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BETTOLE, ANCORA INCERTEZZA

ETTORE PAGANI - 08/05/2015

Sarebbe peccare di un simpaticissimo ottimismo ritenere che i 230.000 euro – che il Comune di Varese ha ottenuto dalla compagnia assicuratrice a copertura dei danni subiti dal noto incendio che, tempo addietro, ha danneggiato la palazzina della direzione all’ippodromo delle Bettole – equivalessero alla soluzione di tutti i problemi che hanno colpito e stanno colpendo l’ippica varesina. Non è così, purtroppo. In primo luogo perché la Società Varesina per le Corse dei Cavalli dovrà attendere che la somma sia passata dalle casse comunali alla propria ed, in secondo luogo, perché l’importo recuperato dall’assicurazione potrà servire solo a riparazione (forse neppure totale) dell’immobile che l’incendio ha subìto. Punto e basta. Tutto il resto quanto, cioè, a spese di gestione premi e altro dovrà ancora materializzarsi così come, soprattutto, dovranno materializzarsi quei 600.000,00# euro che la Varesina sta attendendo da mesi da un Ministero che tutto può avere a cuore meno che le sorti dell’ippica italiana.

Alle Bettole si attende un po’ tutto insomma. Dall’importo di cui si diceva per risarcimento, agli importi dei premi che non arrivano, a tutto quello che riguarda, insomma, il problema di poter mettere in piedi la già programmata (ma ancora sotto condizione termine, questo, che aleggia oramai con continua frequenza sull’impianto varesino) stagione estiva.

Secondo consuetudine se ciò avvenisse il periodo di svolgimento toccherebbe i mesi di giugno (a partire dal giorno 30) per proseguire, poi, in luglio ed agosto nelle giornate di martedì e sabato per un totale di 17 riunioni.

Esistono tutti i punti interrogativi del mondo perché ciò si possa avverare ma poiché sulla via del calvario dell’ippodromo locale non sono mancate sempre impensatissime resurrezioni non vi è ragione di non sperare anche una in più senza tralasciare l’altra speranza. Quella dei dipendenti che non disprezzerebbero di poter – a loro volta – imboccare la via della riscossione degli stipendi.