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Attualità

45 GIORNI PER RIVOLUZIONARE VARESE

DANIELE ZANZI - 08/05/2015

piazzaadesso mettiamo il turbo e a Natale Vi regaliamo (sic!) la nuova Piazza Repubblica. Così la scorsa settimana il Governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni, di concerto con il Sindaco Fontana, annunciava trionfalmente il crono programma dei lavori per dare inizio alla riqualificazione di Piazza Repubblica.

Dal 2007, anno dell’improvvido acquisto della Caserma Garibaldi da parte del borgomastro varesino, è stato un continuo tira e molla,un accavallarsi di roboanti annunci seguiti poi da immancabili dietrofront: demoliamo l’edificio; altolà, non se ne fa niente … si ristruttura costruendo il nuovo teatro; e poco dopo di nuovo: buttiamo giù tutto e rifacciamo ex novo; no,la sovrintendenza non lo permette e allora perché non collocare lì la biblioteca comunale?; contrordine dopo un mese… s’ha invece da demolire: lo vuole e lo dice l’archistar ticinese Mario Botta e allora via con le ruspe o, nell’impossibilità, ce la prendiamo con Roma ladrona che non lascia fare.

I gradoni in porfido di Cuasso, l’abbellimento con berceaux di gelsomini realizzati con il dichiarato intento di aumentare la vivibilità e la sicurezza del comparto sono costati nel 2007 circa 86.000 euro; ed ora si butta via tutto con una spesa di altri 120.000 euro; il Collegio Sant’Ambrogio è appena stato ristrutturato ai fini funzionali dell’Università – a proposito quanto è costato questo adeguamento? -, ora si ipotizza di demolirlo per farne la Sede dell’ASL, i cui edifici, a Bizzozero, sono stati rifatti due anni fa senza badare a spese per adeguarli alle esigenze dei funzionari ASL; questi stessi uffici, che dovranno essere adeguati alle nuove utenze, saranno destinati nel futuro ai tecnici dell’Università che nel frattempo avranno lasciato i propri, ristrutturati e poi demoliti,in Piazza Repubblica a quelli dell’ASL.

Un tourbillon di spostamenti, traslochi,adeguamenti,demolizioni e nuove costruzioni da far girare la testa… e non solo quella!

Insomma il motto fà per desfà sembra essere diventato la stella polare delle attività urbanistiche comunali.

Ma finalmente ora i varesini possano tirare un sospiro di sollievo: arriva il deus ex machina, il ghe pensi mì, il Governatore della Lombardia, che, negli ultimi mesi, sembra essersi stabilmente insediato nell’ufficio del nostro Sindaco in Via Sacco: sul tavolo si mettono oltre 20 milioni di euro regionali – che poi sono sempre soldi nostri – , e si detta il crono programma dei lavori: entro fine aprile – sei giorni dopo l’annuncio – presentazione dei bandi di concorso in Comune; entro il 7 maggio pubblicazione dei medesimi; entro il 30 giugno consegna dei progetti; dal primo di luglio valutazione delle proposte da parte di una commissione di cinque esperti – aspettiamo con impazienza i nomi degli imparziali giudici – ; il 21 dicembre – solstizio d’inverno – scelta del progetto vincente e a Natale conseguente aggiudicazione dei lavori.

Ma chi è Maroni: Babbo Natale? si chiedono i varesini cui la concretezza non viene mai meno, seppure ormai fiaccata da sparate di ogni sorta.

Il Sindaco parla del progetto urbanistico più importante della città di Varese degli ultimi trenta anni; qualcosa di corposo ed impegnativo,dunque, non acqua fresca, non un compitino,non la progettazione dei giardinetti al Milite Ignoto di Sant’Ambrogio! Eppure si concedono ai progettisti solo sei settimane – diconsi sei – per l’analisi del bando, lo studio, la ricerca, la valutazione delle possibili soluzioni, la stesura grafica dei progetti con tanto di simulazioni fotografiche, plastici, calcoli, relazioni e quant’altro.

Rimane poi un mistero perché il progetto venga scorporato in due distinti bandi riguardanti l’uno la Piazza e la caserma e l’altro il nuovo teatro e la collina del Montalbano da sventrare; non sarebbe stato meglio avere un’unica, uniforme e coordinata visione del futuro del comparto?

Nei fatti, in poco più di un mese, si chiede di riprogettare una Piazza con l’ingombrante presenza di un edificio fatiscente sottoposto però a vincoli, di stabilire per questo edificio la vocazione futura; i progettisti dovrebbero poi ideare un nuovo teatro, ridisegnare due piazze di collegamento, pensare a demolire un edificio con una riconosciuta dignità e funzionalità, costruire ex novo la sede ASL e un nuovo complesso residenziale privato di 8500 mq! E si danno solo 45 giorni di tempo per ideare, progettare, calcolare tutto questo? Scherziamo?

Nella mia vita professionale ho presentato moltissimi progetti, ho partecipato, nell’ ambito delle mie competenze, a decine di concorsi pubblici e privati; alcuni dei quali prestigiosi, altri meno; in Italia e all’estero. Conosco benissimo cosa voglia dire in termini di fatica intellettiva e materiale prendere parte ad un bando di idee progettuali; mi rendo conto di quante competenze, studi storici e iconografici,di quanta tecnica vi siano dietro uno studio di riqualificazione di un’area degradata.

Conosco di conseguenza i risultati che può produrre uno studio buttato lì invece in sei settimane.

Anche le archistar, delle quali si auspica la presenza, non sono certo dei superman; avranno anch’essi i loro tempi, umani. Anzi, di solito essendo chiamati, come nel caso specifico di Varese, ad operare su realtà a loro sconosciute o poco note, almeno nei dettagli, richiederanno tempi più lunghi per calarsi nelle necessità di una città a loro ignota. Sarebbe interessante che l’Ordine degli Architetti che dovrebbe tutelare le professionalità dei propri iscritti, intervenisse e spiegasse ai varesini, ma soprattutto ai propri associati, come ciò sia realisticamente possibile.

Ferma restando la necessità e l’estrema urgenza di sanare la piaga urbana di Piazza Repubblica, è chiaro che soluzioni affrettate, dettate da piccoli calcoli di riacquistarsi una credibilità da spendersi a fini elettorali, sarebbero un ulteriore,insopportabile ferita a Varese e ai suoi cittadini contribuenti.

E questo non possiamo certo permettercelo!

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