Sono Kandinsky e Balla, Severini e Sonia Delaunay e Klee, e le avanguardie dell’astrattismo italiano degli anni Cinquanta, le radici e i primi riferimenti della ricerca artistica di Ottavio e Rosita Missoni, la coppia che ha dato le ali della solidità, ma anche dell’arte, alla Casa nata nel 1953 a Gallarate, poi trasferitasi e sempre rimasta a Sumirago. E che, mantenendosi vincolata fisicamente e culturalmente al suo territorio, ha portato nel mondo il segno di un’intelligenza artistica e di una genialità imprenditoriale rivolta all’universale mondo del bello, e un fare, basato su materia, forma e colore, nell’impronta inconfondibile dell’operosità e dell’intuito del made in Italy.
A raccontare tempi e modi di una storia di casa nostra, bella e vera, è Il Ma*Ga di Gallarate, che riprende al meglio la sua attività in questo inizio di primavera proprio con la mostra dedicata a “Missoni, l’Arte, il Colore” (dal 19 aprile all’8 novembre), curata da Luciano Caramel, Luca Missoni e Emma Zanella e compresa nel circuito Grand Tour Expo e Officina Contemporanea (OC). Interessante è che, oltre al racconto della History, la mostra ha più facce, giocate sul rapporto tra un raffinato artigianato locale e l’arte, anche la grande arte, in un territorio dove i due aspetti sono sempre stati complementari.
Ecco perché, accanto al percorso prodotto dall’Archivio Missoni, sono in mostra oltre un centinaio di opere d’arte di autori cui i Missoni hanno guardato. Dai primi già citati, a Munari, Veronesi, Soldati e Rho, Fontana e Vedova, Luigi Veronesi, Dadamaino, e tanti altri ancora.
Apre la rassegna la video-installazione di Ali Kzma ”Casa di Moda”, nata nel 2009. L’artista turco s’è da allora assunto il compito di osservatore del mondo Missoni, dell’armonia tra sapienza artigianale e ricerca del design, ma anche di “curioso accreditato” di quel campione umano che è dietro le quinte del mondo glamour della moda.
L’allestimento delle sale, in uno scenografico tripudio di atmosfere, di sapienti contrasti di luci e ombre e colori, si deve alla fantasia e alla passione di Luca Missoni e Angelo Jelmini. I due danno sfogo all’estro creativo di famiglia, in un crescendo che sa di concerto, soprattutto nei due grandi spazi dedicati rispettivamente a ”Il colore, la materia e la forma” e agli arazzi di Ottavio, ma anche nella galleria della collezione storica di abiti della Casa, oltre cento, che, già da sola, basterebbe a evocare un’avventura grandiosa.
Nel primo, grazie a una serie di installazioni immersive che fanno pensare a Boetti, il visitatore può avvicinarsi alla materia, toccare quelle matasse di filati di maglia che sono essi stessi parte fondamentale, originale e unica, di disegni e tessuti preziosi come opere d’arte.
Si trovano nella prima sezione della mostra, quella dedicata alle Radici, importanti lavori provenienti da collezioni private: come Aguzzo-Rotondo di Kandinsky. E si vedono nella sezione Dialoghi (con Dorazio, Accardi, Munari e Dorfles) molte altre opere del Museo, raccolte negli anni dal premio Città di Gallarate. Nell’ultima, grandiosa sala splendidi arazzi, realizzati in patchwork di tessuto a maglia, su progetto di Ottavio Missoni, sono in colloquio puntuale con altri suoi disegni, con le prove d’autore che lo facevano guardare alle geometrie, ai mosaici o agli arabeschi delle avanguardie astratte.
Ricorda Luca Missoni in catalogo che il padre era solito apprestare su fogli a quadretti “…una sequenza multicolore di tratti e biscioline che stavano a significare la struttura dei tessuti e i filati da usare con i colori scelti, allineati in serie di filzuoli colorati attaccati con lo scotch, riga dopo riga, tante più erano le varianti da provare (…) perché, diceva, un tessuto ‘si legge’… Con il tempo ho capito e il momento magico è quando ti accorgi che la materia si è trasformata e … poi il movimento ne esalta il ritmo e il racconto: cantici, ballate, sonetti, sezioni ritmiche, jam sessions e chissà quante altre varianti”.
Visitando la mostra diventa insomma più facile scoprire, dietro il sipario di questo segreto di famiglia che ormai si tramanda da generazioni, il comune denominatore dei guizzi stilistici e artistici di una joie de vivre che guarda al bello, vivendolo e cercandolo nella pittura e nella scultura, nella musica, nell’arte antica e nelle fughe in avanti della ricerca della contemporaneità.
E allora, non c’è segreto forse. Ma è lo sguardo sulla vita, sulle emozioni quotidiane, sui divertimenti che l’arte da sempre si prende, ed è l’orecchio sulle note belle, e forse più, quelle stonate che accompagnano le nostre giornate, a fare la differenza. E ad avere sempre fatto la differenza per Rosita, Ottavio e per la loro famiglia.
Insomma: “è l’occhio che vede”, come si dice di Monet. Ed è, però, anche il cuore. Forse il segreto assoluto. Quello di una coppia e di una famiglia che ha lavorato sempre bene insieme, governando sentimenti e operosità nel segno di una saggia navigazione.
Museo Ma*Ga Missoni, l’Arte, il Colore 19 aprile-8 novembre 2015 Via Egidio de Magri 1 21013 Gallarate Va 39 0331 706011 www.museomaga.it missoniartecolore@museomaga.it da martedì a venerdì 10-19, sabato e domenica 10-20 Il catalogo, di Rizzoli , è a cura dei curatori Caramel, Missoni e Zanella
nelle foto immagini della mostra da www. varesenews.it
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