A dieci anni dalla morte del servo di Dio don Luigi Giussani sono stati realizzati una mostra ed un video, con lo scopo di fare conoscere don Giussani, la sua personalità ed il suo carisma, anche a coloro che non l’hanno incontrato da vivo; ma anche per chi, come me, ha avuto la possibilità di conoscerlo e di frequentarlo, mostra e video rappresentano una straordinaria occasione per rinnovare la consapevolezza del dono ricevuto, attraverso la sua persona.
Il titolo della mostra “Dalla mia vita alla vostra” bene descrive quella che è stata la vita di don Giussani, la comunicazione appassionata ed instancabile di una esperienza umana di straordinaria intensità.
Dalla sua vita alla mia, potrei parafrasare il titolo guardando la questione dal mio punto di vista, perché la mia vita non sarebbe quella che è senza di lui e senza quello che da lui è nato.
In una intervista riportata nel video, don Giussani risponde ad una domanda della giornalista così: “La mia vicenda è la vicenda di tanti che, volendo bene ai giovani, riescono per grazia di Dio, in questo senso si può chiamare carisma, per grazia di Dio riescono a comunicar loro certezze e affettività di cui altrimenti sembrerebbero incapaci”.
Come ha detto l’allora cardinale Joseph Ratzinger nel duomo gremito di fedeli il giorno del suo funerale: “Don Giussani realmente voleva non avere per sé la vita, ma ha dato la vita, e proprio così ha trovato la vita non solo per sé, ma per tanti altri. È divenuto realmente padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, proprio ha guadagnato i cuori”.
Insieme a don Giussani ho deciso tanti passi importanti della mia vita, come quello di iniziare il mio cammino vocazionale nei Memores Domini o quello di lasciare ad un certo punto il lavoro in Germania per andare in Paraguay. Ho avuto anche il privilegio di farlo divertire, in quanto per diversi anni sono stato tra coloro che tenevano, alla fine di ogni raduno dei Memores Domini, dei brevi spettacoli comici, chiamati frizzi e lazzi. E devo dire che non ho mai visto nessuno ridere così di gusto come don Giussani, seduto in prima fila a godersi le nostre scenette.
Ma degli incontri personali che ho avuto con lui ne voglio ricordare uno: era la fine del 1991 ed io, dopo quattro anni e mezzo, ero rientrato dalla missione in Paraguay; andai a parlare con Don Giussani per verificare insieme a lui quale sarebbe stata la prossima tappa della mia vita ed egli mi chiese se ero disposto ad andare a collaborare con l’Università di Novosibirsk; gli risposi di sì e lui si commosse e si mise a piangere; io rimasi stupefatto e capii quanto ci teneva a quella possibilità di presenza in Siberia; poi per altri motivi non se ne fece nulla, ma quel pianto rimase in me come un ricordo indelebile della sua passione per la missione cristiana nel mondo.
Questo è stato Luigi Giussani, un uomo che vissuto con intensità il reale e che ha speso la vita per comunicare le ragioni che lo muovevano, appassionato di tutto perché appassionato di Cristo.
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