Il caso di Malpensa e del suo territorio. Ho scritto al ministro ai trasporti e, per conoscenza, al presidente della Regione Lombardia e al presidente della Provincia di Varese una lettera con il seguente oggetto: “Tavolo tecnico per l’aeroporto di Malpensa: le associazioni ambientaliste dove sono? Non facciamole mancare nel Tavolo tecnico per la ferrovia Arcisate-Stabio”. Gli ho, quindi, manifestato il mio più marcato risentimento per la individuazione dei soggetti chiamati a costituire il tavolo tecnico per l’aeroporto di Malpensa. Mancano in questo, le associazioni ambientaliste.
Già da questo, ho compreso il perché della mancata risposta dello stesso ministro alla mia lettera del 7 luglio (ne abbiamo già parlato), in cui proprio gli scrivevo, raccomandandogli, di tener conto del rapporto di collaborazione che dovrebbe esserci tra gli enti statali e le associazioni ambientaliste, in materia ambientale. Non ha voluto, forse, il ministro tener conto di questo mio auspicio. Invece, proprio, la sentenza detta Quintavalle della Corte di Cassazione, nel terzo e ultimo grado di giudizio, dando ragione alle lamentazioni di Umberto Quintavalle, ha dato ragione, indirettamente, a quanto avevo espresso.
La Cassazione ha sostenuto, infatti, che di Malpensa debbono occuparsi prima le istituzioni (le rappresentanze sociali) e non i privati (che, dovendosi occupare primariamente di bilancio, con il popolo hanno poco a che fare). È un modo alto di fare politica quello cui la Cassazione ha auspicato. Una politica non fatta al chiuso delle proprie stanze ma aperta alle istanze del il territorio e che voglia pianificare, risolvendole, le problematiche del suolo e dell’aria, che non possono essere tollerate come se niente fosse. Non è solo alla politica locale che la Cassazione si è rivolta, ma anche a quella statale. Ancora una volta questa ha dimostrato di non avere compreso il concetto.
Nella lettera, infatti, ho fatto presente al ministro come al tavolo che ha costituito si siano messe le solite rappresentanze per discutere con ogni probabilità degli stessi argomenti già masticati in passato. Non si è, invece, fatto nulla di quanto avevo chiesto, quale presidente di Amici della Terra Varese. Non ha proprio senso non tener conto delle priorità e dell’attenzione vigile delle associazioni ambientalistiche riguardo l’aeroporto di Malpensa. La mia richiesta è stata, quindi, ferma nel dire che le associazioni ambientalistiche al tavolo su Malpensa debbono esserci, conformemente a quanto richiedono la Costituzione italiana, il Testo unico in materia ambientale, il dibattito in dottrina e in giurisprudenza anche comunitaria.
Si muti, allora, marcia e si mettano a posto le cose. Per favore! Smettiamola di credere che le associazioni di ambientalisti siano contro l’innovazione o che siano capaci solo di dire di no. Mettere tra i primi posti del da farsi le questioni ambientali, significa voler agire con coscienza e apertura alla risoluzione dei problemi del territorio e della popolazione presente, su questo, e di quella che verrà in futuro.
Per essere in regola, ora, non basta solo pagare multe salate, ma si deve guardare ai bisogni della cittadinanza sia per quanto riguarda la salute sia per quanto riguarda il suo tenore e qualità di vita e ai cambiamenti che, negli ultimi anni, stanno coinvolgendo il nostro ordinamento, incidendo in maniera significativa sul modo di “amministrare” e di curare gli interessi pubblici.
Il riferimento è, innanzitutto, al principio di sussidiarietà che nella sua dimensione orizzontale va a ridisegnare i rapporti tra poteri pubblici e privati cittadini, singoli o associati, valorizzando fortemente la loro partecipazione alla gestione della cosa pubblica, nell’intento di realizzare una maggiore efficienza nell’erogazione di servizi e nell’assolvimento di funzioni, tradizionalmente, spettanti alla pubblica amministrazione.
Introdotto ufficialmente nel testo della Costituzione italiana con Legge costituzionale n. 3 del 2001, esso attribuisce al privato una valenza e una potenzialità considerevoli nel perseguimento di finalità pubbliche, determinando una sorta di integrazione funzionale con le strutture pubbliche e imprimendo una forte accelerazione a quel processo di rinnovamento, iniziato negli anni Novanta e volto a ridimensionare le distanze tra cittadini e istituzioni, per consentire la loro immedesimazione nella funzione amministrativa. Nel ruolo di “complici” e non più di soli “destinatari” dell’azione amministrativa, essi esprimono le esigenze avvertite dalla collettività in un dato momento storico-politico, offrendo elementi utili per la predisposizione di interventi adeguati e proporzionati all’entità degli interessi della collettività. sui cambiamenti che, negli ultimi anni, stanno coinvolgendo il nostro ordinamento, incidendo, ancora, sul modo di amministrare e di curare gli interessi pubblici.
Consideravo mesi fa – come considero ora – che sia proprio fondamentale la partecipazione delle associazioni ambientalistiche e che la politica non si nasconda, lasciando sopire il dibattito ambientale. Occorreva, infatti, e occorre ora, secondo me, primariamente discutere dell’inserimento di Malpensa nel territorio varesino. Non voglio non godere di Malpensa e combatterla, perché calata dall’alto. Desidero, invece, che sia governata e che venga finalmente pianificato il suo inserimento nel territorio.
Allo sviluppo non deve rinunciarsi, ma questo deve essere fatto nel rispetto di coloro che abitano il territorio varesino e delle sue esigenze. Quanto ciò vale anche per la bretella ferroviaria Arcisate-Stabio: non si mettano fuori del gioco gli ambientalisti.
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