L’accordo tra Berlusconi e Salvini gioverà di sicuro a Salvini, chissà se a Berlusconi. Salvini ha tutto da guadagnare, Berlusconi molto da perdere. Politicamente, Salvini acquista un gregario d’inaspettata disponibilità; aziendalmente, Berlusconi cede a Renzi la chance della possibile rivalsa. Il premier non è tipo che abbaia e non morde, alla D’Alema old style: invece il contrario. Il rifiuto di Forza Italia a confermare sulle riforme il voto già dato, innescherà il tic reattivo del presidente del Consiglio. Al quale restano buone chances di vincere comunque la battaglia parlamentare mentre a Berlusconi non ne resta nessuna di sfuggire a eventuali ritorsioni politiche sulle sue vicende economiche e giudiziarie.
Ride moltissimo Salvini, che arruola un obbediente alleato per la guerriglia dai banchi di Montecitorio e Palazzo Madama, oltre ad incassare il patto per le elezioni regionali: il centrodestra, con l’eccezione dell’NCD, starà unito. E non sarà diviso dalla pretesa della Lega d’imporre candidati suoi alle presidenze che vorrà, per esempio in Veneto e in Liguria.
Perché Berlusconi, dopo aver servito Renzi, ora decide di servire Salvini? Perché non è più Berlusconi. Nel senso: il Cavaliere d’una volta mai si sarebbe fatto trovare nelle braghe di tela in cui s’è calato l’ex Cavaliere di oggi. Molti, dentro Forza Italia e dentro le sue aziende, hanno cercato di farglielo capire con garbo: Silvio, non reagire di pancia alla fregatura-Mattarella. Confalonieri e Letta in prima fila a cercare di quietare il capo. Risultato degli sforzi della coppia di vecchi amici: zero. Risultato della felpata furbizia di Salvini: cento. Mica male, la cena della domenica sera ad Arcore.
Infine: quali briciole del simposio brianzolo cadranno sui tavoli locali, nelle prossime consultazioni amministrative? Prevarrà il situazionismo: in un modo qui, in un altro lì. Facciamo il caso di Varese 2016. La Lega può correre da sola, confidando di passare al primo turno e di sfidare il PD al secondo. Oppure può rifare il fronte con Forza Italia, senza però concederle la candidatura a sindaco. O, ancora, può carezzare l’idea di un’intesa antica, allargata a UDC e NCD.
Obiezione: Salvini dice che mai e poi mai, con l’NCD. Sì, certo. Ma non sempre alle parole seguono fatti coerenti. Dunque un occhio eventualmente lo si chiuderà per Palazzo Estense, dato che se ne sono chiusi due quando bisognava metter su il governo regionale. Sarà invece, questo sì e senz’alcun dubbio, l’NCD a decidere: o a destra o a sinistra. O con Forza Italia-Lega-UDC o col PD e probabile listone civico. L’NCD, a Varese, vuol dire i ciellini. Toccherà a loro la responsabilità primaria, gli altri occuperanno le file dalla seconda indietro.
Ultimo quesito: il PD accetterebbe la partnership dell’NCD? Certo che l’accetterebbe. L’ha già accettata per la scelta del presidente della Provincia, per quale realistico motivo dovrebbe dire di no domani quando ha detto di sì ieri? Pretenderebbe naturalmente l’osservanza delle sue condizioni: figure rappresentative diverse dalle attuali e idem la strategia politica. Non una condizione impossibile da accettare. Anzi, possibilissima, a rifletterci un po’.È quello che Forza Italia cerca di far comprendere alla Lega: stiamo attenti all’autogol, perché c’è aria d’imbucate simili a quelle che sta subendo da mesi il Milan pagato da Berlusconi e tifato da Salvini.
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