L’occasione dell’Expo sta animando iniziative diverse di riflesso diffuso. Anche Varese desidera proporre ai cittadini, in consonanza con i temi dell’evento, la storia e i valori della coltivazione, dell’alimentazione e delle attività connesse sul suo territorio. Da accompagnare con una sottolineata, condivisa necessità di porre in evidenza il problema della fame nel mondo e dell’impegno che tocca anche a noi promuovere per contrastarla.
Pare condivisibile e significativo l’annuncio dell’attenzione che la città intende proporre, in particolare con l’allestimento di piazza Monte Grappa. Altro, certo, sul territorio varesino potrà essere pensato e proposto. Per una condivisione diffusa di problemi e di temi che caratterizzano o si offrono alle realtà presenti. C’è una connessione stretta fra le possibilità economiche e la capacità di aiuto a chi è in difficoltà.
Abbiamo anche noi varesini l’obbligo di impegnarci mettendo in gioco quanto la natura e la storia ci offrono anche per il rilancio dell’economia. Per sostenere chi ha fame, chi chiede lavoro, chi ha bisogno di un avvenire che dia speranze, possibilità, conforto alle energie e alle intelligenze disponibili ma oggi senza impiego. La nostra natura, la nostra storia ci danno suggerimenti, ci invitano alla riflessione, al progetto.
Di chi sostiene che l’Expo non può essere solo una esibizione di eccellenze di cui stupirsi per un arco di tempo brevissimo, per ritornare poi fra le miserie del mondo inadeguati e rassegnati. Anche la nostra realtà di ‘città vasta’ come è stata in varie occasioni definita la Varese reale, ha le sue necessità di ripresa superando incertezze e affrontando problemi. Ma premessa ineludibile sta in una iniziativa di collaborazione fra le presenze amministrative e imprenditoriali del territorio varesino. La responsabilità di promuoverla – a livello amministrativo – si fonda certamente sulla volontà primaria del Capoluogo. Ma anche altre realtà amministrative minori e la rinnovata Amministrazione provinciale possono assumere l’iniziativa. Si sono già colti segnali di interesse e di impegno, a questo riguardo, in questi ultimi mesi.
L’accoglienza, oggi, della nostra della nostra reale città prealpina si fonda ancora sulla sua bellezza. Con la vista dei suoi laghi, con lo spettacolo della catena alpina. Per questa bellezza nell’Ottocento villa Recalcati si trasformò nell’hotel Excelsior, luogo in cui soggiornò, come più volte ho ricordato, l’aristocrazia internazionale e la borghesia italiana. Giuseppe Verdi dai Recalcati, regine e imperatori dopo i Recalcati nell’Hotel.
La bellezza che si veniva a godere è ancora qui. Offesa per scelte incredibili che annullarono o interferirono nei luoghi delle visioni di allora. É rimasta la salita alla nostra montagna, a S. Maria del Monte per ammirare senza offese i laghi, la pianura lombarda. Sono rimaste numerose terrazze panoramiche, poche di proprietà o di accesso pubblico che devono essere segnalate e rese accessibili. Rimane la straordinaria, abbandonata presenza del Grand Hotel Campo dei Fiori.
Su questa bellezza si è radicata una storia antichissima e più recente, fondata anche sulla serenità offerta da questi luoghi.
Valori che possono essere recuperati come riferimenti attrattivi nel periodo Expo, per rilanciare la conoscenza e le potenzialità per le quali investire in termini economicamente sostenibili e redditizi.
Chi sostiene che la modernità ha ben altre attrattive nel mondo, con le rapide fughe aeree verso luoghi lontani che offrono alle persone emozioni, a perdere rapidamente, non considera la possibilità di costruire (o ricostruire) luoghi di vita esemplari per nuove e diverse relazioni sociali immersi in questa bellezza. Ma l’Expo, come occasione di conoscenza, da non far perdere a chi sarà attirato e visiterà questa nostra città prealpina, è alle porte.
Favoriamo dunque l’accesso a Varese e al suo territorio concordando con le Amministrazioni comunali e provinciale, con l’Università e le Associazioni iniziative opportune, indicazioni e organizzazione di accesso e di conoscenza ai luoghi di questa bellezza e della storia. Confrontiamoci sulle necessità di un futuro possibile che su questi valori si fondino. Per crescere, dare lavoro, mobilitare i giovani, dare il nostro contributo necessario e consapevole alle situazioni e ai luoghi del bisogno.
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