A conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, svoltosi a Città del Messico nel gennaio 2009, il Papa annunciò che il successivo appuntamento delle famiglie cattoliche del mondo intero avrebbe avuto luogo a Milano, nel 2012, sul tema “La Famiglia: il lavoro e la festa”. Nati nel 1994 per iniziativa di Giovanni Paolo II, gli incontri sono diventati un’esperienza di fraternità che abbraccia famiglie e popoli di diverse culture, non limitata all’ambito ecclesiale.
Benedetto XVI, nella lettera in cui ha presentato il programma dell’incontro di Milano e soprattutto le sue ragioni ultime, ha osservato che “il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa”. L’incontro quindi andrà a toccare la concretezza della vita quotidiana, affrontando nodi come l’organizzazione del lavoro, la conciliazione tra i tempi del lavoro e quelli della famiglia, il lavoro delle donne.
Il programma, che abbraccia il periodo dal 30 maggio al 3 giugno, comprende un convegno teologico pastorale con relazioni e seminari tematici, momenti di preghiera e di festa e incontri con diverse esperienze significative del territorio. I momenti culminanti saranno Sabato 2 giugno con la Festa delle Testimonianze alla presenza del Papa Benedetto XVI, e Domenica 3 con la santa Messa presieduta dal Pontefice.
In questa occasione la Diocesi di Milano è impegnata in un grande sforzo di preparazione. Il Cardinale Scola ha ricordato in più occasioni come l’Incontro delle Famiglie sia il punto focale dell’Anno Pastorale, invitando a lavorare sulle dieci Catechesi appositamente predisposte. Ha anche richiamato “all’ospitalità e alle tante forme di volontariato richieste da un gesto di tali dimensioni. Viverle in prima persona è la strada maestra e alla portata di tutti per imparare un po’ di più quel dono di sé che compie la vita. Chi tra di noi sarà disponibile ad accogliere altre famiglie, provenienti da tutto il mondo, e a prestare il proprio tempo per collaborare, come volontario, potrà sperimentarlo di persona. Per questo rivolgo il mio invito forte e accorato alle comunità ed in particolare a tutte le famiglie dell’Arcidiocesi perché siano disponibili all’accoglienza e alla collaborazione”: servono infatti circa centomila famiglie o realtà ecclesiali di Milano e di città vicine che mettano a disposizione un po’ di spazio in casa loro per accogliere i pellegrini.
Martedì 10 gennaio si è tenuto al Collegio De Filippi un incontro a cui ha partecipato Mons. Stucchi in cui alcuni responsabili dell’organizzazione hanno spiegato le modalità con cui anche a Varese si può partecipare a questa esperienza. In una serata vivace e partecipata si sono sentite testimonianze e proposte, ma anche domande e dubbi di fronte a una richiesta che scuote il quieto vivere e domanda di implicarsi in prima persona, con altre famiglie sconosciute che possono venire anche da realtà molto diverse. È stato quindi sottolineato che non si tratta di un gesto individuale, ma che il punto di riferimento saranno le parrocchie chiamate a fare da tramite tra le famiglie ospitanti e l’organizzazione, ma soprattutto a creare momenti di condivisione e di vita comunitaria che favoriscano la reciproca conoscenza. Il sito dell’organizzazione http://www.family2012.com/index.php offre tutti i materiali per approfondire e chiarire ulteriori dubbi, anche grazie all’indirizzo mail info@family2012.com. Per chi fosse invece disponibile a partecipare come volontario per l’assistenza e informazioni ai pellegrini e per la logistica dell’evento è attivo l’indirizzo volontari@family2012.com. Inoltre a Varese Radio Missione Francescana dedicherà tutti i mercoledì uno spazio speciale nella programmazione della mattina.La serata si è chiusa con le parole dell’Arcivescovo: “Non importa la quantità di tempo, di spazio o di disponibilità che ciascuno potrà dare. Ognuno offra quello che può, senza pensare che è troppo poco perché possa essere significativo: ciò che conta è il sì di ciascuno”.
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