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SENTENZA DA… GIUDICARE

ETTORE PAGANI - 15/05/2015

Tutto può essere. Ma che la sentenza del Tribunale di Verbania abbia un seguito favorevole è quanto meno dubbio. Ci si riferisce a quella decisione che, creando un precedente inusuale, ha imposto alla società di appartenenza di un giovane calciatore minorenne di restituire allo stesso la somma di 1.500 euro che detto calciatore aveva versato alla società (Virtus Villadossola) per riscattare il proprio cartellino.

Val la pena, al riguardo, ricordare che se nella normativa del calcio giovanile il comportamento della società ha trovato accoglimento non sarà tanto facile che la giustizia ordinaria possa scardinare quanto è stato previsto ed accertato come in piena legittimità. D’altro canto la prassi societaria non può essere stata che rispettosa di una normativa che gli organi superiori calcistici hanno sempre riconosciuto.

Si tratta nel caso, insomma, di un riconoscimento alla società di un corrispettivo per tutto quanto possa essere stato il costo della presenza di un giovane nelle proprie file per tale intendendosi l’assistenza tecnica e materiale. Una situazione questa che è sempre stata riconosciuta – si diceva – dagli organi dirigenti il calcio minore riconosciuta e consacrata al momento dell’entrata del giocatore nelle file del sodalizio da norme contrattualmente sancite.

Dunque la sentenza se così si deve interpretare, non pare possa avere grande seguito.

Diverso, invece, sarebbe il giudizio da formularsi al riguardo e se il Tribunale di Verbania avesse così statuito per avere rapportato la società il minore personalmente ravvisandosi, allora, una vera e propria incapacità che non investirebbe solo il caso specifico ma qualsiasi azione di qualsiasi minore. Se così fosse la sentenza non avrebbe certamente sancito proprio nulla di nuovo applicando puramente e semplicemente la normativa vigente.

Così, ad un sommario esame, si dovrebbe ritenere che proprio in questo senso abbia statuito il Tribunale di Verbania. Senza i clamori di sorta largamente diffusi.