“Arriva Natale, ti stai preparando?”.
“Accidenti, devo trovare il tempo di un po’ di meditazione, potrei andare alla confessione comunitaria in parrocchia, spero di tornare in tempo da Milano, altrimenti…”.
“Ma no! È che da quest’anno la dieta detox si fa prima, non dopo. È sempre meglio prevenire, alla tua età, poi.”
“Detox? Sarebbe a dire?”.
“Ma tu scriveresti dieta disintossicante preventiva? Ma ce la fai? Ora che l’hai scritto, il lettore ha già cambiato pagina, è già tre tweet più avanti.“
“Basta non intossicarsi.”
“Facile! A quest’ora ho già fatto la cena aziendale, quella del burraco, del club di service, degli amici del museo, mi aspetta quella della scuola del nipotino, che tanto vado sempre io a prenderlo, la pizzata del minibasket dell’altro nipote. Ma cosa ti immagini, che a tutti questi tavoli ordino antipasto, tacchino, panettone e mascarpone? Ma sarei già morta! Che pure, come donna, gli ormoni mi proteggono.”
La moglie di Sebastiano, gentile signora Conformi, si mantiene tirata a lucido.
“Ecco – continua – invidio le donne del Sud, del Sud dell’altro emisfero, che possono affrontare in una sola volta, una all’anno, la prova-Natale e la prova-costume. Qui, invece, se ti lasci andare un paio di settimane, non fai più in tempo a recuperare. Devi stare in detox permanente. E sai che cosa significa? Salmone bollito. Broccoli bolliti. Cavoli e verze fresche, mica crauti o pizzoccheri. Pollo lesso, senza salse o mostarda. Ci sarebbero le fragole, dieta Beverly Hills, ma adesso costano! Pollo lesso, e basta”.
“Sembra però che i prezzi siano in calo, dei generi alimentari e dei regali, almeno di quelli che vengono dalla Cina.”
“Già, tutto quello che è in calo è perché non è trendy, poi, nemmeno i regali si usano più; le ditte ti mandano un cartoncino, bruttino pure, riciclato, che ti dice che hanno fatto un’offerta alla onlus Taldeitali, chissà se è vero, mi viene voglia di controllare.”
“E tuo marito, Sebastiano, come la prende? Fino a qualche anno fa era omaggiato mica male!”.
“Taci, fa finta di niente, mai io so che prende i cartoncini e li appiccica in bacheca, dopo aver ripassato i nomi con l’evidenziatore giallo. Dice che se lo meritano.”
“Ma in bene o in male?”.
“Questo non lo so, resta nel segreto della sua animuccia, però quando arriva a casa con un panettoncino o con una buona bottiglia, gli occhi gli brillano. È il bello della gratuità.”
“Di quella degli altri, però!”.
“Come se non avessi fatto il giro di tutti i mercatini benefici: il nido, la scuola, l’oratorio, i missionari, il messaggino a Telethon, ho anche votato per la Versace, che ballare con le protesi se lo meritava, l’azalea per non so più chi, le mele, la croce rossa, la protezione degli animali. Tra poco arrivano i rinnovi delle tessere: la LIPU, Italia Nostra, il Club (non dico quale per non creare gelosie), gli Amici del Museo, gli abbonamenti, la palestra, per fortuna, arriva a marzo. E tutto dopo le tasse! Per queste non c’è detax che tenga, Quindi per i nipoti e i figli dei nipoti: pensierino e via! E tu?”.
“Ora che mi ci fai pensare, non mi va tanto diversamente. Qualche cosa meno, qualche altra di diverso, ma è difficile andare controcorrente, come suggerisce il Papa. Però non penso che voglia dire di evitare certe fatiche o di abolire i regali. Quello che c’è di bello nel dono è proprio la fatica di aver pensato a te, di aver scelto quella cosa proprio per te, non importa il valore. È bello aver colto il tuo desiderio, magari segreto, è bello ricevere un messaggio inaspettato, ma personale. (A proposito, astenetevi, per piacere dall’SMS di massa spedito a tutta la rubrica con la citazione evangelica riciclata). La cosa più bella è la tensione tra l’attesa e l’evento, Non posso non ripensare ai Natali di quando ero bambino, all’atmosfera che c’era, quando avevamo il negozio di alimentari aperto anche al mattino di Natale, con la mamma alla cassa fino a mezzogiorno, poi saliva in casa a buttare i ravioli nel brodo. Per non dire di quel 23 dicembre di un anno di guerra, quando sono nato io, la mamma era rimasta in negozio tutta la mattina, fino alle doglie, e sono nato in casa, per non perdere l’unità della famiglia il giorno di Natale. Ma non è il tempo della nostalgia, la gioia non viene dal passato, viene solo dal vivere bene il presente. Hai ragione, signora Conformi, occorre fare detox, ma della mente e del cuore, come ti riesce, con il presepe, la bibbia, una sera il coro della parrocchia, la benedizione della casa, se da voi si fa ancora, la messa di mezzanotte, la neve…”.
“Già, la neve. Le australiane in bikini, non hanno la neve. Quel silenzio, quando nevica. Forse stiamo meglio noi”
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