Il referendum (on line e consultivo) su piazza Repubblica serve a zero. Praticamente, vogliamo dire. Accademicamente, registrerà il prevalere di un’opinione minoritaria (quanti varesini risponderanno alla chiamata in rete?). E sarà finita lì. Però al Comune, che raccoglie un’idea altrui e la fa sua, sarà lecito dire: questa è virtuosità civica, abbiamo ascoltato i cittadini.
I cittadini si ascoltano facendo davvero i referendum, cioè consultandoli secondo le regole istituzionali. E, se effettuati come la normativa comanda, se ne accetta il verdetto. Ma non può essere questo il caso di piazza Repubblica. L’esito – su una materia complessa e tecnica – lo sanciranno gli esperti, ed è ovvio che vada così. Se no, che esperti sono? Che bisogno esiste d’arruolarli? Che senso appartiene a un concorso, al pagarne i costi, all’affidarne il responso a una riconosciuta autorevolezza?
Perciò. 1) Benemerita l’iniziativa del gruppo Facebook “Varese sporcizia e degrado”: se i suoi frequentatori non avessero sollecitato i politici, questi si sarebbero ben guardati dall’attivarsi. 2) Poiché il vicesindaco afferma che la democrazia partecipativa va bene, ma diretta no, che cos’altro aggiungere circa le sorti prossime e non magnifiche della presunta volontà popolare? 3) Il sindaco dichiara: quando l’opposizione propone cose intelligenti e condivisibili, le accettiamo. Migliaia di varesini stanno aspettando da anni che le proponga anche la maggioranza. Senza peraltro imputarle meningi deboli.
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L’inchiesta giudiziaria sul parcheggio-bunker alla Prima Cappella sembra avviata verso la chiusura. Regolari le procedure, nessuna infrazione, il cantiere potrà aprire (sempre che qualcuno si prenda la responsabilità d’aprirlo, a Expo in corso, istituendo un senso alternato di marcia foriero d’ingorghi-monstre).
Ma il punto non è questo. Non è mai stato questo. I tanti che fin dall’inizio hanno avversato la costruzione dell’autosilo obiettavano alla sua necessità-funzionalità-economicità, assolutamente non impicciandosi di legalismi, poiché si dava per scontata la correttezza. Non invece la lungimiranza.
Le ragioni del no restano valide. Quel posteggio non si doveva e non si deve fare lì: su un pericoloso curvone, con immaginabili problemi di traffico durante le manovre d’ingresso/uscita regolate da un semaforo; scavando a colpi di dinamite nella roccia, senza conoscere gli effetti che le esplosioni potrebbero causare, di fronte alla chiesetta seicentesca dell’Immacolata; mettendo a rischio l’equilibrio ambientale della zona, che chiede solo d’essere conservato; spendendo una cifra di circa tre milioni di euro per novanta posti macchina che non risolveranno il problema dell’accesso e della sosta sulle pendici del Sacro Monte.
Infine: la Provincia ha annunziato di volersi ritirare dall’accordo di programma con Regione, Comune e Parco del Campo dei Fiori. Se insiste, e pur non risultando ingente il suo contributo finanziario, come si comporteranno i partner? Chi metterà i soldi venuti meno? Quali saranno le conseguenze d’una simile divisione politica?
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La navetta Masnago-Sacro Monte, organizzata domenica scorsa dalla parrocchia di Santa Maria, ha avuto il previsto successo. Era il replay privato dell’iniziativa pubblica degli Anni Novanta: funzionò allora, ovvio che funzionasse ora. Si continuerà così nelle prossime domeniche di maggio. Utenti soddisfatti, e sorpresi che si parli di “una tantum” anziché di scelta definitiva, da adesso alla fine dell’estate. Perché non darvi un seguito, renderla un’abitudine, venire in soccorso delle esigenze popolari?
Certo non tocca alla Chiesa sopportare l’onere. Lo può fare una, due, tre volte. Poi spetta ad altri. All’ente pubblico, al potere amministrativo, alla municipalità. Cioè al Comune. Dal quale ci si aspetta che dica, con umile realismo: abbiamo perso un sacco di tempo, dovevamo rispolverare noi l’idea che storicamente ci appartiene, ci scusiamo del ritardo e siamo pronti a rimediare. Ergo: cari varesini, da giugno in avanti avrete a disposizione per quattro mesi di fila la navetta, viaggerete comodi, non vivrete più nell’angoscia di cercare, senza trovarlo, un posto macchina. Dalle 9.30 alle 19.30 d’ogni festa si salirà in vetta e vi si scenderà solo col bus: basta caos, arrabbiature, ingorghi, multe.
Non serve un referendum per essere sicuri del gradimento popolare. C’è già, e aspetta solo di riconfermarsi. Che cosa impedisce d’assecondarlo? I costi, ha lasciato intendere Palazzo Estense. Non scherziamo: questa, anziché una penalizzante economia di spesa, è un vantaggioso investimento a favore di varesini e non varesini. Specialmente negli affollatissimi mesi dell’Expo.
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