Non lasciare nulla d’intentato per evitare che si dia corso ad un progetto che riteniamo inutile, costoso e contraddittorio. Noi del Comitato #Varese2.0 siamo cocciuti e determinati quando crediamo veramente in qualcosa: ecco perché siamo andati la scorsa settimana anche in Regione Lombardia per farci ascoltare dalla VI Commissione, quella Ambiente e Territorio, presieduta dal forzista Luca Marsico, che, in quanto varesino doc, sicuramente era già ben al corrente della querelle, se non nei suoi termini tecnici, almeno in quelli politici.
Sapevamo benissimo di andare a giocare una difficile partita in trasferta, su campo insidioso e forse non imparziale. Lo abbiamo fatto perché la Regione Lombardia è lo sponsor principale del parcheggio, non fosse altro perché contribuisce alla sua realizzazione con il 49 % degli stanziamenti.
Non ci aspettavamo nulla dalla Regione – o almeno da chi la governa attualmente – . Per noi era e rimane una questione solo di doverosa informazione: è giusto che anche i bresciani, i pavesi, i mantovani, i comaschi, i milanesi, eccetera sappiano, tramite i loro rappresentanti, sappiano come i loro soldi siano spesi ed investiti su di un territorio che, seppur lombardo, di certo è a loro lontano.
Abbiamo dunque diligentemente, come ci è stato richiesto, preparato una bella, dettagliata ma sintetica presentazione in power point che è costata impegno e tempo, sottratti al lavoro, al tempo libero e alla famiglia. Chiaramente il tutto è stato predisposto nella consapevolezza che si andava ad esporre le criticità di un progetto di parcheggio ad un consesso di politici e non di tecnici e che quindi probabilmente non erano – e neppure forse li interessava – minimamente a conoscenza dei dettagli operativi.
Era dunque necessario e propedeutico presentare alla Commissione le linee generali dell’accordo, i dubbi sull’effettiva utilità dell’opera, l’alto rapporto costo/beneficio oltre che gli iter delle pratiche, il perché della nascita dei Comitati organizzati di cittadini e le nostre perplessità connesse alle fragilità del progetto.
Siamo andati al Pirellone – non siamo degli sprovveduti – anche e naturalmente con il supporto dei documenti, dei conti, dei capitolati, con tutti i grafici e le carte. Documenti da noi studiati e analizzati nei minimi dettagli, forse più noti a noi che agli stessi progettisti. Lì avevamo con noi, non ci sono stati chiesti; nessuno tranne il rappresentante dei 5Stelle ha fatto domande o commenti a corredo.
Questi documenti – a conclusione del nostro intervento lo avevamo fatto ben presente – rimanevano sempre comunque a disposizione dei membri della VI Commissione desiderosi di chiarimenti ed approfondimenti.
Il nostro sindaco Attilio Fontana, ascoltato con inusuale celerità a distanza di una settimana dalla stessa Commissione regionale, si è presentato con un codazzo di progettisti, architetti, geometri e quant’altro ad esporre le “sue verità”.
Alla fine della deposizione il presidente della Commissione Ambiente, avv. Luca Marsico, ha dichiarato alla stampa ( La Provincia di Varese del 14/11/2014 pagina 20 ): “ …il sindaco ha portato una versione diametralmente opposta a quella del comitato, ma difficilmente confutabile. Io non prendo le parti di nessuno ( sic!, lo aggiungo io ), ma sto con l’oggettività dei documenti a disposizione. Il comitato ha portato delle slide interessanti, ma i documenti hanno un’efficacia più probatori a!”…
E bravo il nostro Perry Mason bosino che dice di basarsi solo su documenti e prove esibite (quali?).
Peccato che le nostre verità e le nostre prove – che avevamo con noi e non sono state richieste dal presidente – siano state giudicate solo “slide interessanti”; varrebbe la pena ricordare all’avvocato Marsico che la nostra parola vale, fino a prova contraria, tanto quella del sindaco. Sulla “querelle” dei costi discordanti ad esempio mi permetto di sottolineare che possono essere vere le affermazioni di quel “bugiardo” di Daniele Zanzi quanto quelle del “veritiero” Attilio Fontana. La differenza sta nell’interpretazione del 27,7% di ribasso fatto dalla ditta che ha vinto l’appalto. Fontana crede che farà davvero il lavoro con quello sconto e il Comitato non lo crede affatto e ritiene, come prassi, la base d’asta iniziale un dato più realistico a cui fare riferimento.
