È stato pubblicato il Decreto 23 ottobre 2014 del Ministero delle Politiche agricole, che obbliga i Comuni entro il 31 luglio 2015, a censire gli alberi monumentali che si ritrovano nel loro territorio. Ho quindi scritto all’Assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese e, per conoscenza, agli Assessori a Urbanistica e Cultura, sempre del Comune di Varese facendo loro presente come questo Decreto fornisca una possibilità al territorio varesino assolutamente imperdibile, che fuoriesce da uno stretto spettro ambientalista o meglio naturalista. Opportunità che non deve essere persa
Varese dopo il Piano di governo del territorio, è chiamata a recitare un ruolo da protagonista (da vero capoluogo e da vero comune leader e guida provinciale), capace di realizzare non solo dei percorsi naturalistici cittadini ma provinciali ed anche estesi molto oltre. Se il Piano di governo del territorio è stata da me giudicato un’occasione persa, quanto a fare squadra, va colta l’occasione di poter sviluppare delle relazioni nuove all’insegna della collaborazione (e condivisione delle scelte) tra gli enti pubblici (Comuni e Provincia) e tra pubblico e privato. Si potranno, allora, contattare con forza i privati, tra cui albergatori interessati ad ospitare i turisti ‘verdi’ e così titolari di agenzie di viaggio o di trasporto.
Assumere una uguale metodica, è la ricetta che ho consigliato per quanto riguarda gli edifici storici del territorio.
Amici della Terra Varese, di cui sono Presidente pro tempore, ha sempre e fortemente criticato l’atteggiamento degli Assessori comunali che non sono intervenuti per salvaguardare e proteggere edifici di alto valore storico e architettonico quali, per esempio, il Castello di Belforte o il Castello Manfredi o la Caserma Garibaldi.
Varese avrà minori entrate dalla Regione Lombardia. Ebbene, non si reciti solo, sempre e comunque la stessa stucchevole frase: ‘Non ci sono soldi’. Si faccia politica e ci si rimbocchi le maniche, valorizzando le nostre ricchezze senza disperderle e facendole così deperire.
Il decreto impone di istituire un tavolo (che possa durare da oggi al luglio di quest’anno) al quale siano chiamati a sedersi rappresentanti delle associazioni ambientaliste cittadine, tecnici della Regione Lombardia, del corpo forestale dello Stato, degli studenti di ogni scuola superiore varesina, della Soprintendenza competente, dell’ufficio al verde del Comune di Varese, dei cittadini residenti a Varese, delle parti sociali.
Le persone sedute al tavolo non riceveranno compensi, dureranno in carica quattro anni, saranno individuate nel termine di un mese e dovranno riunirsi con cadenza quanto meno settimanale dalla loro nomina al 31 luglio prossimo venturo e, in seguito, almeno quattro volte all’anno fino alla loro scadenza.
Il Decreto ministeriale specifica come il censimento debba essere realizzato dai comuni stessi, sia
mediante ricognizione territoriale, con rilevazione diretta e schedatura del patrimonio vegetale, sia a seguito di recepimento, verifica specialistica e conseguente schedatura delle segnalazioni provenienti da cittadini, associazioni, istituti scolastici, enti territoriali, strutture periferiche del Corpo forestale dello Stato – Direzioni regionali e Soprintendenze competenti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
In molti casi, il censimento già esiste e dovrà essere verificato se la pianta censita sia ancora vitale.
Sarà compito del citato tavolo di avvalorare ciò. Una volta effettuato il censimento, i Comuni devono trasmettere alla Regione i risultati, esposti sotto forma di elenco e corredati delle schede di identificazione e del materiale documentale e fotografico, entrambi in formato digitali.
Le Regioni, ricevuti gli elenchi comunali contenenti le proposte di attribuzione del carattere di monumentalità di ogni singolo elemento censito, entro novanta giorni, provvedono alla relativa istruttoria e deliberano sulle iscrizioni, elaborando, quindi, il proprio elenco regionale in formato elettronico. La redazione degli elenchi deve essere fatta entro il 31 dicembre 2015.
Ogni Comune è chiamato a rendere noti gli alberi inseriti nell’elenco nazionale ricadenti nel territorio amministrativo di propria competenza, mediante affissione all’albo pretorio, in modo tale da permettere al titolare di diritto soggettivo o al portatore di interesse legittimo di ricorrere, nei modi e termini previsti dalla specifica normativa, avverso l’inserimento in elenco di uno specifico elemento arboreo.
Il Decreto stabilisce anche come l’abbattimento e le modifiche della chioma e dell’apparato radicale dell’albero monumentale, siano realizzabili, dietro specifica autorizzazione comunale, solo per casi motivati e improcrastinabili per i quali sia accertata l’impossibilità di adottare soluzioni alternative, previo parere vincolante del Corpo forestale dello Stato, che si può avvalere della consulenza dei Servizi fitosanitari regionali.
Resto in attesa di un riscontro da parte dell’Assessore alla Tutela ambientale, perché possa essere avviata un’attività per valorizzare al meglio una nostra ricchezza: gli alberi del territorio varesino.
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