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Cara Varese

RINCORSA LUNGA UN ANNO

PIERFAUSTO VEDANI - 29/05/2015

Maggio 2011: i candidati sindaco si confrontano al teatro Apollonio

Maggio 2011: i candidati sindaco si confrontano al teatro Apollonio

Anche se sarà una rincorsa lunga un anno il mondo politico già ribolle per il cambio della guardia a Palazzo Estense. È normale che dopo due mandati il sindaco Fontana si farà da parte e i cittadini eleggeranno il suo successore e i candidati al Consiglio comunale.

Sui mass media affiorano le prime indiscrezioni: negli ambienti leghisti sarebbero ben visti alla guida della città Massimo Ferrario, ex presidente della Provincia e l’attuale prefetto Giorgio Zanzi, mentre nella galassia del PD si guarda a un giovane nonno come Daniele Marantelli e, anche dal punto di vista anagrafico, a una matricola come Civati.

Ne arriveranno altre di “nomination” e alla fine sulla scheda elettorale troveremo complessivamente un’espressione di qualità civica tale da comporre una giunta che passerebbe alla storia.

Ma basta scegliere un ottimo candidato per avere poi una giunta comunale molto efficiente? Forse una volta, ma oggi in presenza del delirio partitocratico nazionale non si può esserne certi, anzi.

Come da tradizione quando si presenta la tornata elettorale gli schieramenti politici puntano infatti tutto sul sindaco, ma sanno che alla fine essi tradiranno aspettative e speranze degli elettori se poco o nulla avranno fatto per supportare nel tempo il prescelto anche con il partito o con una coalizione veramente adeguati alle esigenze della comunità da governare.

In particolare Varese e il suo territorio possono essere l’esempio della trascuratezza della politica che li rappresenta nei centri di potere regionali e nazionali.

È la cronaca di parecchie legislature a evidenziare la solitudine logorante dei primi cittadini dei centri, grandi o piccoli, delle periferie regionali. A Varese oggi saremmo a un bilancio ancora più pesante se negli ultimi tempi non ci fosse stato Maroni nelle vesti di opera pia dal momento che nemmeno l’opposizione di Palazzo Lombardia in situazioni delicate e di interesse generale si è ricordata della comunità che rappresenta.

Noi abbiamo vissuto anni ancora dignitosi grazie all’onda lunga di un boom economico che ci ha visti primeggiare in Italia ed essere anche riferimento all’estero, poi nessuna delle novità politiche come Bossi, Formigoni, Berlusconi ha aiutato veramente la comunità e i sindaci a crescere, a difenderci. Anzi, a volte siamo stati danneggiati quando ci hanno imposto di esprimere voti -salvagente, cioè eleggendo candidati del tutto estranei ai nostri problemi. E abbiamo pure patito tagli e predazioni in ambiti sociali di primaria importanza per coprire errori e pessime programmazioni dei presunti grandi strateghi del Centrodestra.

Nella Varese scodinzolante serbatoio di voti oggi c’è stata una forte reazione con un interessante fai da te non strettamente politico come le battaglie civiche per l’ambiente. Sorprendenti raccolte di firme hanno confermato la debolezza dei partiti di maggioranza che non si sono nemmeno sprecati nel difendere il sindaco.

Un segnale che anche e soprattutto i futuri candidati alla successione di Fontana dovrebbero saper leggere bene alla luce del molto di “vecchio” che resiste nei partiti storici di casa nostra.

Qui da noi non cambierà nulla, i clan di azzurri e formigoniani continueranno a essere dominanti rispettivamente come sottostazioni di Gallarate, feudo del Subcomandante Caianiello, e come aggregazioni milanesi e varesine guidate dalla spiritualità del loro patrono Formigoni, di questi tempi impegnato in illuminanti silenzi e nella educativa spiritualità invocati in ambito aeroportuale.

Non ci saranno ribaltamenti nemmeno nella Lega, se non qualche miglioramento in termini di sensibilità almeno sino a quando Maroni reggerà in Regione.

È dunque difficile che ci potrà essere un nuovo sincero patto tra candidati ed elettori? Per la maggioranza l’ipotesi di continuità passatista gode di maggiore credito. Possibilità migliori per il PD (nel quale Marantelli ha dato la sua disponibilità alle primarie): da Palazzo Estense potrà richiamare in servizio e di corsa i suoi incredibili vacanzieri regionali.

Previsione impossibile sulla sorte del battaglione di contestatori organizzati: non tutti i componenti amano i partiti e se contano su forti personalità, al momento non hanno i numeri per gestire da soli Palazzo Estense.

Sulla carta vengono visti come eccellenti alleati. Certamente un po’ scomodi, ma liberi. Con loro ci sarebbe la prima grande rivoluzione della Varese dell’età contemporanea. Pari a quella laica e risorgimentale che ebbe momenti di partecipazione davvero straordinari e inattesi.

Come il minestrone preparato dalle monache di clausura (!) del Sacro Monte per sfamare i numerosi varesini che per sfuggire alle cannonate del generale austriaco Urban si erano rifugiati sulla loro tanta amata montagna.

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