Tornare ai tempi andati nei ricordi sportivi è – di norma – superfluo. Totalmente sotto il profilo pratico parzialmente sotto quello di nostalgie e rimpianti.
Meglio sarebbe, quindi, lasciar perdere. Meglio ma fino ad un certo punto. Perché la mediocrità generale dello sport locale, in questo momento, qualche critica se la deve pur meritare. Niente nostalgie quindi ma discreti rimpianti certo e insieme critiche, critiche e poi ancora critiche anche alle capacità di gestione delle società, e non solo in conseguenza di una certa mediocrità inevitabile e maledetto frutto delle situazioni economiche generali ma proprio per approcci sbagliati personali e tecnici.
Nessun raffronto quindi con i tempi di vacche grasse che portarono società e squadre varesine agli apici dello sport nazionale. Nessun raffronto, nessuna pretesa di pari riedizione a riguardo. Ma raffronto allo specchio quello sì. Allo specchio con il quale si dovrebbero misurare volti sconosciuti non certo e non solo perché provenienti da zone sconosciute stranamente approdati ad una Varese solo nota come espressione geografica ma soprattutto perché mai stati vicini agli ambienti sportivi non solo locali ma in generale.
Si ha la sensazione che il loro avvicinamento allo sport sia fondato più su speranze di ricavi che non su certezze di impegni economici i quali devono essere – graditi meno – a carico di coloro che si mettono alla gestione di una società.
Va detto che qualche allusione potrebbe anche essere estesa allo sport italiano. L’esempio attuale e più in vista può essere sicuramente considerato quello di Zamparini con buoni risultati economici al momento ma tutti da calcolare sulle passate gestioni.
Rimane, peraltro, lecito continuare a pensare che a base di ogni presa di redini di una società sportiva debba essere la passione non certo lasciata sulla casualità ma ben sorretta e circondata da competenza tecnica affidata a chi di dovere.
Questo è quel che manca oggi agli sport varesini più seguiti a regnare sui quali in questo momento sono interrogativi enormi piuttosto rilevanti. Oggi questo è il reame del nostro sport. Ma i troni traballano miseramente. Che se poi le cose continuassero di questo passo anche se i troni dal vacillare cadessero non vi sarebbe poi gran differenza.
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