Un logorroico e esibizionista politico varesino, abile a provocare in modo graffiante le persone che hanno pensieri diversi dai suoi, e come tali considerati nemici, ha ritenuto opportuno denigrare quelli che hanno fatto la pacifica manifestazione ANPI di sabato scorso, realizzata per condannare l’atto di disprezzo nei confronti del sacrario del San Martino, che ricorda i morti di quella battaglia.
Infido ed inutile polemizzare con lui. Finge di rimangiarsi quanto detto.
Mi vien desiderio di rimarcare invece la grande differenza tra i due fatti. Dell’evento avvenuto in cima alla montagna posso solo tirare conclusioni dalle immagini pubblicate sui notiziari cartacei e su internet.
L’evento varesino l’ho vissuto personalmente e mi ha preso un poco la spontanea confusione del corteo, caratterizzato anche dai canti malinconici o vivaci (non di protesta) e richiamanti i contenuti vissuti nei drammatici anni finali della guerra, quando sulla la Linea Gotica si perdevano giovani vite di eserciti contrapposti. Contemporaneamente si scatenava più confusa, più incontrollabile, l’impari battaglia definita “della Resistenza”, non meno crudele, che coinvolgeva sì gente armata ma troppo spesso si trasformava in grandi ritorsioni su popolazioni inermi, le stesse popolazioni che nelle città erano falcidiate dai bombardamenti aerei degli “alleati”. Guerra di eserciti, guerra civile, che copriva di dolore, miseria, fame tutti quanti, anche chi si arrabattava a cercar vie di sopravvivenza.
Mentre l’immagine del corteo era volutamente pacifica (emarginati i soliti provocatori; gli sciacalli dei cortei) e percorsa da entusiasmi positivi, le immagini dell’altro evento sono sconcertanti per la violenza implicita, sia nelle rune che nei figuri nero vestiti e mascherati schierati dietro le rune stesse. L’immagine mi ha richiamato alla mente altri figuri nero vestiti e esplicitamente più crudeli e violenti, visti in questi giorni nei telegiornali: i militanti ISIS che, arroganti ed apparentemente orgogliosi, si apprestavano a sacrificare fratelli sgozzandoli con affilati coltelli.
A ben meditare, queste immagini mostrano uomini colmi di paure, che cercano di esorcizzare con divise violente ed arroganti, presentandosi invincibili nei confronti di fratelli, coetanei, tremanti, inermi, impossibilitati a difendersi, che verranno finiti come innocenti agnelli.
L’umanità da secoli ha mostrato capacità impensabili e perverse nel creare orrori, ma non può non creare sconcerto quanto visto sia sul San Martino, sia nei deserti del medio oriente e non confrontabile con il confuso corteo pacifico, semplice, ingenuo, spontaneo con i suoi canti e in finale, con le meditazioni..
L’angoscia e la paura prendono tutti, ma i veri coraggiosi cercano di vincerle con il raziocinio, non con l’aggressione e la violenza, che può essere esplicita, ma anche sottile ed infingarda, nascosta nelle parole e negli atti di certi politici.
Emilio Corbetta, consigliere comunale PD
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