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Attualità

EXPO/1 LA SFIDA È STATA VINTA

GIANFRANCO FABI - 30/04/2015

expo2015Il momento dell’apertura è arrivato. A dispetto delle Cassandre, l’Expo 2015 si presenta ai primi visitatori con la grande maggioranza dei padiglioni ultimati e aperti, con le opere accessorie completate, con i servizi pubblici di trasporto (treni e metro) funzionanti a pieno regime. Qualche ritardo indubbiamente c’è ancora soprattutto nei collegamenti stradali per gli intoppi tutti italiani, inchieste giudiziarie comprese, sugli appalti e sugli accordi con gli enti locali.

Ma la sfida dell’avvio è stata sicuramente vinta anche se molti hanno remato contro e anche se non sono mancati, più o meno esplicitamente, i tentativi di mettere la sabbia negli ingranaggi. Ed è emersa anche in questa occasioni l’abitudine di vedere soprattutto i lati negativi dimenticando quanto di positivo ci può essere in iniziative come questa, certamente ambiziosa, ma in grado di avere ricadute positive sotto molti aspetti, non ultimo quello della crescita economica.

Ed è importante cha la provincia di Varese abbia saputo già cogliere quest’occasione per esempio offrendo accoglienza e ospitalità a molte delegazioni e c’è da augurarsi che all’interno del’Expo possano trovare posto elementi di richiamo per attirare visitatori e turisti verso le bellezze delle Prealpi. Anche se resta il rammarico di un territorio che ha saputo approfittare molto poco dal profilo strutturale della spinta dell’Expo: sono molti i nodi irrisolti, i progetti fermi, gli investimenti ancora da perfezionare.

Quello che conta ora è che questi sei mesi rappresentino per tutti, ognuno nel proprio ambito, un’occasione di incontro, magari anche di affari e insieme un’opportunità per conoscere, per allargare gli orizzonti, per essere partecipi di una realtà come quella dell’alimentazione che riguarda tutto i mondo e ciascuno di noi. Sì, perché l’Expo è innanzitutto un’iniziativa culturale, un modo per diventare sempre più consapevoli e responsabili, un’occasione accattivante per guardare in poche ore le grandi prospettive del pianeta Terra. Nei cinquanta padiglioni, organizzati da ogni nazione in piena autonomia, nei nove cluster (villaggi espositivi che raggruppano 80 paesi accomunati dalla produzione di un alimento come caffè, riso, cacao, cereali, frutta, spezie), nelle quattro aree tematiche, si potrà fare un viaggio per conoscere i problemi della produzione, le abitudini alimentari, le prospettive del commercio, i risultati della ricerca e dell’innovazione. E si potrà vedere da vicino come il particolare e il globale si integrino ormai l’uno all’altro, come proprio l’alimentazione sia uno dei punti centrali per vincere le disuguaglianze e prospettare un progresso reale dei popoli.

Dietro lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita” c’è tutta la logica di una ricerca dei valori di fondo per costruire dalle basi una società capace di affrontare i grandi problemi di oggi, non solo quello della fame, ma legato a questo, per esempio, anche quello dell’immigrazione, della fuga drammatica di migliaia di persone dalle loro terre, quello delle risorse energetiche, quello del rispetto dell’ambiente e della natura.

Un quarto del mondo è ancora sotto i livelli di povertà alimentare, anche se va riconosciuto che negli ultimi anni il problema della fame si è progressivamente attenuato ed è ora legato soprattutto alla presenza, soprattutto in Africa, di regimi politici dittatoriali e corrotti. Ma intanto un altro quarto del mondo ha il problema opposto, quello di una sovralimentazione che in molti casi porta a vere e proprie patologie mediche come il diabete.

Questi sono i lati problematici del tema dell’alimentazione. Ma anche in questa prospettiva sarà importante l’esperienza dell’Expo per guardare a quanto di positivo e costruttivo viene realizzato nelle diverse realtà mondiali. Per questo l’esposizione è anche un grande spettacolo, qualcosa da ammirare e da scoprire, l’espressione più avanzata delle tecnologie della comunicazione. E qualcosa anche da contemplare e meditare, come nel padiglione della Santa Sede dove sotto lo slogan “Non di solo pane, alla tavola di Dio con gli uomini” si sollecita una riflessione sul valore anche simbolico del cibo, come strumento di dialogo e di condivisione. Al bisogno primario dell’alimentazione si associa così il valore di richiamo per tutto quanto può nutrire l’uomo nella sua integralità per arrivare al convivio, all’agape fraterna, alla tavola attorno a cui si riunisce la famiglia e la comunità.

Dare un senso alla nostra vita di tutti i giorni e ai gesti che facciamo. Essere capaci di rispondere alle esigenze della società. Saper valorizzare le opere di fraternità e di misericordia. C’è anche questo nell’Expo 2015.

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