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Cara Varese

VOLI DI PREDAZIONE

PIERFAUSTO VEDANI - 06/03/2015

Il corvo di Uccellacci e Uccellini

Il corvo di Uccellacci e Uccellini

Hanno scelto il cibo come tema di fondo, come riferimento, collante, attrattiva dell’Esposizione 2015 che vedrà per una stagione Milano capitale d’Italia, della latinità, di quel Mediterraneo che ha guidato gli uomini nello studio del pensiero, nell’arte, nell’affermazione della civiltà dell’Occidente.

Noi italiani arriviamo all’evento bene informati sul cibo: da qualche anno infatti i mezzi di comunicazione, in particolare le televisioni, hanno dato alla cucina un ruolo di primo piano nei loro palinsesti. E così ogni giorno ci vediamo proporre storia e confezione di cibi alternate alle tragedie delle varie povertà, della violenza, dell’assenza di sicurezza, tutti diritti negati gli ultimi della società.

Le tv propongono selezioni e competizioni spietate, nelle quali emergono veri maestri di salse, colori, aromi che preparano piatti microscopici che sfamano sicuramente gli occhi, ma che fanno ricordare semplici e confortanti risotti e pastasciutte. Li hanno ben presenti soprattutto coloro che ancora nell’anno del Signore 2015 non se li possono permettere se non approdando alle mense dei frati e delle suore, almeno qui a Varese.

Accanto all’odierno declino della società, legato indubbiamente alla crisi mondiale, a Varese dobbiamo registrare nuove difficoltà dell’ambiente dove affiorano situazioni impensabili sino a poco tempo fa.

Molto si è fatto in passato per la protezione della fauna, ci sono zone protette pure per specie avicole stanziali o migranti, ma nessuno si è preso cura degli ultimi, degli uccellini più piccoli e indifesi. Nel passato più recente agli abitanti di una vasta porzione di Masnago la primavera veniva annunciata da folti voli di uccellini che cinguettavano felici. Oggi il cielo è dominato da corvi, cornacchie e gazze che si sono trasferiti a colle Campigli e ai Miogni da dove fanno raid che portano alla distruzione dei nidi degli “ultimi”. In nome delle leggi della natura questi nazisti del cielo agiscono impunemente, vengono addirittura protetti.

Nel loro cupo silenzioso volo di predazione vedo la società di questi anni che non si cura come dovrebbe di chi, vecchio o giovane, è in difficoltà e ha poche speranze. E per di più viene beffato dalle tv che hanno trovato nella gastronomia uno spettacolo, un motivo di richiamo. Certamente il problema degli uccellini è insignificante se messo in relazione con le generali necessità odierne, ma in qualche modo esso pure è una piccola spia accesa. Ci ricorda che quando era spenta noi si viveva meglio.

Non è nemmeno un tema nuovo, lo aveva proposto Pasolini e non banalmente con il suo famoso Uccellacci e Uccellini. Da ragazzino il massimo della trasgressione che mi potevo permettere era la fionda, nascosta ben lontano da casa, nella fenditura di un vecchio muro. Non l’ho mai usata contro un essere vivente, mi ero specializzato in lampioni. La mia carriera di piccolo Davide fu interrotta da un vigile urbano, per verdetto paterno scontai un mese di “domiciliari”, domeniche incluse. Non sono pentito di non aver mai tirato a un corvo o a una gazza, ma da vecchio qualche pensiero cattivo si è affacciato vedendo scomparire passeri e fringuelli. Mi ha disturbato pure l’indifferenza degli animalisti davanti alla strage e alla fine della presenza di creature che, pur piccole e fragili, riuscivano a distribuire serenità e allegria con i loro cinguettii mattutini e serali.

Ho annotato invece come semplice notizia di cronaca varesina l’atterraggio fuori pista, all’ospedale, di un corvo. Nemmeno a lui tirerò sassate: la fionda è a portata di mano dei magistrati che decideranno se e come usarla.

Sono sparite anche le rondini, amiche degli uomini che lavoravano la terra. Nel cielo dell’Italia da amministrare da tempo volteggiano avvoltoi e condor: nessuna aquila alle viste. E questo francamente è un guaio.

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