Siamo a dieci anni dalla morte di don Luigi Giussani, e un video in uscita con il Corriere del 22 febbraio ne racconta la vita e la statura. Intanto, se volete sapere qualcosa di più – e di vero – sul suo movimento, CL, è finalmente in commercio “La strada bella”, DVD acquistabile on line sul sito di Itacalibri. Il sottotitolo recita: “Un racconto di Roberto Fontolan e Chiara Maggioni”. E che racconto!
Dai 603 filmati arrivati dai 43 paesi in cui sono presenti i ciellini, i due autori, con il supporto del fotografo Dario Curatolo, hanno distillato 84 minuti di volti, gesti, storie, canti, battute, confidenze, danze, preghiere, testimonianze, aneddoti, opere, lacrime, risate. Un regalo incredibile e commovente che ci accompagna dalla neve della Siberia alle favelas brasiliane, dalla metro di New York alle strade di Roma, dal silenzio di un chiostro ai tamburi ugandesi, dall’operaio di Shangai alla stalla lombarda.
Ed è proprio qui, poco prima dell’alba, che inizia il racconto di una giornata – dal sorgere del sole alla notte fonda, come Life in a day dei fratelli Scott – di tanti “cristiani qualunque” che la vita ha portato a incontrare il movimento di Comunione e Liberazione. “Il problema della fede” dice Beppe mentre munge la mucca “è che Ciò che ha fatto il mondo, si è fatto uno di noi: si dovrebbe andare in giro a dirlo a tutti…. ma lo si può dire anche stando là dove si è”.
La caffettiera sul gas; la sedia a rotelle che entra in ascensore; la recita di una preghiera in auto, con cui papà, mamma e i loro bimbi iniziano la giornata sotto il cielo grigio di Londra; il manutentore di caldaie che parla di un amore che prima non c’era, e di cose che prima non riusciva a vedere…
Così comincia un viaggio che ci porterà in tutto il mondo: al New York Encounter, tra adolescenti e universitari, sulla strada notturna del pellegrinaggio Macerata –Loreto, sulla terra rossa di Kampala, dove le donne malate del Meeting Point danzano e cantano con un’allegria incontenibile, nel carcere di Padova, nella periferia di Sao Paulo. E in cento altri luoghi, non ultima una coloratissima campagna spagnola, sfondo alla testimonianza di Julian Carron, attuale presidente della Fraternità di CL, che racconta di sé, della sua amicizia con don Giussani, e anche degli errori fatti dal movimento “nell’entrare nella mischia”.
Non voglio sciuparvi il gusto di questi minuti che passano d’un fiato, solo cogliere il sorriso che collega come un fil rouge i momenti e le facce di questa giornata virtuale. Così, di tutta la straboccante ricchezza di storie, dalle più normali alle più drammatiche, è l’ironico e piano parlare del professor Joseph Weiler, giurista ebreo, grande amico del Meeting di Rimini (“.. sapevano che sono ebreo praticante, che apertamente rifiuta la presenza cristiana, ma mi ascoltavano: non ho conosciuto da nessuna parte una cosa simile”) a coniare la più stupefacente definizione del Giuss: “una persona religiosa, un insegnante, un padre: insomma un vero rabbino”. Gli fa eco Wael Farouk, visiting professor alla Cattolica, che racconta di un incontro così importante, per la sua umanità e la sua fede islamica, da far dire alla moglie ”Sarebbe meglio che tu avessi un’amante”, a proposito del legame forte con i suoi studenti ciellini, cristiani e musulmani insieme. E lo stupore di Alexsandr Filonenko, filosofo ucraino, nell’accorgersi che tutti i ciellini incontrati a Charkov non erano cattolici, ma ortodossi come lui.
E da ultimo, godetevi anche la splendida colonna sonora: perché, come dice Rose Busingye ai suoi malati di Aids, “ la musica aiuta ad alleggerire il cuore”.
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