La città ha la forte necessità di rimettersi in moto, innovarsi, cambiare, aprirsi all’Europa e al mondo, attrarre investimenti ed in particolare di “fare”. Per troppo tempo il “fare” (che dovrebbe caratterizzare l’agire di una buona amministrazione e della politica) è stato trascurato mentre invece deve essere riportato al centro dell’iniziativa amministrativa della città.
Varese nei prossimi anni deve ridiventare una città dinamica, in continuo movimento, in grado di guardare lontano e valorizzare il presente. Deve trarre ispirazione da quello che sta avvenendo a quaranta chilometri di distanza nei padiglioni di Expo in cui è esposto il progresso, la vivacità e la bellezza del mondo.
La “città giardino”, la nostra città non può rimanere indifferente a tutto questo, non può rimanere ferma mentre tutto cambia intorno a noi.
L’intervento di piazza Repubblica e la realizzazione del nuovo teatro da parte di Regione, Provincia, Università dell’Insubria e Comune di Varese rappresentano un’occasione importante per riqualificare e riportare alla fruibilità pubblica l’intero comparto che negli ultimi anni è diventato una vera e propria area dismessa inserita nel centro della città ma, soprattutto, l’occasione di fare, finalmente, qualcosa di importante, di nuovo e speriamo anche di bello a Varese.
La riqualificazione del comparto Garibaldi-Repubblica deve essere l’inizio della creazione di una vera e propria smart city.
La città di Varese, anche in ragione della grave crisi economica, non può permettersi di rimanere ancorata al passato e perdere l’opportunità di realizzare qualcosa di nuovo. Nel corso degli ultimi anni, purtroppo, abbiamo infatti assistito all’annuncio di progetti (il progetto stazioni, la Gasparotto-Borri, il prolungamento di viale Europa, l’Accordo di programma del colle di Biumo, il parcheggio della Prima cappella, eccetera) che, come prevedibile, in ragione dell’insostenibilità economica, si sono arenate prima ancora di partire.
La città, dopo venti anni di “gelo progettuale”, ha l’occasione, grazie alla condivisione di tutte le forze politiche più rappresentative (maggioranza ed opposizione), di unirsi dietro un progetto che deve essere realizzato per risanare una parte importante e strategica del centro cittadino.
Tale progetto, ferma la possibilità di apportare varianti e/o migliorie tese a ridurre il più possibile ogni tipo di impatto, sotto il profilo urbanistico raffigura un tipico esempio di riqualificazione che, tra l’altro, rispetta le recenti normative in materia di divieto di utilizzo di suolo inedificato.
La riqualificazione di Piazza Repubblica ed il recupero funzionale (a biblioteca-polo della cultura) della Caserma costituisce un incontrovertibile intervento dotato di un significativo e predominante interesse pubblico nonché uno strumento per prevenire l’insicurezza e la violenza.
Se nelle aree degradate ed insicure tornano le persone ed i cittadini per bene la violenza non prolifera e la città diventa più sicura. L’aver lasciato colpevolmente piazza Repubblica nello stato di abbandono in cui versa ha fatto di tale luogo il punto di aggregazione per la delinquenza ed ha impedito che i varesini possano usufruire di tale area centrale della città.
Se non si interviene presto su una riqualificazione generalizzata del tessuto urbano della città cercando di riattivare la vocazione produttiva e commerciale vi è il serio rischio che il fenomeno di piazza Repubblica possa ripetersi in altre zone. Troppo tempo è infatti passato senza che non si avvertisse l’esigenza da parte dell’amministrazione comunale di creare “valore” al bene comune e allo sviluppo di spazi di incontro e vivibilità per tutti i cittadini. Non uno, ma molteplici luoghi della città, dovranno segnare una netta discontinuità contro il persistente disinteresse manifestato.
Il Comune a trazione leghista su questo ha le maggiori responsabilità che non possono certamente essere scaricate su altri livelli amministrativi (Stato in primis) senza prima essersi fatto un bell’esame di coscienza sul proprio operato anche in materia di sicurezza (altro che andare in piazza a manifestare o invocare in maniera propagandistica l’intervento dell’Esercito).
Questo è il frutto della politica degli annunci, capace solo di urlare, di indicare un nemico anziché di risolvere i problemi.
La recente notizia della pubblicazione dei bandi per dei concorsi internazionali per la progettazione degli interventi nel comparto di Piazza Repubblica non può che rallegrare chi come il sottoscritto crede nel progetto ma dopo otto anni dall’acquisizione della Caserma da parte del Comune mi sembra francamente il minimo!
Infatti quasi due mandati amministrativi del sindaco Fontana per acquistare un immobile e pubblicare i bandi per la sola progettazione preliminare degli interventi rappresentano un risultato molto scarso di cui non ci si può certamente vantare, anzi…..
Al riguardo mi auguro che si abbia il buon senso e l’accortezza di non utilizzare la mera pubblicazione dei bandi e l’aggiudicazione (entro la fine del 2015) della progettazione come il raggiungimento di chissà quale risultato amministrativo. In un periodo così lungo (otto anni) ci si sarebbe aspettati l’inaugurazione della biblioteca, della piazza e del teatro ed invece….
Le amministrazioni che “fanno” e quelle efficienti non lasciano in eredità la banale pubblicazione del bando per la progettazione preliminare, ma l’opera.
Fermo tale doverosa precisazione, ritengo che la rapidità nella conclusione dei procedimenti sia essenziale per evitare che il trascorrere del tempo possa portare a nuove valutazioni che rischiano di far ripartire tutto da zero con il pericolo di bloccare nuovamente la riqualificazione del comparto per ulteriori lustri.
Se la città vuole riprendere lo splendore di un tempo deve scommettere (anche quanti dicono no per partito preso) sul buon esito di tale intervento e bisogna lavorare affinché al concorso di progettazione partecipino progettisti locali (e di bravi e preparati ve ne sono molti) in partnership con architetti di fama internazionale in grado di aprire Varese alla bellezza del mondo nel rispetto della nostra storia cittadina
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