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Cultura

ANTIME, LE ARTI E UN’ANIMA

MASSIMO LODI - 06/03/2015

C’è una mostra di fresca inaugurazione a Maccagno, museo Parisi Valle, che prende per titolo “Diario di luce e colori”. Autore Massimo Antime Parietti, l’artista di Montegrino Valtravaglia, patria del Piccio, terra di creatività diffusa, luogo si vorrebbe dire dell’anima, prima che di altro. Perché capace di raccogliere lì ed esportare ovunque valori nient’affatto e solo localistici: l’inclinazione a pescare nell’interiorità, a raffigurare il concretismo della vita, a documentare l’impeto vincente della bellezza. In fondo siamo e resteremo ottimisti, questione di geni che affondano le radici un po’ di millenni fa: un messaggio di conforto, nel tempo del pessimismo dilagante.

Parietti (1914-2002) fu maestro poliedrico. Alternava opere di mestiere con quadri poetici, se così si possono definire (ma certo che si possono). Per ragioni di sopravvivenza dovette emigrare, lavorare al soldo di committenti d’esigenze varie e talvolta bizzarre, esprimere un’arte d’inderogabile servizio accanto a un’arte di libera ispirazione. Dimostrò bravura in ogni tocco di pennello: paesaggi, ritratti, affreschi. Artigiano meticoloso e fuoriclasse sbrigliato: due persone in una, come spesso accade ai padronissimi del sapere tecnico e ai baciati dal talento puro.

Anche agl’ignari – come chi scrive – della materia ch’egli trattava con sperimentata manualità e corredo di folgorante inventiva, appariva subito chiaro, al primo contatto con lui, ch’era una persona speciale. E questo soprattutto contava, per darne un giudizio immediato e definitivo. Un uomo umile e generoso, attento agli altri ben più che a se stesso, ricco di bonomia e povero d’orgogli, capace di percepire il senso delle cose. Del mondo. Del destino. Un riconciliatore con i valori positivi dell’esistere: gli parlavi, ti chiedeva invece di farsi chiedere, cancellava l’io e lo nascondeva nel noi, trasmetteva un naturale afflato di cristianità.

Pur non dandosela da grand’esempio, lo era nelle tante piccole cose della quotidianità. E questo, soprattutto questo, raccontano le sue composizioni pittoriche, le tradizionali e le moderne, i profili ambientali e i volti dettagliatissimi, le fascinazioni impressionistiche e il documentato realismo, per non dire infine delle magie di segno astratto.

Era un uomo del suo tempo, sapeva raccontarne il contenuto vero, non deviava verso l’artifizio e insisteva sul popolare. Proponeva cioè rappresentazioni di subitanea comprensione, dotate – e qui forse osiamo con una parola preziosa – di ciò che spesso cerchiamo e non troviamo: il carisma. Che altro non è se non una tenerezza dolce e delicata, sobria e intensa.

Non ignorava, come molti ignorano, d’avere un cuore, e, disfacendosi del pudore che l’avrebbe consigliato a trattenere per sé questa consapevolezza, ne metteva a parte chiunque avesse la ventura d’incontrare. Così che nei suoi quadri è sempre avvertibile una sorta d’iridescenza della virtù maggiore, la carità che prende poi le declinazioni note: indulgenza, pietà, misericordia. Tutte riassumibili, forse, nella compassione, il condividere le sofferenze (ma anche le gioie) con gli altri, seguendo – consapevolmente o inconsapevolmente – il convincimento di Dostoevskij, che la definiva la più importante e forse l’unica legge dell’umanità. Massimo Antime Parietti la conosceva.

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La mostra antologica di Massimo “Antime” Parietti, a cento anni dalla sua nascita, avvenuta nel piccolo borgo di Bosco nel Comune di Montegrino, sarà inaugurata sabato 7 marzo alle 17.30 al museo Parisi Valle di Maccagno.
Organizzata dal Comune di Maccagno con Pino e Veddasca in collaborazione con l’Associazione Culturale “Amici di Giovanni Carnovali detto il Piccio” di Montegrino, resterà aperta fino al 7 giugno prossimo.

Diario di luce e colori”, nell’allestimento curato da Gabriella Badi seconda moglie dell’artista, ne ripercorre il viaggio pittorico, toccando le tappe fondamentali della sua vita e della sua arte. La mostra è suddivisa in tre spazi espositivi che seguono a ritroso la sua evoluzione artistica.

Si possono dapprima ammirare le opere più moderne, informali, nelle quali Antime ha realizzato, dopo il suo definitivo rientro in Italia alla fine degli anni ’80, la sua aspirazione di trovare nuove astrazioni pittoriche.

Una sala successiva è dedicata ai paesaggi e ai fiori, rappresentando al meglio la capacità dell’artista di narrare gli aspetti più piacevoli del suo diario, che ricordano viaggi in città affascinanti, l’amore per il giardino della casa di Bosco, l’incontro con le bellezze della natura che sempre ha saputo cogliere e talvolta amplificare, con un personale realismo.

La terza sala raccoglie il diario dei luoghi significativi della sua vita, partendo da Bosco dove è nato e ritornato in età matura, Milano la città dei suoi primi approcci agli studi accademici, Parigi la capitale delle avanguardie artistiche, Solothurn dove ha vissuto a lungo con la prima moglie Marie Louise, che lo ha incoraggiato e aiutato nella sua passione per la pittura.

Il percorso si chiude con i ritratti di persone amate o fortemente stimate, come l’omaggio a Piccio, a Giacometti, a Cuno Amiet.

Il catalogo della mostra è stato curato dall’Associazione “Amici del Piccio”.

Maccagno con Pino e Veddasca (Va), Civico Museo Parisi -Valle via Leopoldo Giampaolo, 1

venerdì, sabato, domenica e festivi 10 – 12 / 14 – 18
ingresso gratuito

Inaugurazione sabato 7 marzo 2015 ore 17.30

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