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Attualità

VARESE E IL SUO TEATRO

OVIDIO CAZZOLA - 28/11/2014

Centro congressi 2

Un ipotetico centro congressi

Il ‘masterplan’ che si sta per proporre alla Città prevede il ridisegno di piazza della Repubblica, il riutilizzo della ex-caserma come centro culturale, il nuovo teatro che dovrebbe sostituire l’attuale cosiddetto ‘teatro tenda’. Per quanto riguarda la ex-caserma, pare che l’accordo sia generale essendo ormai superato l’improponibile inserimento al suo interno del nuovo teatro. La piazza va certamente ridisegnata in un nuovo rapporto con la ex-caserma da rendere accessibile dai suoi spazi, mediati con un nuovo, auspicabile, accogliente accesso porticato.

Rimane in evidenza particolare la questione del teatro. Si continua ad immaginare un teatro ‘alla settecentesca’ fondato su quella tradizione. Un teatro essenzialmente dedicato allo spettacolo, non anche alla partecipazione creativa dei cittadini. Con una spesa ingente per la sua realizzazione, che renderebbe impraticabili ulteriori ambizioni possibili della città reale in cui viviamo con altri centocinquantamila concittadini.

Nel 1992 la società Oikos di Bologna, incaricata della redazione del nuovo Piano Regolatore (stravolto poi dalla Giunta di allora e oggi sostituito dal nuovo e inadeguato PGT) considerava l’Area varesina strategica per la realizzazione di un nuovo Centro Congressuale di rilevanza internazionale integrativo delle limitate prestazioni che le Ville Ponti possono offrire.

Così localizzava la nuova struttura: “…in una fascia di territorio, a nord-est delle sponde del lago, nella quale le condizioni di accessibilità urbana ed extra urbana, i caratteri paesaggistici dei luoghi e le caratteristiche degli insediamenti sono tali da costituire fattori particolarmente favorevoli all’insediamento di un’attrezzatura congressuale di rilievo internazionale…”.

La ricerca estesa che la Oikos effettuava, non solo in ambito europeo, considerando alcune decine di centri congressuali, portava per Varese a queste ulteriori considerazioni: “…Una delle condizioni necessarie per la fattibilità di un centro congressi di livello internazionale è la relazione fra il sito in cui esso ha sede e la presenza, nei pressi del centro congressi, di un aeroporto internazionale e di una rete ferroviaria con collegamenti veloci con le principali città del territorio nazionale ed estero. Per un buon successo della struttura congressuale è opportuno che essa interagisca, in senso lato, con i servizi culturali, ricreativi e turistici della città, con la struttura alberghiera, i ristoranti, circoli sportivi, parchi, giardini, laghi, mete turistiche rinomate… La struttura congressuale deve offrire la possibilità di sfruttare le sale sia per riunioni locali, infraregionali, regionali e nazionali sia per manifestazioni legate alla vita comunitaria della città che la ospita, per le manifestazioni culturali (conferenze stampa, dibattiti, corsi, università…), spettacoli (proiezioni, concerti vocali e strumentali, concerti rock, sfilate di moda, festivals, varietà…)”.

“…Varese possiede caratteristiche ambientali oggettivamente rilevanti, che corrispondono al livello quantitativo medio dei casi esaminati dalla ricerca Il primo dato oggettivo è la vicinanza dell’aeroporto della Malpensa… Il secondo elemento importante è che Varese… offre un’ambientazione naturale e storico culturale di particolare pregio… Dalla ricerca emerge che i congressisti, soprattutto quelli stranieri, sono attratti dalle caratteristiche turistiche del luogo e di conseguenza spesso decidono di prolungare la permanenza nella città ospite…”.

Ero vice presidente della Commissione urbanistica negli anni di stesura del nuovo PRG. Le argomentazioni della Oikos mi avevano profondamente convinto e mi portavano a pubblicare nel 2003 uno studio preliminare e una proposta di localizzazione. La creazione a Varese di un centro congressuale di rilancio culturale, sociale, economico mi sembrava un’idea capace di produrre grandi, nuove prospettive per questa Città reale disaggregata. Che non sa ancora riconoscere sé stessa come realtà ricca di significati comuni, capace di un progetto nuovo e condiviso un secolo dopo la creazione dei Grandi Alberghi. In una magnifica e offesa realtà territoriale, tra i suoi laghi e i suoi monti raccolti accanto al nostro Sacro Monte.

Una grande organizzazione di accoglienza con una grande sala di almeno millecinquecento posti integrata da altre sale di minore dimensione e dotata di laboratori educativi e di prova, di biblioteche specializzate, degli uffici pertinenti, di parcheggi adeguati e defilati, in vista del nostro splendido paesaggio. Con un‘offerta sia congressuale che teatrale, utilizzando in particolare la sala maggiore. Con una realizzazione programmata per tappe autonome nel tempo necessario.

Certo un grande impegno finanziario, per il quale occorre coinvolgere la disponibilità di Enti diversi e di altri operatori interessati ad una ragionevole, seria prospettiva di reddito. Si tratta di una scelta possibile, sollecitata da altre esperienze analoghe nel mondo.

Si tratta di un progetto che dovrebbe essere promosso dall’intera Comunità della Città reale dei centocinquantamila varesini. Rappresentativo di questa Città, che coinvolga la disponibilità – che ormai sta crescendo – alla collaborazione solidale degli Enti locali. Obiettivo significativo, simbolico, rappresentativo di una nuova presa di consapevolezza di quello che siamo e che non possiamo non essere.

Per questo occorre sospendere inutili, accesi e anacronistici confronti che si riducono alla ristretta visione di un autonomo nuovo teatro ‘in muratura’ in piazza della Repubblica che sostituisca il ‘teatro tenda’.

Si continui invece, oggi, ad usare le sale esistenti. Lasciando (purtroppo) ai nostri ricordi le passioni che abbiamo nutrito per una nostra sala del ‘700 distrutta negli anni ’50 del secolo scorso. Impegnandoci per una nuova presenza congressuale e teatrale rappresentativa della Città reale che deve ancora affacciarsi sui nostri laghi, come si decise di fare all’inizio del Novecento. Continuando la tradizione della creazione intelligente e innamorata della nostra bellezza.

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