Da quel che si legge sui giornali vien da pensare che il nordcoreano lepenista Salvini si appresta a fare le scarpe a Maroni, stesso modello di quelle rifilate da Maroni a Bossi nella memorabile serata dell’orgoglio padano a Bergamo. Con un perentorio no il rottamatore Matteo2 ha bloccato il rilancio dell’alleanza con gli alfaniani lombardi, definiti “complici del disastro di Renzi”. Un altro no Bobo l’ha ricevuto dalla ministra Lorenzin, che ha bocciato la riforma della sanità lombarda, contestata del resto anche dagli amici del Nuovo Centro Destra. Per di più, molti osservano che il suo contratto elettorale con i lombardi si avvia a fare la stessa fine del contratto di Berlusconi con gli italiani. Bobo, lo ricordiamo, ha conquistato il Pirellone promettendo due cose: di promulgare la Macroregione del Nord e di trattenere in Lombardia il settantacinque per cento delle imposte versate dai lombardi. Non è tutto. Una volta insediatosi sulla poltrona che fu di Formigoni per vent’anni, ha fatto un’altra promessa: abolire il ticket sulla sanità. Le tre promesse sono rimaste tali, segno che il governatore è uomo di parola. Solo di parola.
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