Che ai massimi vertici del campionato le sfide dovessero restare – più o meno – sempre quelle era, sostanzialmente scontato.
Nessuna delle cosiddette “grandi” sembrava potersi presentare con qualche credenziale per affacciarsi alle alte cime. Non certo Inter e Milan terribilmente rimpicciolite da grandi che erano e non le altre blasonate come Napoli, Lazio. Si attendeva qualcosa dalla Fiorentina ma sbagliando visto che il viola da splendente che era non ha faticato a rivelarsi decisamente stinto.
Insomma tutto era da scegliersi tra Juve e Roma. In particolare, però, la Roma, che già mostratasi più che eccellente nello scorso campionato, sembrava aver trovato ulteriori risultati facendo, addirittura, salire non poco le sue quotazioni in una borsa anti-iuventina.
Disinvolta e piacevole nel gioco la formazione giallo-rossa pareva qualificata per contrastare il passo a quella bianco-nera. Invece, pur restando per il momento ancora ben marcato il duello tra Torino e Roma la squadra di Garcia sembra più in difficoltà di quel che si potesse pensare.
Cercare le ragioni di questo ridimensionamento non sembra facile. Una stretta collocazione nel tempo sembrerebbe farlo discendere dalla terribile tostonata partita da Guardiola e del suo clan che definita – un po’ da tutti Garcia e Guardiola in testa – frutto di una casualità sembrava aver lasciato un eco tutto meno che casuale.
Si direbbe, e questa è la tesi che pare reggere, che la Roma impostata su un gioco aperto e brillante abbia capito che sia necessario lasciar da parte le due suddette definizioni ripiegando su qualcosa d’altro.
Ecco questo è il punto. È il qualcosa d’altro che Garcia e la sua squadra insieme, sin’ora non hanno trovato.
Quale cosa? Dopo aver puntato ad una libertà d’azione e scioltezza di gioco. Che il problema sia di non facile soluzione è pacifico. Si tratta di riconsiderare tutto: accantonare il piacere di un gioco sciolto e brillante ma per fare cosa? Blocco e filtro al centro campo a supporto della difesa in memoria delle sette sventole ricevute e alla temerarietà in ossequio al primo di non prenderle? Difficile. O forse più cercare di costruire gioco più guardingo senza tralasciare l’azione? Insomma un tutto da rivedere nel quale la Roma pare non si sia ancora immedesimata.
Per sua fortuna anche nella Juve qualche battuta d’arresto non è mancata. Così le due si bilanciano in testa lasciando ai loro tifosi di puntare sulla ruota giusta di volta in volta.
Come giocare al lotto, insomma.
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