Alberto Contador era atteso. Con tanto più o meno fantasiosi – comunque gradevoli – pensierini sulla sua simpatia per il Giro d’Italia quasi che, soprattutto, su questo più che su altre prove di primo piano, si appuntassero i sogni di gloria del campione iberico.
La realtà avrà, però, molto più probabilmente, orizzonti ben più vasti da esplorare. Simpatia per simpatia, le vittorie lo sono tutte. E quando si affrontano le classiche più importanti non sembra proprio il caso di ridurre la misura delle gratificazioni che possono portare.
Certamente Contador è accompagnato anche da grande simpatia da parte dei tifosi italiani che hanno sempre apprezzato la sua riservatezza e serietà sminuita non più di tanto dall’inciampo capitatogli, tempo addietro, in fatto di doping. Una delusione – chiaramente – quella ma parzialmente ridotta dalla sua successiva ripresa in assoluta modestia e a maniche rimboccate per recuperare, con non poco sforzo ma in serietà ed umiltà, il tempo moralmente perduto. Con sforzo – si diceva – e con tenacia rendergli ancora possibili quegli alti gradini che prima gli erano soliti e che alcuni già davano per definitivamente scomparsi dalle sue possibilità. All’Abetone ha già conquistato la maglia rosa con la smentita di quel “già” che ha un significato preciso.
Forse un po’ presto per un uomo che proprio non dispone di una squadra che lo possa adeguatamente aiutare (ma non era il caso di capirlo prima?) e nelle cui file non sarà certo (purtroppo) la presenza del “nostrano” Basso a potergli essere di grande aiuto. Dovrà, allora, cercare, appoggio, Contador, in qualche nome di volta in volta compiacente e disposto a dargli una mano. Altra cosa, però, che avere una squadra a disposizione.
Quella, potentissima, di cui dispone Fabio Aru che in fatto di possibilità di appoggio al campioncino sardo certamente non scherza. Quell’Aru che, al momento tutti danno come principale antagonista (salvo… errori e omissioni) dello spagnolo e la cui ruota è stata un incubo per Contador la cui vista non l’ha mollata un secondo.
Ed è questa anche la ragione che ha portato Contador a non mollare (o forse, si diceva ad anticipare) lasciandosi sfuggire un’occasione a portata di mano quasi più sotto forma di una necessità che un’opportunità per rimettersi in rosa.
Resta da sperare che al duello tra i due si aggiunga altra concorrenza quanto può bastare almeno per vivacizzare la situazione. Anche se alcune simpaticissime imprese fatte di bellissima gioventù non abbiano mancato di dare luogo a interessanti considerazioni.
E anche in questo si possono trovare l’apprezzamento e la vivacità di una corsa.
You must be logged in to post a comment Login