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Attualità

MANIFESTO PER UN NUOVO CIVISMO

DANIELE ZANZI - 13/03/2015

Un incontro promosso da #Varese 2.0

Un incontro promosso da #Varese 2.0

Il Comitato civico #Varese 2.0 fu fondato nel marzo 2014 per esaminare, valutare e in caso contestare con proposte alternative gli indirizzi generali e le scelte dell’amministrazione locale.

La convinzione che Varese e il suo hinterland fossero giunti a un declino potenzialmente senza ritorno, anche a causa del susseguirsi senza sostanziali discontinuità, dai primi anni ’80 ad oggi, di amministrazioni non all’altezza dei problemi della città, suggerì al nucleo fondatore l’urgenza di un diretto intervento dei cittadini per imboccare vie nuove. I riscontri ricevuti hanno mostrato come quel movente originario corrispondesse a bisogni largamente sentiti in tutte le fasce della città: culturali, sociali e generazionali.

#Varese 2.0 è un comitato aperto costituito da «liberi ed eguali». Tutti i cittadini possono aderirvi e partecipare alle sue attività in modo paritario, senza tessere o quote associative. L’adesione è a titolo personale, in piena libertà da fini privati e da appartenenze ideologiche e politiche, nella convinzione che l’unità vada cercata in due direzioni: la credibilità, l’integrità, il disinteresse e le competenze delle persone; la presa d’atto realistica dello stato della città, le strategie per una sua ripresa, i programmi enunciati senza retorica.

Il nostro Comitato nasce per rovesciare la decadenza e la degenerazione della politica a Varese. Il metodo scelto è l’esemplarità, la concretezza e l’impegno su temi ben definiti e cruciali per il futuro della città.

La guida di Varese deve tornare ai cittadini e a nuove espressioni della rappresentanza caratterizzate da indipendenza, onestà, libertà da gruppi di pressione, visione condivisa e qualità delle competenze.

#Varese 2.0 si propone di archiviare per sempre le logiche, i gangli di potere, le clientele, le prassi spartitorie e le rissosità interne di una casta partitica mediocre espressa dalla coalizione di destra, che ha dato in quasi 25 anni una pessima prova di sé, portando la città allo stato attuale di declino, di impoverimento e di degrado su tutti i fronti. A loro volta, le forze di opposizione non hanno saputo introdurre una rottura di stile, preoccupandosi invece di dimostrare di poter fare meglio quello che hanno fatto le destre, senza rendere visibile una netta e forte discontinuità con le logiche, i programmi e le strategie fallimentari delle destre.

Gli esponenti di #Varese 2.0 sono estranei a tutto ciò. Vogliamo segnare una chiara discontinuità e testimoniare nei fatti una sostanziale, tangibile diversità nell’azione e nella qualità delle persone.

Varese ha un bisogno vitale di una nuova classe dirigente. Il nostro Comitato vuole divenire il punto di aggregazione, di convergenza e di ritrovato impegno delle migliori risorse cittadine.

Desideriamo restituire lo spazio pubblico ai cittadini, la politica alla sua funzione di servizio, l’orizzonte di governo a prospettive di lungo e medio periodo, il consenso a valutazioni informate e libere da pregiudizi, ideologie, aspettative strumentali e risposte umorali, realismo e concretezza ai programmi, la valorizzazione del territorio a chi vi vive e a chi ne ha cura.

La crisi della rappresentanza partitica è sotto gli occhi di tutti. Se non si pone rimedio al problema della rappresentanza, tutto è destinato a peggiorare. I movimenti civici, su scala locale, possono costituire l’opportunità per far fronte a queste disfunzioni e a questa crisi.

#Varese 2.0 è nato da alcune azioni di contrasto. Ora tende a svolgere, accanto al ruolo di baluardo e di estrema difesa della città e di ciò che ne resta di bello e di vivibile, il compito di rappresentare un’istanza di rinnovamento che parli a tutti i cittadini, quali che siano gli orientamenti ideali, i sentimenti e le motivazioni con cui hanno guardato alla politica e in base ai quali hanno espresso o il loro sostegno a un partito, di governo o di opposizione, o il loro dissenso radicale verso la politica come tale.

