Piazza della Repubblica è assurta a luogo in cui si deciderebbe l’avvenire della Città. Con la nuova piazza della Repubblica “cambierà il volto di Varese”. Con queste convinzioni si è conclusa lo scorso 2 febbraio nella sede della Regione a Varese, la riunione per l’insediamento del Collegio di Vigilanza dell’Accordo di Programma per la realizzazione delle decisioni previste dal cosiddetto ‘masterplan’.
Il nuovo volto di Varese si vedrà in piazza della Repubblica. La storia più recente di questa nostra Città, le proposte, la consistenza degli sviluppi in atto e della necessità del loro governo sfuggono alle considerazioni della politica locale.
Una storia stupefacente che si muove dall’arrivo della ferrovia nel 1862, che si consolida con una residenzialità desiderata, servita dagli anni ’90 dell’Ottocento dalla progressiva estensione di una intelligente rete tramviaria, che si consolida con un apprezzamento internazionale della sua accoglienza alberghiera in Villa Recalcati, poi con il Palace e il Grand Hotel Campo dei Fiori. Con l’elevazione di Varese al rango di Capoluogo di Provincia.
Il Ventennio, dalla fine degli anni ’20 agli inizi degli anni ‘40 demolisce senza pietà parte del centro storico, definisce con un suo coerente progetto l’attuale piazza Monte Grappa, la collega con la magnifica via delle Vittorie (oggi via XXV Aprile) alla Prefettura, insediata in villa Recalcati.
Dà alla Città una diversa immagine. Che non hanno né Busto né Gallarate. La mancanza di una rinnovata visione culturale, l’arrembaggio edificatorio del dopoguerra fondato su un incredibile PRG che prevedeva volumetrie per settecentomila abitanti, provoca i guasti e le offese che conosciamo. Compromette la bellezza di questa Città e, con la irresponsabilità diffusa di molti Enti locali vicini, del suo territorio.
Le varianti successive del Piano regolatore non colgono la rilevanza dei problemi di fondo, che ormai con sufficiente chiarezza si presentavano. Fino ai primi anni ’90, quando i preliminari di un nuovo Piano venivano delineati dalla società incaricata, la Oikos di Bologna. Veniva per la prima volta messa in rilievo la effettiva realtà urbana di una città che superava ormai i centocinquantamila abitanti. La necessità quindi di una collaborazione intercomunale per una programmazione condivisa.
Veniva affrontato in modo innovativo il problema della mobilità con la necessità di assegnare un ruolo urbano al sistema ferroviario, integrandolo con una ipotesi di linea dorsale tramviaria da Bizzozero a Masnago. Veniva proposta la presenza di una rilevante offerta congressuale in grado di dare attrattività culturale, sociale, economica alla Città.
Sono passati vent’anni da quelle proposte. Nella sostanziale assenza di iniziative al riguardo.
Come si può, a fronte di quelle visioni strategiche, affermare oggi che con la nuova piazza della Repubblica cambierà il volto di Varese? Perché invece il Comune di Varese non riprende nella necessaria considerazione i problemi evidenziati nel preliminare di PRG degli anni ’90, che il recente PGT ha completamente trascurato?
Perché non si avviano iniziative di confronto/collaborazione con le comunità locali vicine, alcune delle quali hanno già dimostrato interesse a intese intercomunali?
Perché non si avviano nuovi rapporti con le società ferroviarie per programmare in tempi stretti quegli interventi che renderebbero assai più razionali per la congestionata mobilità urbana i sistemi esistenti e la loro fruibilità?
Il destino della reale Città varesina si gioca su questi temi e non certamente sulla piazza della Repubblica. Dove l’Università, altro fiore della Città, vorrebbe abbandonare la propria presenza offerente. Per ritirarsi esclusivamente nel Campus di Bizzozero, non ancora concepito come luogo di elevata e accogliente, non separata, presenza urbana dove si vorrebbe realizzare un edificio con funzioni limitatamente teatrali che appartengono sostanzialmente al passato.
Si vorrebbe demolire l’unico edificio dignitoso della piazza, fondale necessario del monumento ai Caduti, testimonianza di una storia e di una vicenda educativa, attuale sede del Rettorato e ragionevole candidato ad ospitare attività culturali cittadine. Con la sua offerta di spazi interni di livello elevato, patrimonio pubblico da conservare.
Il 2 febbraio è stato insediato il ‘Collegio di Vigilanza’ perché il ‘masterplan’ venga portato a realizzazione, per i supposti desiderati destini di questa Città.
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