L’imposizione delle ceneri è un gesto penitenziale che si compie in tutte le parrocchie, connesso all’inizio della Quaresima.
La formula più antica e tradizionale – Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai – si ispira alle severe parole del libro della Genesi (v. 3,19), che suonano a condanna dell’uomo peccatore, destinato inevitabilmente a subire, come castigo, la morte.
Con questo rito, semplice e austero, ricevendo le ceneri sul capo, ognuno è richiamato a prendere coscienza, per mezzo di un gesto fortemente simbolico, della caducità della vita umana e della transitorietà delle cose terrene: tutto, prima o poi, si vanifica, come polvere al vento…
Un’altra formula, introdotta in un secondo tempo, a completamento della prima – Convertitevi e credete al Vangelo – è costituita dalle prime parole pronunciate da Gesù secondo il Vangelo di Marco (v. 1,15): è questo il nucleo sintetico ed iniziale della predicazione del Signore, cominciata subito dopo i quaranta giorni di preghiera e di digiuno trascorsi nel deserto.
“Convèrtiti” significa: gìrati verso la luce, perché la luce è già qui. La conversione non è la condizione imposta da Dio per il perdono. Che buona notizia sarebbe mai un Dio che dà secondo le nostre prestazioni? Gesù viene a rivelarci che il movimento è esattamente l’inverso: è Lui che mi incontra gratuitamente, prima che io sia buono… E allora io cambio il modo di vedere le cose. Purtroppo, come diceva padre Vannucci, la verità è che noi siamo immersi in un mare d’amore e non ce ne rendiamo conto.
Non basta allora chiudersi nella meditazione sulla transitorietà della vita, cosa saggia e salutare; sulle conseguenze negative che il peccato ha nei confronti della nostra vita, o sull’ineluttabilità della morte come pensiero capace di riequilibrare le nostre velleità con realismo crudo ed implacabile.
Per convertirsi occorre cambiare modo di vivere e di pensare, abbandonare gli idoli – antichi e moderni – cui si finisce sempre per legare la nostra vita, e scegliere, con decisione e docile disponibilità alla grazia di Dio, di aderire al vangelo di Cristo, come norma sicura e guida illuminante per il nostro cammino.
Il sacramento della Penitenza è uno dei mezzi attraverso cui si esprime la nostra conversione, non solo perché favorisce il rovesciamento radicale della mentalità e, di conseguenza, il necessario mutamento di rotta nella vita, ma ancor più perché ci fa crescere nella vita battesimale.
Quando noi andiamo a confessarci delle nostre debolezze, dei nostri peccati – ha detto in una delle sue memorabili catechesi papa Francesco – noi andiamo a chiedere il perdono di Gesù, ma andiamo pure a rinnovare il Battesimo con questo perdono. E questo è bello: è come festeggiare il giorno del Battesimo in ogni Confessione.
Così mediante la parola di Dio e la guida di un suo ministro, nel sacramento rivive il mistero di Cristo amico, medico e maestro delle anime: comprendendo le precise esigenze dell’amore del Padre e ricevendo la forza di attuarle, siamo stimolati a crescere ancor più, prendendo a misura l’amore di Cristo. La buona notizia è tutta qui: Dio cammina con noi, senza condizioni per guarire ogni male, curare le ferite inflitte dalla vita e riparare i nostri sbagli d’amore… Solo il suo amore guarisce tutto e tutti!
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