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DIVORZIO DA PARMA. E POI?

ETTORE PAGANI - 30/01/2015

I dubbi spesso non guastano. Talvolta sono necessari. Come sulla validità delle ragioni di Antonio Cassano. È stato così anche per la sua vertenza con il Parma che – sembra – è stato addirittura citato in giudizio dal giocatore che lamentava la mancata corresponsione da parte della società di alcune mensilità di stipendio.

Se la tesi dell’Antonio fosse fondata tutti i toriti potrebbe non averli. Resta il fatto che ragioni o torti dell’uno come dell’altra parte, la situazione non facilita la già non semplice faccenda del nuovo accasamento del giocatore che ha deciso di fare le valigie.

Le sue predilezioni per il ritorno al blucerchiato sampdoriano non sono mai state un mistero. Bisogna dire che la società ligure, gran collocatrice di campioncini sul mercato e, quindi, buona incassatrice di quattrini, potrebbe anche essere interessata a un giocatore da utilizzare anche a tempi limitati e pronto a lasciare il posto in formazione a qualche giovane da mettere in vetrina. A, ovvie, pretese economicamente limitate da parte del “nuovo” acquisto.

A favore del giocatore – tra l’altro – potrebbe far pendere l’“estrosità” del presidente sampdoriano che in fatto di “numeri” può essere abbastanza facilmente considerato libero docente. Esattamente all’opposto pare, però, potersi collocare il carattere di Sinisa Mihajlovic intransigente tutto meno che disponibile alla “numerazione”. Insomma la collocazione del giocatore al sole di Liguria non può certo darsi per scontata.

Ma quale altra lo potrebbe? Pacifico essendo che si tratterebbe di un passaggio a condizioni economiche ben limitate “nel tempo” e nello spazio” e di solo parziale utilizzazione. Staremo a vedere, per ora, è cosa tutta da risolvere.