Il SiMPeF è un sindacato di medici pediatri che rappresenta la maggior parte dei pediatri lombardi, novecento medici su un totale di circa mille specialisti. La sezione di Varese ha deciso di promuovere il Progetto RRR, Riflesso Rosso Retinico, per combattere una malattia che colpisce i neonati e, nei casi più gravi, può renderli ciechi: la cataratta congenita. Il dottor Alessandro Monestier spiega che i pediatri della nostra città e della provincia varesina hanno pensato di prevenire questa forma di cataratta promuovendo uno screening neonatale, da effettuarsi entro le prime cinque settimane di vita.
I casi di cataratta congenita non sono rarissimi a Varese: su un totale di ottomila nascite annue i bimbi malati sono otto. “Attualmente la ricerca del RRR viene svolta dai pediatri – continua Monestier –, ma noi viviamo un grande senso di responsabilità nei confronti dei bambini, quindi riteniamo sia assolutamente necessario l’esame di un oculista. La diagnosi comporta un intervento molto precoce con la sostituzione del cristallino. Se l’intervento viene fatto al più presto il recupero è completo. Crediamo fortemente in questo progetto, per questo abbiamo aperto diversi canali di collaborazione, a volte con fatica”.
Ma quanto durerà il Progetto RRR? Attualmente è in corso un test pilota della durata di un anno che prevede uno studio scientifico e la pubblicazione dei dati raccolti, il tutto realizzato con un autofinanziamento. E poiché in questo periodo storico uno dei problemi da superare è proprio quello delle risorse, il SiMPeF ha pensato di reperirle in modo creativo, ovvero promuovendo degli eventi artistici.
L’esperienza recente dimostra che è l’idea giusta. Infatti il 15 novembre scorso è stato presentato al Teatro UCC di Varese uno spettacolo particolare: sul palco è salito Andrea Vitali, medico pediatra oltre che apprezzato artista e scrittore, e, con i suoi Sulutumana, ha realizzato un’affascinante fusione tra musica e racconto. Con questo primo concerto si è aperto un importante canale di comunicazione. “Dobbiamo sensibilizzare tutti gli interlocutori che saranno attori del Progetto – afferma il pediatra varesino –; vogliamo proseguire su questa strada e arrivare alla realizzazione dello screening sia attraverso l’ASL sia nei reparti di neonatologia degli ospedali della provincia.
Proprio la ASL, con il sostegno della Regione Lombardia, potrebbe presto permettere di esaminare tutti i neonati, garantendo una continuità nel futuro. Attualmente questo primo esame viene fatto dai pediatri: tentano di superare un vuoto sanitario con una professionalità che non è quella specifica. Abbiamo quindi contattato gli oculisti che si occupano di bambini: tutti coloro che sono stati interpellati si sono resi disponibili, anche a fronte di compensi puramente simbolici. Hanno appoggiato il progetto perché lo ritengono necessario: la nostra esigenza deriva proprio da linee guida stilate dagli oculisti.
C’è molta collaborazione. Dobbiamo aprire un varco nell’attuale situazione, come con una sorta di ariete. Poi dal varco passeranno le truppe – conclude il pediatra – e il progetto arriverà all’applicazione nazionale”. (www.simpef.it)
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