Più si va avanti nella vicenda della riqualificazione di Piazza Repubblica e più aumentano le mie perplessità. Più il Palazzo tenta pubblicamente di chiarire e di spiegare e meno riesco a capire.
A complicare ulteriormente i miei dubbi ha contribuito l’incontro pubblico dello scorso lunedì 25 maggio al Salone Estense dove autorità comunali, provinciali, regionali e accademiche, rappresentate lì ai massimi livelli – tutte insieme appassionatamente – hanno presentato in pompa magna i bandi e il progetto di riqualificazione. Al tavolo dei relatori sedevano anche i presidenti di tre Ordini Provinciali – architetti, ingegneri, agronomi – che hanno pure fornito il patrocinio al concorso (sarebbe interessante verificare se gli iscritti a queste categorie professionali condividano o meno questo pubblico sostegno dato all’iniziativa dai loro presidenti).
Per l’occasione è stato pure inventato un logo – “Varese Repubblica “ – e ingaggiato un consulente d’immagine, per altro rimasto cheto e silenzioso. Come spesso accade in queste occasioni – e non potrebbe essere diversamente – poche le voci fuori dal coro – tra cui la mia – molti gli scontati applausi, i trionfalismi, gli elogi e le autocelebrazioni; poche invece le risposte fornite ai dubbi posti dalla platea.
Tutti i varesini, ovviamente, sentono la necessità di riqualificare la piazza; nessuno può essere contrario. È dal 2007 che se ne parla, che si fanno proclami, che si investono quattrini, che aspettiamo…
Nella sala, gremita, ho respirato un’aria di appiattimento, quasi rassegnata alle parole ridondanti delle autorità che si sono succedute nel parlare. Più che un’informazione si trattava di una celebrazione.
Maroni ha citato il bando come esempio eclatante del “modello Lombardia”: ovverossia lavori fatti in tempi stretti, costi rispettati e con il coinvolgimento del territorio. I varesini, fiduciosi e speranzosi, rimarranno in trepida attesa del rispetto dei primi due parametri, in cui la Regione Lombardia, a onor del vero, non ha certo dato esempio di virtù – vedi Expo -; sicuramente,almeno come si è operato fin qui, il progetto della piazza non ha certo brillato per coinvolgimento del territorio e dei cittadini, anzi !
I varesini hanno saputo del masterplan e del conseguente accordo di programma poco prima di Natale 2014. Non è stata data a nessuno la possibilità di contribuire o collaborare.
A nulla sono valse le voci critiche, che subito si sono levate, collegate alle nuovi assetti vincolanti dell’area, alla prevista demolizione del Collegio S. Ambrogio, ai rischi collegati ad un progetto finanziario con privati che vedrà lo storico Colle di Montalbano edificato a fini speculativi. Da più parti si alzano voci di allerta, si chiede di ripensare alle destinazioni e agli investimenti; la risposta è stata invece l’accelerazione dei cronoprogrammi e delle procedure. Bisogna fare in fretta – forse perché le elezioni sono vicine – e quindi bisogna dimostrare di saper fare!
Per il nostro sindaco la condivisione e il coinvolgimento non sembra essere altro che l’auspicio e la promessa di indire un referendum online tra i varesini che esprimeranno le loro preferenze sul progetto migliore, già peraltro assegnato da una giuria di cinque esperti! Quindi esprimersi su quanto già deciso e stabilito; sinceramente poteva risparmiarselo e con lui chi ha proposto questo referendum.
Alcune considerazioni sono d’obbligo a questo punto e meriterebbero quelle pubbliche risposte che non sono state date nella sera del 25 maggio:
1 – I varesini vorrebbero conoscere i criteri d’affidamento per lo studio e l’elaborazione del masterplan.
Di solito questo strumento urbanistico – le fondamenta portanti di ogni progetto – richiede tempo e studi. Di solito ci si affida professionisti collaudati e, vista l’importanza delle opere, con curriculum adeguato.
È stato fatto? Il masterplan detta legge e regole a tutto, conduce le danze. Se un masterplan dà indicazioni di percorso errate o inadeguate, non condivise e slegate dal territorio, tutta la progettazione successiva ne risentirà. Un errore di partenza genererà errori.
Un masterplan votato alla riqualificazione di una piazza pubblica degradata dovrebbe avere lo scopo principale di razionalizzare gli spazi. E di sicuro, nel caso specifico questo documento urbanistico sembra un collage di idee buttate lì con interventi slegati e sproporzionati negli investimenti.
I progettisti concorrenti saranno vincolati nel loro lavoro creativo da fondamenta errate e inadeguate; il prodotto che ne deriverà non potrà essere che fragile ; l’ennesima frittata come ho sottolineato nel mio intervento alla pubblica presentazione.
2- Il cronoprogramma del bando, accessibile il 7 maggio, dà ai progettisti tempi oggettivamente strettissimi; entro il 30 giugno i concorrenti dovranno presentare idee progettuali che saranno analizzate da una commissione, non ben identificata, ed entro il 30 luglio saranno selezionati i dieci concorrenti ammessi alla fase di progettazione esecutiva che scadrà il 16 novembre così da dare modo di proclamare il vincitore entro Natale 2015. I tempi virtuosi e stretti di Regione Lombardia, come auspicato dal Governatore, saranno sì rispettati, con buona pace di chi mette in dubbio l’efficienza e la trasparenza dei lùmbard, ma sicuramente a svantaggio dei contenuti qualitativi che mi sembrano oggettivamente un poco più importanti.
3 – I bandi di concorso sono in realtà due; il primo, con un finanziamento di soli 7 milioni di euro, riguarderà la sistemazione della caserma e della piazza; il secondo molto più corposo e appetibile – 25 milioni di euro – il teatro e la collina di Montalbano con la prevista demolizione del Collegio Sant’ Ambrogio per far posto ad interventi speculativi privati. Ambedue i concorsi saranno in contemporanea; vi è quindi il rischio concreto di produrre una scarpa e una ciabatta ovverossia due progetti che non si compenetreranno e potrebbero essere due anime avulse l’una dall’altra. In poche parole la mano destra non sarà in grado di stringere la sinistra !
A giustificazione si è detto che questa modalità si rende necessaria stante la tipologia diversa dei due bandi: uno pubblico su proprietà pubblica; l’altro invece con la partecipazione dei privati. E appunto qui gradirei delle risposte tranquillizzanti a proposito di un intervento edilizio privato del valore stimato, da alcuni, di più di 40 milioni di euro.
4 – Giustamente la composizione della Giuria giudicante sarà, in questa fase,anonima. Si sa che due membri saranno nominati dall’Ordine degli architetti e scelti tra docenti universitari di “chiara fama”, due dall’Ordine degli Ingegneri e uno dall’Amministrazione. Ma quali sono i criteri di scelta? Vorremmo essere tranquillizzati sulla loro reale competenza e non su un’eventuale appartenenza.
5 – Il governatore Maroni ha affermato “che a Varese verrà il mondo”, come partecipanti: staremo a vedere! Certo che nella sala qualche sera fa aleggiava una certa confusione sui numeri dei potenziali partecipanti – un po’ come i numeri degli ingressi a Expo – : mi è parso di capire che si confondevano le adesioni con le registrazioni effettuate al sito. Di fatto chi si registra non necessariamente poi parteciperà.
Maroni l’altra sera, per elegantemente “non rispondere” alle voci critiche della platea, ha affermato: “Almeno una volta tanto che si fanno le cose per bene… c’è sempre qualcuno che critica”.
Quell’almeno dice molte cose sull’operato passato e futuro di questa amministrazione…
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