Non è passato inosservato il Suv Bmw parcheggiato con due ruote sul marciapiede, in Campidoglio, a Roma, a fianco all’ingresso dei Musei capitolini. I passanti, immagino stranieri per la maggior parte, guardavano stupiti. Stupore che è diventato incredulità per la mancanza di pudore mostrata dal suo proprietario, riconosciuto per le attribuzioni esposte sul permesso esibito sul cruscotto, rilasciato dal Comune di Roma, con la scritta, in maiuscolo, “ASSESSORE”.
L’automobile è rimasta per ore in divieto di sosta, oggetto di fotografie dei passanti.
Ma qualcuno tra noi si indigna più dei passanti, dopo aver saputo che l’Assessore, il proprietario dell’auto, è delegato dal Sindaco alla Legalità. Per carità cristiana omettiamo il suo nome.
L’amministratore si scusa, aveva tanto da fare, non aveva trovato parcheggio, l’agenda di quel giorno era piena di impegni. Così ha lasciato l’auto sul marciapiede avendo tutta l’intenzione di uscire a spostarla non appena avesse avuto un attimo di respiro.
Immaginiamo gli impegni cogenti di un assessore alla legalità: partecipare a un convegno sulle buone pratiche del cittadino modello; oppure recarsi in una scuola superiore di Roma per spiegare ai ragazzi che non si abusa MAI del potere di cui si dispone, grande o piccolo, temporaneo o permanente che sia.
Sarebbe l’occasione per ragionare sul fatto che il principio di legalità non costituisce solo un fine, ad esempio quello di contribuire ad una società più giusta, che si basi sulle regole del vivere civile. O l’occasione per chiarire che la legalità è prevalentemente un mezzo, una via attraverso la quale si apprendono i comportamenti che caratterizzano il buon cittadino, sia quando gli altri lo vedono sia quando si trova da solo. Ma, in prima istanza, e senza sconti, se gli altri ci guardano. E quando il ruolo che ci viene affidato attiene direttamente al campo dell’etica, come è il caso di un Assessorato alla legalità. Tanto più in una città come Roma, colpita negli ultimi mesi da eventi di clamorosa illegalità: dai certificati facili del 31 dicembre agli appalti concessi dietro tangente.
Signor Assessore A.S., per favore, chiunque lei sia nella vita e qualunque sia il partito a cui appartiene, si defili per un po’ dal proscenio, lasci ai cittadini che si sforzano ogni giorno, nelle modeste azioni quotidiane, di comportarsi da persone corrette, il tempo di digerire la piccola prepotenza che ha inflitto ai cittadini e ai visitatori di Roma capitale. Non si rechi da dopodomani a tenere lezioni di legalità che sarà stato chiamato (immagino) a rivolgere agli studenti.
Pensi che magari i ragazzi sempre connessi hanno visto in rete (come me) le fotografie del suo Suv in piazza del Campidoglio, abbandonato frettolosamente sotto gli occhi di Marco Aurelio. Così eviterà che qualche ragazzo sveglio le rinfacci lo scivolone di qualche tempo prima.
Niente di imperdonabile, lo riconosciamo, a confronto delle tante nefandezze a cui non si riesce a fare il callo. Si ricordi però che il buon esempio è il primo gradino del suo (benemerito) incarico di Assessore alla Legalità.
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