È stato realizzato un rapporto che la rete europea Eurodad ha intitolato “Profitti Nascosti: il ruolo dell’UE nel sostenere un sistema fiscale globale ingiusto”, una ricerca in cui si mette a confronto quanto fatto dai quindici paesi principali dell’UE sulla lotta contro l’evasione e l’elusione fiscali e sul come garantire la trasparenza finanziaria.
Alcuni Paesi dell’UE sono significativamente migliori di altri, ma come gruppo non riescono ancora ad affrontare i problemi urgenti che costano sia alle realtà del Nord che a quelle del Sud del mondo miliardi di euro ogni anno. Il rapporto esce in concomitanza con gli incontri nel contesto della cornice delle Nazioni Unite e del G20 per discutere su come gestire e organizzare il sistema fiscale a livello globale.
Il rapporto esamina se i governi europei stanno mantenendo le loro promesse sulla lotta contro l’evasione fiscale e l’opacità finanziaria, e il risultato è molto deludente. I progressi sono estremamente lenti e in alcuni paesi sembra si stia addirittura facendo marcia indietro. Mentre i nostri leader non riescono a risolvere il nodo del sistema fiscale, le multinazionali continuano a schivare le tasse in tutta Europa e nei paesi più poveri del mondo, dove il reddito da tassazione delle imprese è disperatamente necessario.
Nel rapporto si evidenzia come Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svezia lascino molto a desiderare in termini di trasparenza, sia per quanto riguarda la mancanza di informazioni che danno sulla proprietà dell’azienda a livello nazionale, sia perché resistono alle iniziative che vorrebbero introdurre a livello comunitario il principio di trasparenza sugli assetti proprietari. Questo segreto è uno degli strumenti che le imprese utilizzano con più successo nell’evadere le tasse e per fare quindi più profitti.
Siamo stanchi delle maestrine nordeuropee dell’integerrimo rigore fiscale e dell’austerità che poi dentro casa non rendono pubblico neanche chi c’è veramente dietro le proprie imprese e le tasse che paga. Questa volta è la Germania che deve fare i compiti a casa senza sconti e un governo italiano, che pretende di cambiare lo status quo, dovrebbe avere il coraggio di dirlo apertamente, a partire dai prossimi incontri internazionali.
Juncker maestro degli accordi privati con le multinazionali per permettere la riduzione delle tasse ai più ricchi dovrebbe sentire il dovere morale di dimettersi da presidente della Commissione europea.
You must be logged in to post a comment Login