto la loro vita per difendere la nostra, per farci capire che la bellezza passa anche attraverso il sacrificio estremo. Li abbiamo amati, condivisi, seguiti e il loro esempio è ancora qui nel nostro cuore più vivo che mai. È qui presente nella nostra speranza, nel desiderio di pace e fratellanza che portiamo dentro, nella voglia di cancellare quel male che semina morte e disperazione, nella volontà di operare il bene, di diventare costruttori di verità e difensori del diritto.
Giovanni e Paolo ci hanno insegnato ad essere coraggiosi, a non abbandonare mai la speranza, la fiducia nel bene, nella giustizia, nella legalità, continuano anche oggi a ricordarci che il bene è più forte del male e che nulla può fermare cuori che non si piegano alle iniquità. Ci hanno insegnato che per combattere la mafia e la malvagità umana bisogna partire da un’educazione ferma, rigorosa, aperta e solidale, da una formazione civica e sociale che scava nel profondo, mettendo a nudo le debolezze umane e la certezza di poterle combattere e sopraffare.
È per questo che entrambi hanno amato la scuola come strumento di crescita umana, culturale e civile, ed è per questo che hanno sempre mantenuto un rapporto stretto con i giovani e le loro aspirazioni. La scuola è un potente deterrente contro ogni sorta di iniquità mafiosa, è il luogo in cui si apprende a valorizzare la persona, la sua ricchezza, la sua immensa capacità di creare e di realizzare, la sua capacità di crescere libera dai condizionamenti del male. Una scuola con ampi riverberi sociali, pronta sempre a sostenere la fede nella forza umanizzante del sapere, la sua capacità di creare uomini nuovi, uniti nella forza del coraggio, nella saggezza delle volontà, mai incerti sulla strada da prendere, infinitamente liberi ma determinati nella scelta del bene come strumento di trasformazione delle povertà umane.
È per questo che la scuola diventa centro di trasformazione sociale, centro di umanità permanente, dove s’impara a lottare contro chi vorrebbe immergere nel fango la bellezza di cui siamo eredi e testimoni. Combattere la mafia significa estirparla alle radici e alle radici della condizione umana ci sono i giovani con le loro aspirazioni, con la loro sete e fame di vita, con la loro voglia di crescere liberi e indipendenti, potendo contare sul lavoro come strumento di realizzazione personale. È in questa direzione che l’omertà cade e non si rialza, è sulla via della verità che lo spirito prevale sui materialismi, è nella capacità di ricordare, pensare, ragionare, vivere e sognare che il male cede le sue armi. Giovanni e Paolo hanno pagato un prezzo molto alto per realizzare il sogno di un paese libero dalle iniquità, lo hanno fatto consapevoli di un impegno avvolgente, assoluto, determinato, sapendo che un giorno qualcuno avrebbe seguito il loro esempio, aprendo di nuovo la via alla speranza. Ricordiamo dunque questi due eroi capaci di ricreare in noi la fede nella legalità e nella giustizia a distanza di molti anni ormai dal loro estremo sacrificio. È con i giovani che il loro messaggio continua a volare nel limpido cielo di un paese che vuole ritrovare i suoi valori e la sua strada.
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