La Fondazione Paolo VI ha organizzato un interessante convegno in occasione della celebrazione del trentennale della visita di Giovanni Paolo II al sacro Monte. L’ex direttore della Prealpina Pier Fausto Vedani, il Sindaco dell’epoca Pippo Gibilisco ed il Presidente della Fondazione Riccardo Broggini hanno rievocato un avvenimento che scosse per anni la città. Mi sarei quindi aspettato una partecipazione più che dignitosa nella bellissima sala. Invece non è stato così. Non c’erano in particolare i protagonisti degli eventi associativi, in primis la Associazione degli Amici del sacro Monte di Varese. Nemmeno i rappresentanti attivi nel difendere l’assalto delle ruspe per il vituperato parcheggio.
Ed i rappresentanti ecclesiastici? Capisco il motivo perchè il Sacro Monte langue in un pauroso e preoccupante declino. Tutti si occupano a modo loro della montagna cara ai Papi e a Monsignor Pasquale Macchi. Ed è allora inutile anche gettare la croce addosso al Comune quando i cittadini non riescono a mettersi d’accordo sugli obiettivi.
Abbiamo adesso un Arciprete preparato e motivatore, monsignor Erminio Villa. Il mio parere, espresso al convegno, è che occorre coniugare arte con fede e non puntare in primis ad un ritorno di turismo belle epoque.
Macchi lo aveva capito tramite il restauro puntiglioso di tutto il complesso monumentale. Facciamola finita con gli orticelli e si mettano insieme tutte le forze. Abbiamo una struttura che non può lasciare solo il buon Sergio Giorgetti nella mansione di tenerla aperta. Includiamola in un moderno impianto di socializzazione web tramite pagina Facebook
GIUSEPPE TERZIROLI
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