Essendo liberi, possiamo chiedere un consenso libero. Ad una condizione: che i cittadini prendano atto della realtà in cui ci troviamo e dei percorsi che concretamente, in un’epoca di risorse scarse, potremo intraprendere nell’azione di cambiamento. Ne derivano due compiti per #Varese 2.0: diffondere conoscenza; e acquisire a propria volta conoscenza dai cittadini.

Abbiamo impostato un piano di lavoro insieme analitico, critico e progettuale. In questo impegno siamo aperti al contributo attivo di tutti i cittadini che condividono i princìpi e l’impegno di concreto rinnovamento politico e morale di # Varese 2.0. Queste ne sono le grandi linee:

  • Impostare un disegno di «Città ampia», che porti Varese e i comuni del suo hinterland, in base alla Legge Del Rio e con lo strumento delle convenzioni, ad una integrazione reciproca nell’amministrazione e nei servizi. Altri accordi programmatici potrebbero riguardare le grandi problematiche urbanistiche, i trasporti, la digitalizzazione, le tutele ambientali, la promozione del patrimonio turistico e culturale e altro ancora.
  • Mettere a fuoco la situazione economica, produttiva, demografica e sociale della città, per trarre indicazioni sul da farsi da una conoscenza reale dello stato di cose.
  • Ridefinire un disegno urbanistico e territoriale, fondato sulla situazione reale di una città fortemente conurbata, in declino demografico e produttivo, povera di attrattive, mal valorizzata e capace di indirizzare i futuro della città fuori dal degrado e dalla assoluta mancanza di idee, che non siano quella di una continua cementificazione del territorio a fini edilizi o commerciali.
  • Intervenire tempestivamente nelle grandi questioni ambientali, ecologiche, energetiche e paesaggistiche.
  • Ripensare i ruoli e le caratteristiche produttive del territori nel suo insieme, con l’obiettivo di risparmiare sui costi, di migliorare l’efficienza, di puntare sulla qualità (in particolare nel doveroso rilancio del commercio), di incentivare la creatività e l’innovazione, di ridare un ruolo al polo universitario, di indicare percorsi che restituiscano a Varese attrattività sul piano regionale e territoriale senza millantare una inesistente «land of business» e senza valorizzare davvero una potenziale «land of tourism».

Ci interessa infine: • proteggere e restituire al suo ruolo spirituale e culturale il Sacro Monte del Rosario, offrendo altresì alternative al trasporto privato in alcuni giorni della settimana e in alcune stagioni; • produrre un sensato, ma diverso, masterplan per la sistemazione di Piazza della Repubblica; • proporre un risanamento durevole del lago di Varese e tutelare altri piccoli e spesso ignoti patrimoni ambientali a rischio di irreversibile distruzione; • salvaguardare dalla Cava Nidoli le falde acquifere che dissetano 250.000 persone dalla cava Nidoli, per trasformare la Bevera in un parco di interesse ecologico, ambientale e sportivo; • imporre il recupero dei danni ambientali arrecati a tali falde e ai suoli da una incauta attuazione del necessario collegamento tra Varese e Stabio via Arcisate; • un piano per i parchi, per l’estensione del verde pubblico, per il rilancio delle aree agricole, per gli orti urbani e per fermare in tempi brevi il consumo di suolo, oggi efferato.

Questo piano di lavoro verrà esposto nelle sue linee programmatiche essenziali in un secondo convegno che si terrà la sera del 7 maggio presso il Collegio De Filippi. A seguire, abbiamo previsto un incontro di ascolto, dove saremo noi a porre le domande a eminenti personalità del mondo delle professioni, della cultura, del lavoro, dell’associazionismo e del giornalismo. Un passo successivo sarà dato da convegni più piccoli su temi specifici e da un incontro con tutte le associazioni operanti sul territorio, per la messa a punto dei nostri programmi. Solo infine incontreremo le forze politiche, per verificare le possibilità di un’intesa sui programmi, le necessità di una svolta netta e chiara, di un cambio di stile, di passo e di persone, a cominciare dal decisivo apporto delle donne. Chi, prima di questi incontri, dirà che abbiamo in verità già deciso con chi stare o che apparteniamo ad una parte politica anziché essere persone pensanti, libere e indipendenti, non sarà querelato: non è nel nostro stile, non si preoccupi; semplicemente sarà smentito dai fatti.

Daniele Zanzi, portavoce di #Varese2.0

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