Dai mass media due notizie sul mondo della scuola hanno attirato la mia attenzione. La prima riguarda le nostre comunità, la seconda è di carattere generale. Una premessa doverosa: sono stato uno studente poco disciplinato, non ho intenzione di fare prediche, di vestire i panni di un maestro di vita e tanto meno di uno studioso di problemi sociali e culturali.
La prima notizia l’ho letta su Varesenews: tra i giovani c’è una esplosione di attenzione ai licei scientifici e a quelli innovativi negli indirizzi e nei programmi di studio; per contro si registra un notevole calo di interesse per il liceo classico, calo che è addirittura drammatico a Gallarate mentre tiene ancora Varese anche se i dati delle adesioni, sia pure non di molto, non sono comunque in linea con quelli del passato.
La globalizzazione, il mondo nuovo della comunicazione e delle tecnologie hanno mutato la società e le sue esigenze, hanno letteralmente terremotato il pianeta del lavoro e dell’occupazione consegnando ai giovani un futuro diverso. Non tutto il passato però è stato cancellato: una scuola che ha esigenze nuove, impellenti, non potrà fare a meno del liceo classico che continua ad avere una capacità formativa importante e indispensabile per chi vuole intraprendere libere professioni strettamente legate all’enorme e ben diversificato patrimonio di cultura rappresentato da pensiero, arte, storia dei popoli che hanno costruito le basi della civiltà occidentale.
Ancora oggi anche nel mondo tecnologico e dei mercati nei colloqui per le assunzioni dei giovani permane l’ attenzione all’apertura mentale, alla capacità di ragionamento caratteristiche di chi ha fatto studi classici.
Ma aldilà delle scelte dei giovani e delle loro famiglie in ordine agli sviluppi dei mercati del lavoro, c’è da rilevare l’urgenza della ricostituzione del rapporto con i docenti, da anni, per fare un esempio, costretti a volte a subire presunti diritti di studenti spalleggiati dalle famiglie. Un servizio televisivo sulle assurde giustificazioni delle assenze degli studenti firmate dai genitori ha riproposto un problema che meriterebbe ben altra attenzione da parte dell’intera comunità.
Da liceale sono stato pizzicato e punito severamente per una giustificazione fatta da una nonna improbabile: appartengo ad altra generazione, mai avrei immaginato che oggi non siano pochi i genitori che avallano assenze i cui motivi sono un insulto al buon senso. Si tenta di riformare la scuola, cortei, proteste, iniziative varie per raggiungere gli obiettivi: non entro nel merito, ma è auspicabile che si debba avere come obiettivo anche pensare al recupero di ruoli e valori che sono stati in grado di dare almeno dei precisi riferimenti senza sovvertire principi educativi, anzi. Sono problemi che hanno leggi non scritte e che quindi una comunità può affrontare e discutere in libertà assoluta. Diversamente la scuola non recupererà il terreno perso accettando e coltivando piccole e anomale code “rivoluzionarie”.
I primi a capire la portata del problema dovrebbero essere gli stessi giovani interessati a non avere qualche sorpresa nel momento in cui frequenteranno gli atenei. Dove a nessuno vengono fatti sconti e tanto meno regali. E la gerarchia è rispettata.
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