Le carte cantano; basta prendersi la briga di andare studiarsele e poi giudicare.
Ma al di là e al di sopra delle cifre e dei numeri, alcuni quesiti prioritari che abbiamo posto alla Commissione non hanno trovato risposta nella “oggettività dei documenti” presentati dal borgomastro varesino e dalla sua delegazione nella loro audizione: ma questa opera è veramente utile o no? Risolverà o meno, con i suoi novantuno posti, i problemi del Sacro Monte? Esiste o meno uno studio sui flussi del traffico, sulla sua influenza sul sistema di grotte sotterranee protette e tutelate da normativa europea? Sono stati fatti o no, come prevede la Legge, studi di siti alternativi dove realizzare l’opera viste le criticità emerse e ammesse dagli stessi progettisti? È vero o no che i confini della zona di rispetto UNESCO nel 2003 erano evidenziati solo su un mappale a scala 1:25.000 – quindi illeggibili – e sono stati poi rimodellati solo nel 2013 a progetto parcheggio già in corso? È vero o non è vero che la ditta aggiudicataria provvisoria dell’appalto ha un patrimonio netto utile di soli 28.000 euro, fu sottoposta a procedure cautelative anti mafia, ha avuto un fatturato nel 2013 pari a poco più di un milione di euro?
Sicuramente gli esperti che accompagnavano Fontana avranno fornito al presidente Marsico e alla Commissione tutte le assicurazioni in merito con documenti oggettivi e trasparenti.
Se così invece non fosse, posso concludere che il sindaco e la sua corposa delegazione hanno raccontato solo le “loro verità”, non la verità.
E di inesattezze da parte del Palazzo in questi mesi ne sono state dette a frotte; alcune giusto appena prima che la magistratura intervenisse e i lavori fossero bloccati, se pur in misura cautelare. Ad esempio in settembre il sindaco e il suo vicesindaco – oggi defenestrato proprio dai suoi stessi amici – avevano informato che, anche volendo, era troppo tardi per fare una passo indietro: 1 – perché il contratto con la ditta era già stato firmato; 2 – perché il terreno era già stato acquistato. Queste certezze e verità si sono rivelate oggi non corrispondenti al vero.
Come la mettiamo dunque con le vostre verità, signor Sindaco e signor Presidente Regionale della Commissione Ambiente?
Il comitato #Varese2.0 e il Comitato dei residenti No Parcheggio hanno subito inviato a Marsico, con copia conoscenza agli altri Enti Coinvolti, una lunga puntualizzazione sulla vicenda.
È evidente come la nostra amministrazione si trovi in forte difficoltà sulla questione parcheggio perché, al di là e al di sopra delle audizioni mediatiche e delle verità di parte, sta fallendo in quello che dovrebbe essere il dovere principale di una giunta e di una maggioranza, cioè quello del dialogo con i propri concittadini.
A maggio – il 28 per la precisione – avevamo chiesto, durante la Commissione Ambiente comunale riunitasi solo grazie alle nostre pressioni, di mettere in atto la cosa più semplice e naturale da farsi in questi casi: un tavolo tecnico di confronto tra tecnici e non tra politici.
Nessuna risposta; paura del confronto? Certo la contestazione non fa mai piacere a nessuno; figuriamoci a chi per vent’anni ha disposto le sorti della città nel silenzio quasi più assoluto e si ritrova oggi oggetto di forti ed aperte critiche. Emergono nel fronte del sì evidenti crepe interne a dispetto di una solidità esteriore granitica. Perché se così non fosse, cosa impediva alla giunta di dar luogo ai lavori? In fondo, spergiuravano che tutto era a posto, che i rischi erano inesistenti, che 50.000 cittadini erano addirittura a favore del parcheggio. Cosa li fa ritardare? I lavori dovevano partire a giugno, siamo a dicembre. Evidentemente qualche dubbietto lo abbiamo installato.
Il comitato di cittadini non si scoraggia, anzi ne esce ogni volta rafforzato da questi interventi mediatici, con più consensi e volontà di proseguire. Andremo ora doverosamente anche in Provincia, adesso che ha cambiato colore, ad esporre civilmente le nostre verità; siamo sicuri che saremo quantomeno ascoltati, senza giudizi precostituiti, e forse almeno il giudizio politico su questa spinosa questione da parte di quest’Ente, impegnato in un concorso del 20% al progetto, si modificherà.
Determinati e cocciuti andiamo quindi sempre avanti dando apertamente e civilmente voce ad una buona parte dei varesini!
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