Problema cibo. Si è scritto al sindaco del Comune di Varese e al presidente della Provincia di Varese perché possano fare assumere dai consigli di competenza un invito al presidente della Regione Lombardia per promuovere nel Consiglio regionale due deliberazioni: 1) riconoscere il cibo di qualità, quale uno dei diritti fondamentali dell’uomo; 2) tutelare la natura lombarda perché sia la sede primaria dell’agricoltura e non, come ora, la sede del cemento e della continua e sconsiderata pavimentazione.
Leggendo il Sole 24 ore, sono stato informato che la Regione Abruzzo è stata la prima ad avere accolto l’appello del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina perché venisse introdotto negli statuti delle Regioni italiane il diritto al cibo.
La Regione Abruzzo, così facendo, ha anche anticipato quanto, almeno nelle intenzioni, la politica nazionale intende fare anche nella Costituzione della Repubblica. L’atto del Consiglio regionale abruzzese, votato lo scorso 10 marzo, ha inteso mettere nero su bianco il fine ultimo dell’Expo di Milano. Riconosce così il cibo quale uno dei diritti fondamentali del cittadino “La Regione – recita l’articolo al primo comma – promuove il diritto al cibo e a una alimentazione adeguata, intesi come diritto ad avere un regolare, permanente e libero accesso a un cibo di qualità, sufficiente, sano e culturalmente appropriato, che garantisca il soddisfacimento mentale e fisico, individuale e collettivo, necessario a condurre una vita degna”. “Per il conseguimento delle finalità di cui al comma 1 – prosegue il secondo comma –, la Regione contribuisce a favorire e determinare misure per il contrasto alla malnutrizione, sia nella forma di denutrizione che di sovrappeso e obesità, per la lotta agli sprechi, in particolare alimentare, e ai cambiamenti climatici, quali aspetti fondamentali del diritto alla salute, anche nella sua specificazione di diritto ad un ambiente sano e ne sostiene le attività di informazione e sensibilizzazione”.
Il messaggio che il legislatore ha voluto lanciare è chiaro. L’intento di questo progetto – si legge nella relazione portata in Consiglio regionale – è quello di rendere consapevoli gli abruzzesi dell’importanza del diritto al cibo per tutti. “Una sfida – dice il sottosegretario alla presidenza di giunta e delegato all’organizzazione delle iniziative per Expo – farà parlare della nostra Regione non solo in tutto il Paese, ma anche all’estero, in un anno storico come quello dell’Esposizione Universale”.
Ho informato di tutto ciò la Pro Loco di Varese avendo trovato il suo presidente Giancarlo Di Ronco dello stesso avviso di Amici della Terra Varese, di cui sono presidente; abbiamo, perciò, scritto al sindaco del Comune di Varese e al presidente della Provincia di Varese perché possano fare assumere dai consigli di competenza un invito al presidente della Regione Lombardia per promuovere nel Consiglio Regionale della Lombardia le due deliberazioni: il cibo di qualità, quale uno dei diritti fondamentali dell’uomo, la tutela della natura lombarda perché sia la sede primaria dell’agricoltura (e non la sede della cementificazione…).
Al presidente della Provincia, in particolare, abbiamo fatto presente come il Consiglio provinciale possa, inoltre, invitare il consiglio della Regione Lombardia a deliberare di fare sfoggiare, nell’occasione di Expo, i prodotti tipici, i cuochi e i migliori vini lombardi. Quest’importante occasione potrebbe servire, in conseguenza, a mostrare ai rappresentanti delle nazioni che parteciperanno a Expo, non soltanto i prodotti tipici del nostro territorio, ma anche i ristoranti, i cuochi sopraffini e… pure quel cuoco papale del Rinascimento, Bartolomeo Scappi, il cui ricettario è stato acquisito dalla biblioteca di Varese.
La Regione per Expo potrebbe dalla Provincia persino essere invogliata, abbiamo sostenuto, a illustrare i vini prodotti nel territorio che rappresenteranno certo un’eccellenza nazionale ma che comunque sono, per quanto riguarda il livello qualitativo, in costante crescita.
Expo potrebbe anche essere l’occasione per mettere in vetrina il nostro miele che sta ricevendo un attestato di quali. Ogni porzione del territorio varesino ha una propria capacità di segnalarsi per i propri prodotti (asparagi di Cantello, pesche di Monate, fagioli di Brebbia, eccetera) differenziandosi dalle altre.
Così come per quanto riguarda le presenze culturali, la nostra provincia diventerà un’eccellenza, quando la pluralità delle svariate singole presenze verrà organizzata in modo sistematico e correlata anche con le direttrici di accoglienza di trasporto, allo stesso modo, anche i prodotti tipici aumenteranno fortemente di valore allorquando verranno considerati nella loro complessità e messi in relazione con la complessità dei plurimi sistemi (di ospitalità, di trasporto…) a corredo del territorio.
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