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Lettere

MOLINA, ORRIBILE DERIVA

- 20/02/2015

La telenovela sul nuovo cda della Fondazione Molina si arricchisce, purtroppo, di una nuova orribile puntata: due consiglieri comunali di Forza Italia, Cosentino e Battaglia, che, litigando pubblicamente, confermano che la segreteria cittadina di Forza Italia ha portato al sindaco dei nominativi, evidentemente “in quota” Forza Italia, da nominare.

Sono ormai passati ben 51 giorni dalla scadenza dell’apposito bando di gara che è avvenuta il 31-12-2014.

Da allora, il sindaco Fontana, l’unico al quale, secondo lo Statuto della Fondazione Molina, spetta il potere di nomina, prigioniero dei veti incrociati delle segreterie dei partiti che sostengono la maggioranza di centrodestra, è stato incapace di prendere una decisione. Come se, invece del cda della Fondazione Molina, dovesse nominare il Consiglio di sicurezza dell’ONU! Ora la ragione di questo immobilismo è più chiara: è in atto una vera e propria spartizione, in puro stile Prima Repubblica, per preservare i delicati equilibri politici tra Lega Nord, Forza Italia e UDC.

Già era inaccettabile lo sciopero, messo in scena qualche giorno fa, nel corso della consueta riunione della Giunta di Palazzo Estense, dalla delegazione assessorile di Forza Italia più UDC. Tuttavia, l’uscita odierna dei consiglieri Cosentino e Battaglia supera ogni limite di decenza.

Se non si trattasse di una situazione imbarazzante e paradossale che, di fatto, paralizza l’attività amministrativa della nostra città, verrebbe da parafrasare la famosa frase del protagonista del film “Blade Runner”: “Noi, in tanti anni di attività amministrativa, ne abbiamo viste di cose che voi umani non potreste neanche immaginarvi: maggioranze in fiamme al largo dei bastioni delle società partecipate, e abbiamo visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte degli Assessorati. Ma di tutti quei momenti questo è sicuramente il peggiore e il più mortificante».

Ribadiamo che  la Fondazione Molina Onlus, Istituzione che conta circa 500 dipendenti e più di 500 ospiti, oltre a 170 persone seguite attraverso l’assistenza domiciliare integrata, rappresenta un prezioso patrimonio che non appartiene a una sola parte politica ma a Varese ed a tutti i varesini.

E’ evidente, pertanto, come la scelta del suo cda, debba, necessariamente, corrispondere non ai criteri di occupazione partitica dei posti disponibili ma ai criteri di competenza e professionalità richiesti per la nomina degli amministratori di un ente così importante.

Visto che i litigi tra Lega, Forza Italia e UDC rischiano di produrre danni a Varese e a una struttura che, tra quelle del suo tipo, è la più grande della provincia di Varese e una delle più grandi della Lombardia, ci permettiamo di suggerire una possibile soluzione: se il Sindaco non è in grado di prendere, a breve, una decisione, confermi, temporaneamente, l’attuale cda. Sarà, poi, l’anno prossimo, dopo le elezioni, il nuovo Sindaco ad assumersi la responsabilità di una scelta definitiva.

Fabrizio Mirabelli, Capogruppo PD Varese

 

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