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Sport

MIRACOLO ALLE BETTOLE

ETTORE PAGANI - 16/01/2015

bettole“Miracolo a Milano”. Un film di alcuni anni addietro. Bellissimo. Nessuno avrebbe mai pensato che in epoca successiva si sarebbe potuto parlare di “Miracolo alle Bettole”; ad una stravaganza del genere chi mai avrebbe potuto pervenire?

Quale stravaganza? Quella che a decesso sostanzialmente avvenuto, ha fatto succedere una resurrezione tanto più strana in quanto non concretatasi secondo calendario liturgico, in periodo pasquale ma natalizio.

A stagione estiva anticipatamente conclusa per le super note difficoltà non solo dell’ippica nazionale (visto che sia pure con grande fatica qualche ippodromo – San Siro su tutti – sta sopravvivendo) ma soprattutto a causa della disastrata situazione della Società Varesina. Sfumata la possibilità di aprire con il trotto, s’era sostanzialmente dichiarato il lutto ufficiale del galoppo varesino. Salvo imprevisti. Gli imprevisti non sono arrivati ma neppure il lutto, visto che a chiusura ormai dichiarata alle Bettole si è tornati a correre.

E non a correre a piedi per il preannunciato forfait di materiale ippico e neppure a correre come s’era fatto sin’ora dietro sogni ad un certo punto anche realizzabili ma mai voluti realizzare.

E allora? E allora il miracolo, appunto, che non si chiama – proprio per niente – superamento di tutti gli ostacoli che della crisi varesina erano stati la causa: si chiama coraggio, volontà rifiuto di cedere le armi da parte di un ristrettissimo gruppo di operatori sul campo che, quasi tramutato in una sorta di magia dell’acrobazia, hanno continuato a sperare.

Chiedendo scusa per eventuali omissioni ci pare giusto puntualizzare come in concreto l’artefice della ribellione nel deserto sia stato un quintetto facente capo al segretario della Varesina dottor Tosi. Tutti indaffarati a tappare anche solo parzialmente buchi di abbordabili proporzioni in modo da poter “tirare avanti”. La precisazione va fatta. Perché nulla di più folle vi sarebbe che pensare che tutto si sia risolto. Affatto. A posto non è andato proprio nulla ed i problemi di prima rimangono tutti, e tutti da risolvere. Ma proprio qui sta il miracolo. Che cioè in una situazione economica generale da coma profondo e addirittura irreversibile si sia riusciti a trovare uno spiraglio di luce.

Quello spiraglio in cui, ovviamente, si sono infilati proprietari, allenatori, fantini e quant’altro del mondo ippico locale cercando di tirare una boccata d’ossigeno.

Quello spiraglio – sempre miracoloso – che ha consentito di allestire e mettere in piedi quattro giornate a gennaio (le prossime il 19 e 26) con speranza di proseguire anche a febbraio giungendo fino alla metà di marzo.

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