L’immagine antica della nonna era una donna anziana, vestita di scuro, con scialletto grigio sulle spalle, seduta accanto al fuoco ed intenta a sferruzzare o cucire o – immagine ancor più retorica – filare la lana con l’arcolaio. Ora tutto è mutato. Il fuoco non c’è più e la nonna usa con abilità le tecnologie moderne, guida auto con disinvoltura e conduce una vita attivissima.
Ma ai nostri giorni l’intera immagine della donna è molto cambiata. È sempre senz’altro la protagonista della famiglia essendone il nucleo, è lei che partorisce, ma è chiamata anche ad impegni professionali fuori dalla stessa. Il suo apporto monetario è importante per il bilancio famigliare, ma non si tratta solo di risolvere il problema economico: si sente chiamata per passione ad altro, oltre la famiglia, ma in questo non è assolutamente aiutata. Le viene richiesto di essere madre, ma anche manager, impiegata, insegnante, professionista e altro, ma aiuti la società non glie ne dà. Per lo meno la società italiana. Non aiuto per la maternità, ma nemmeno aiuto per gestire i figli … Ma c’è la nonna!
Dal tema di un bimbo: “La mia nonna ha i capelli bianchi. La mia nonna è vecchia, ma si arrampica sugli alberi quando il mio pallone resta su!” Nonna super atletica? No! Persona che condivide tutti i momenti con i figli dei figli per permettere ai genitori di rispondere a quanto la nostra società chiede loro.
La nonna (beh, mettiamoci anche lui, il nonno) diventa importante elemento perché la figlia possa esercitare la sua professione.
Qualche tempo fa ci si riempiva la bocca con il termine “famiglia nucleare”. Le necessità della vita dimostrano invece l’importanza della famiglia composta da più generazioni, dove ogni generazione dà il suo contributo. È evidente che ci deve essere nel nucleo la massima armonia e protagonista di questa armonia è spesso la nonna, che si mette al centro delle famiglie da lei generate e le unisce, anche con gesti affettivi concreti, come organizzare con una certa frequenza il consumo del cibo attorno allo stesso desco.
Ovviamente ai nostri giorni è impensabile vivere tutti sotto lo stesso tetto, come un tempo, ma le tecnologie attuali permettono di accorciare le distanze, favorendo concretamente l’unità della famiglia.
La famiglia è in crisi … sì, ma non a livello dei nonni. L’esperienza quotidiana mostra che più frequentemente la crisi nasce nella generazione successiva, nei figli che spesso rompono i legami: nascono le famiglie allargate (recente termine che ci riempie di nuovo la bocca) dove spesso è l’ultima generazione a pagare il conto, a soffrire, ad avere i disagi. A questo punto subentra la nonna che con la sua saggezza, con la sua generosità e, rimarchiamolo pure, con il suo amore disinteressato rimedia a chi l’amore non l’ha capito, l’ha frainteso, non ha saputo viverlo, ha perso la capacità di donarsi realmente nei confronti delle persone che stanno vivendo l’esperienza della vita gomito a gomito e spesso anche nei confronti dei figli che loro stessi hanno chiamato nella vita.
La nonna diventa spesso umile simbolo dell’amore, unico elemento che può dare significato alla vita, ovviamente con fatica, con sofferenza, con dono di sé, del proprio io.
Non si può fare un discorso assoluto. Numerose sono le tipologie nella umanità che ci circonda, ma si resta affascinati dalla gioia con cui molte donne che hanno affrontato tutta una vita continuano a restare attive, in contatto con bambini ed adolescenti, dando un importante contributo educativo con il loro esempio.
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