Il divorzio fa male al cuore! sostiene una recente faticosa ricerca scientifica. Ma quale cuore? Ci si chiede: cosa s’intende per cuore? Un mio amico sacerdote per cuore intende (sempre che io abbia ben capito) quel profondo sentimento innato nella natura umana, che ti fa ricercare il significato della tua esistenza, della tua dipendenza dal concetto di Dio, che ti dice di amare nel tuo profondo Dio.
Ebbene no! I ricercatori in oggetto, che hanno lavorato per ben otto anni e più, esaminando quindici migliaia di poveri diavoli divorziati (ma non avevano qualcosa di meglio da fare? Chi è il buontempone che li ha finanziati?), hanno dimostrato che questi “poveri diavoli” vanno incontro con maggior frequenza a infarto o malattie di cuore, inteso come instancabile organo del nostro organismo che passa il suo tempo a pompare sangue (favoloso liquido rosso – pieno di misteriose miracolose proprietà di cui pochissime a noi note – che insieme al cuore ci fa campare questa “amara” o “bella” o “insulsa” o “favolosa”o “dolorosa”, ma comunque UNICA vita).
Sì, va bene, ma perché succede questo? Perché il cuore va in crisi se il suo proprietario pianta quella “stronza insopportabile” che qualche anno fa l’ha sedotto facendogli credere che la massima felicità era dividere il tempo, il desco, il letto e quant’altro con lei? Ovviamente questo discorso è ribaltabile all’altro genere, alla parte del “lei”, che oltre a tutto risulta essere un pochetto più esposta alla malattia. E poi il discorso non si ferma qui. Questi “poveri diavoli” di divorziati ricommettono l’errore – o il buon proposito – di risposarsi. Ma non si fermano qui! Ridivorziano … e il rischio aumenta! Eh, ma vanno proprio a cercarsela, potrebbe dire qualcuno a questo punto! Sì, ma non viene fuori il perché succede.
Noi sappiamo che per divorziare, ricombinare accoppiamenti, navigare nel mare agitato della così detta “famiglia allargata”, che consegue a certe discutibilissime decisioni, bisogna avere non pochi soldi, anzi qualcuno dice un “mare” di soldi …. Allora vien da chiedersi: il cuore va in crisi perché è attaccato ai soldi più che al sangue e soffre tantissimo perché questi scappan via più velocemente del sangue, che lui deve pompare? Forse è qui che nasce tutto, forse qui il nodo eziologico.
Qualche filantropo ora ha messo assieme il “divorzio breve” molto, ma molto meno costoso. Qualcuno ha già detto: attenti! Apparentemente meno costoso. Beh. È tutto da risperimentare e ai ricercatori sopraddetti si apre ora la necessità di rifare tutto il lavoro cercando altre quindici migliaia di soggetti (“incoscienti” dice qualche mio amico eternamente sposato o al contrario eternamente “single”) che hanno seguito questa via nuova, per valutare come si comporta il loro cuore.
Ma per molti il cuore è tutta un’altra cosa. Non è il cuore teologico del mio amico prete, nemmeno il cuore “spilorcione” ipotizzato, ma invece è un romanticone che sente violini suonare tutte le volte che due occhi femminili (o viceversa maschili) incrociano con i suoi e il cuore va in tachicardia. Allora il tutto non è più un problema di semplice economia, ma di oftalmologia! Ma il rimedio? Semplice: un buon paio di occhialoni assolutamente neri da mettere sempre, sempre anche quando piove. Mia moglie me li ha appena regalati.
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